3 Ottobre, 2025
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    Mercati finanziariTrump fa deprezzare il Dollaro ma le conseguenze non mancano

    Trump fa deprezzare il Dollaro ma le conseguenze non mancano

    È decisamente il personaggio dell’anno. Dopo aver fatto di tutto per deprezzare il dollaro, e vedere buoni conti delle aziende con cui sostenere le borse (ieri abbiamo visto la trimestrale stellare di Caterpillar), il presidente americano è venuto a Davos per smentire le dichiarazioni del segretario del Tesoro americano Mnuchin.

    Lo stesso segretario poche ore prima aveva peraltro ribadito lo stesso concetto. Sembrano i balletti della politica italiana.

    Ovviamente la debolezza del dollaro delle ultime sedute ha dato fastidio anche in Asia, con i listini cinesi che hanno visto robuste prese di beneficio per l’eventuale impatto negativo sulle esportazioni. Più o meno, insomma, lo stesso problema che la svalutazione della divisa USA crea in Europa.

    Nella mattinata abbiamo visto nuovi record dell’indice tedesco Ifo, e siamo arrivati in stand-by prima della conferenza post riunione Bce.

    Conferenza nella quale Draghi non ha annunciato novità significative, confermando peraltro che in Europa la ripresa c’è ed è stato superiore alle attese e questo rende confidente la Banca per il raggiungimento dei target sull’inflazione che da tempo vengono perseguiti senza successo.

    Il governatore ha anche ribadito l’intenzione di restare accomodanti sui tassi anche oltre la fine del Qe, pur ammettendo che se un’economia tende a crescere non si può evitare che il cambio salga.

    Vero è che Draghi ha poi accusato il governo americano per aver violato l’accordo fra autorità finanziarie monetarie per non svalutare la propria divisa.

    Si, vabbè. Il messaggio che il mercato ha recepito è che l’economia europea viaggia bene e che quindi deve accettare un Euro forte.

    La conseguenza è che se anche BCE ammette di non poter fare molto, euro va in decollo. Un decollo che nell’ultima parte seduta si è rimangiato la salita effettuata durante la conferenza ma che comunque stamattina è di nuovo robusto: il supporto di 1,2450 ha dimostrato di contenere buoni volumi a tutela del rialzo, e l’apertura dei futures europei sull’Eurex ha visto un progresso di 50 pips molto robusto proprio a questo livello. Quindi, solo una sua violazione potrebbe essere movimento rilevante, in termini di correlazione con le borse.

    Cominciando a tirare le somme di questa settimana, non possiamo che evidenziare un comportamento duplice dei principali listini europei, a partire dal Dax.
    Dopo aver aperto in prossimità della chiusura della scorsa ottava in area 13.450, il derivato tedesco ha creato un’azione rialzista potente che è andata a superare i massimi storici. Purtroppo questo è avvenuto con un gap, azione tecnicamente bella da vedere ma di solito creatrice di bull trap. Notizia poco bella per gli operatori rialzisti: i principali volumi sono proprio sulla parte superiore del range di questi ultimi cinque giorni, e cioè intorno al Poc di 13.550. Sotto 13.400 si si è andati a scendere quasi a 13.200, con qualche volume a 13.260, poi 13.310, e un vistoso ostacolo a 13.350. Questa è anche una zona di massimo relativo, che però oggi potrebbe essere attaccata a condizione che i prezzi riescano a risalire sopra 13.320, per andare poi a effettuare un test e vincerlo a 13.333.

    Qualora invece la debolezza delle ultime sedute vada a confermarsi, mollando per esempio anche l’area strategica di 3600 su Eurostoxx (che non potrebbe non essere notata da coloro che fanno trading sulla borsa di Francoforte), gli operatori rialzisti faranno bene a controllare cosa eventualmente accadrebbe sui minimi di 13.200 circa. Questa è davvero una zona importantissima: la sua mancata tenuta potrebbe innescare movimenti di rilievo.

    Anche se non direttamente correlati come un tempo, andremo a controllare gli impatti dei cambi sulle quotazioni del Bund dove vi sono importanti volumi a 160,50. La borsa italiana ieri si è comportata decentemente, perché le banche hanno sostenuto bene il listino; in caso di recupero ci sarà da fare i conti con la resistenza di 23.850, che i professionisti ben conoscono.

    Per il momento i listini americani sono stati a guardare i movimenti bruschi sul valutario, con una salita e discesa intraday che per adesso ha consolidato il comportamento delle ultime sedute.

    I livelli di equilibrio per oggi sono così da me identificati:

    • 13.320 per il Dax
    • • 3625 per Eurostoxx
    • 160.25 per il Bund
    • 23.755 per Ftsemib40
    • 2.843 su SP500
    • 6.941 per  Nasdaq
    • 26.377 per Dow Jones
    • 1349 per Oro
    • 1.2392 per EurUsd
    • 109.50 per UsdYen

    Buon trading a tutti

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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 25 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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