Sui mercati finanziari la storia passata insegna e questa volta dovremmo ascoltarla. Nelle quattro volte precedenti che si assistito a questo segnale di crash, il mercato ha perso dal 20% all’89%. Se sei preoccupato del crollo del mercato azionario dovresti leggere questo articolo.
Il mercato azionario ha da poco chiuso un anno storico. In nessun altro particolare momento in passato, Wall Street e gli investitori si sono fatti strada attraverso queste cose:
- L’indice S&P 500 ha perso oltre un terzo del suo valore in meno di cinque settimane durante il primo trimestre del 2020;
- Un rally da record dal minimo del 23 marzo che ha permesso all’S&P 500 di raggiungere il massimo storico in meno di cinque mesi;
- Una breve, ma ripida quotazione negativa sui futures del petrolio WTI ad aprile;
- Volatilità storica che ha portato l’indice di volatilità CBOE (CBOE Volatility Index o VIX) ai valori più alti mai registrata a marzo 2020.
Sorprendentemente, con una situazione così ‘devastante’, l’anno si è concluso con l’indice l’S&P 500 in aumento del 16%, che rappresenta quasi il doppio del suo rendimento medio annuo dal 1980, considerando che la pandemia del coronavirus (COVID-19) ha causato il caos nell’economia degli Stati Uniti e nel resto del mondo.
Storicamente parlando, quando questo accade, il mercato azionario crolla
La domanda che la maggior parte degli investitori si pone ora è se il mercato azionario sta per crollare.
Dall’inizio del 1950, l’S&P 500 ha subito 38 correzioni di mercato di almeno il 10%. Si tratta di una mossa considerevole al ribasso delle azioni ogni 1,87 anni, in media. Potremmo non sapere esattamente quando si verificherà un crollo anomalo o una correzione, quanto durerà o quanto sarà ripida la discesa, ma sappiamo che arriverà.
Anche se non possiamo prevedere quando si verificherà un crollo del mercato azionario, possiamo certamente guardare alla storia come una guida utile.
Uno di questi segnali sta attualmente suggerendo che ci sono grossi guai all’orizzonte
Un segnale è dato dal rapporto prezzo/utili S&P 500 (Il rapporto prezzo/utili (P/E) è un indicatore comune, anche se non perfetto, per la valutazione delle azioni) basato sugli utili medi aggiustati per l’inflazione dei 10 anni precedenti.
In oltre 150 anni di storia, il rapporto P/E per l’S&P 500 ha registrato una media di 16,8; al momento, il rapporto P/E per l’S&P 500 è di 34,5, più del doppio della sua media storica.
Guardando indietro, ci sono state solo cinque volte nella storia in cui l’S&P 500 ha superato un rapporto P/E di 30 e sono stati:
- 1929: Dopo il crollo del Black Tuesday (Martedì nero ci si riferisce al giorno del crollo della borsa valori avvenuto il 29 ottobre 1929 a New York, presso lo Stock Exchange), l’iconico Dow Jones ha perso circa l’89% del suo valore.
- 1997-2000: prima che scoppiasse la bolla delle dot-com, il rapporto P/E per l’S&P 500 raggiunse il massimo storico di 44,2. Quasi la metà del valore dell’S&P 500 è stata spazzata via dopo lo scoppio della bolla delle dot-com, con il Nasdaq Composite colpito ancora più duramente.
- Terzo trimestre 2018: per gran parte del terzo trimestre del 2018, il rapporto P/E è rimasto superiore a 30. Questo è stato seguito da un crollo del mercato del quarto trimestre che ha visto l’S&P 500 perdere fino al 19,8%.
- Q4 2019 / Q1 2020: prima del crollo del coronavirus nel primo trimestre del 2020, il rapporto P/E dell’S&P 500 aveva, ancora una volta, superato i 30. L’indice S&P 500 ha perso il 34% in 33 giorni di calendario durante il caos COVID-19 di febbraio e marzo.
- Q3 2020-Current: da determinare.
Storicamente, quando il rapporto P/E per l’S&P 500 supera i 30, accadono cose brutte. Certo, è impossibile prevedere quando una pandemia potrebbe colpire il mercato rialzista più lungo della storia. Tuttavia, la storia è abbastanza chiara e, quando le azioni diventano circa due o tre volte più costose della loro media a lungo termine, si è verificato un crollo relativamente presto.
Anche se è in arrivo un crollo del mercato azionario, non è tempo di farsi prendere dal panico
Anche se la storia dovesse ripetersi e il mercato azionario crollasse relativamente presto, ma la storia insegna anche che tenere fermi i propri investimenti a lungo termine è una strategia di comprovato successo.
Ecco alcune cose a cui bisogna pensare. Innanzitutto, le azioni trarranno vantaggio per molti anni dalla politica monetaria storicamente accomodante della Federal Reserve. Nel tentativo di stabilizzare i mercati e rafforzare l’economia degli Stati Uniti, la banca centrale americana si è impegnata a mantenere i tassi sui prestiti pari o vicini ai minimi storici fino al 2023. Questo è un invito aperto alle azioni in crescita per andare all’offensiva sfruttando i tassi storicamente bassi.
In secondo luogo, la storia dice che gli investitori a lungo termine dovrebbero rimanere ottimisti. Nonostante 38 crolli del mercato azionario e correzioni negli ultimi 71 anni, l’S&P 500, il Dow Jones e il Nasdaq Composite si sono sempre, alla fine, scrollati di dosso questi cali e hanno raggiunto nuovi massimi. Poiché i guadagni operativi per questi indici si espandono per lunghi periodi di tempo, questo è ciò che spingerà questi principali indici al rialzo.
Sì, potrebbe essere in arrivo crollo del mercato azionario, ma non c’è dubbio che questo rappresenterà un’opportunità di acquisto per gli investitori a lungo termine.
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