Ricomincia un’altra settimana di trading sul mercato valutario, che è e rimane la chiave anche per comprendere le dinamiche macro esistenti, molto spesso anticipate dai movimenti e dalle price actions.
Questo 2017 è stato l’anno di ripresa dell’Euro e anche se non sappiamo se la moneta unica sarà o meno in grado di violare le resistenze poste sopra 1.2000, possiamo tranquillamente dire che gli americani stanno ottenendo ciò che si erano prefissati con l’elezione di Trump, ovvero indebolire il biglietto verde senza inserire i tanto temuti dazi doganali, con i quali era partita la campagna elettorale di Trump per difendere il made in Usa. Indebolimento del cambio e, in parallelo, abbassamento della pressione fiscale alle corporate, soprattutto piccole e medie, e lotta contro l’elusione fiscale delle multinazionali.
Da questa parte dell’oceano invece è stato un anno di consolidamento dei dati, con una Europa che da un punto di vista macro, è cresciuta, trainata dalla locomotiva Germania, per la quale, i benefici dell’Euro, sono fin troppo evidenti, e che di riflesso, ha interessato tutti i paesi dell’Eurozona, chi più, chi meno, come l’Italia.
Le materie prime faticosamente, risalgono la corrente, e mentre l’Euro ha beneficiato di quanto accaduto sul fronte economico, le valute oceaniche hanno vissuto un anno complicato, incapaci di reagire ad una forza del dollaro che si è manifestata quasi esclusivamente contro queste divise, mentre il biglietto verde è sceso sull’Euro, ma anche sullo Jpy, che dimostra come la correlazione intermarket sia di fatto, almeno temporaneamente, saltata.
I mercati azionari infatti, almeno quelli statunitensi, sono tornati sui massimi, ma lo Jpy, anche causa la forte presenza degli esportatori giapponesi sulla lettera, non si è indebolito come sarebbe stato logico aspettarsi. Il livello di 114.50 si è rivelato per ora, un muro insormontabile e la divisa del paese del sol levante, ha recuperato circa un 2.7% rispetto al biglietto verde e non sembra finita. Da un punto di vista tecnico, infatti, gli obiettivi paiono decisamente più ambiziosi dei livelli raggiunti fino ad ora con target intorno a 107.90 108.00.
L’unica valuta che per il momento, sembra neutra, rispetto al dollaro, è la sterlina che continua a muoversi, ormai da mesi tra 1.2750 e 1.3380 e non sembra per ora schiodarsi da quest’area in una sorta di lotta tra deboli.
La questione Brexit rimane sempre aperta, e anche se apparentemente irrisolta, i negoziati, anche se a fatica proseguono. Alla fine un accordo verrà raggiunto perché è interesse reciproco arrivare all’obiettivo.
Venendo al riassunto di quello che sono i movimenti singoli delle varie coppie di valute, ovvero al Dollar Index, segnaliamo un supporto assai rilevante in area 92.25, circa lo 0.20% più basso dei livelli attuali, che potrebbe fungere da possibile inversione di breve/medio termine con possibilità di correzione fino a 93.10 15 almeno. Poi vedremo se la correzione sarà solo un fuoco di paglia, prima della discesa verso 90.70 80, precedente minimo, oppure se sarà invece più di un fuoco di paglia e allora capiremo se il dollaro avrà spazio di risalita.
Nel lungo periodo, ci pare di poter dire che la discesa dell’indice non sia ancora terminata e gli obiettivi più ambiziosi potrebbero addirittura trovarsi in area 87.60 dove passa la trend-line congiungente i minimi partiti nel 2011.
Per quel che riguarda i dati macro, questa settimana appare come moderatamente interessante, con la pubblicazione della bilancia commerciale Usa e la fiducia dei consumatori in previsione domani. Mercoledì Pil francese , dati sul mercato dei mutui in Uk, cpi in Eurozona e pil Usa del terzo trimestre (si tratta della seconda rilevazione), e infine il discorso della Yellen nel pomeriggio. La settimana si chiuderà con il Pil Canada del terzo trimestre e con l’Ism manifatturiero Usa.
Una settimana quindi abbastanza interessante in cui entreremo nell’ultimo mese del 2017.
Buona giornata e buon trading
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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