Che cosa è meglio fare quando il trading è oggettivamente, come dall’inizio del 2016, difficile? Ci sono alcune strade: una è quella più istintiva, poi ci sarebbe una via più semplice, e per ultimo ci si potrebbe rivolgere a quella più difficile.
La strada istintiva è ingaggiare una battaglia col mercato per fargli capire chi siamo. Si combatte a colpi di mouse, il più delle volte in controtendenza appena i prezzi danno risvegli di volatilità. Spesso però la lotta fra noi e il grafico avviene nelle fasi di congestione, che psicologicamente ingabbiano le persone irascibili e annoiano i caratteri che cercano emozioni. È facile perdere soldi in questi momenti, e anche stancarsi molto mentalmente.
La strada più semplice può essere quella di astenersi dall’operare: il trader si alza dalla propria scrivania, oppure se ci resta si mette a fare altro. È un ottimo modo di tutelare il proprio capitale economico, ma richiede grande forza psicologica perché poi quando i mercati prendono una certa direzione il rischio è quello di inseguirli perché si è stati fuori, e di conseguenza è alta la probabilità di comprare sui massimi o shortare sui minimi, con il risultato che gli inevitabili ritracciamenti nel giro di qualche minuto fanno saltare molti stop per la paura di aver fatto l’operazione sbagliata (magari nel brevissimo lo è, e poi a fine giornata i prezzi sono andati nella direzione sperata).
La cosa più difficile da fare è affrontare il trading con il rispetto del concetto di difficoltà, ma sapendo che la nostra preparazione e il nostro stato d’animo in sintonia col mercato possono riservarci una piccola fetta di performance, perché non sta scritto da nessuna parte che siamo davanti al monitor per essere tosati come pecore. È questo l’atteggiamento di chi rispetta il mercato senza sentirne soggezione, sapendo che più lo stesso viene studiato e osservato con pazienza e più un piccolo premio prima o poi arriva.
“Avere pazienza non significa aspettare. Significa avere il giusto atteggiamento mentre aspetti (J.Meyer)”
Nell’articolo di ieri abbiamo fatto osservare che comunque sulla debolezza si vedevano degli acquisti, da alcune sedute, e che probabilmente vi erano alcuni fattori tecnici e psicologici che avrebbero potuto confortare una visione di rimbalzo delle borse. Un rimbalzo, è bene dirlo, che avrebbe potuto giovarsi anche della forte compressione di volatilità. Non vi è spazio per allegare i nostri studi, ma suggerisco di andare a controllare i ratei di volatilità calcolati per differenza fra 5 e 65 giorni, piuttosto che fra 10 e 100 giorni: su alcuni indici, quali ad esempio il Dow Jones, vi erano delle compressioni da monitorare attentamente. Noi piccoli trader magari non le guardiamo queste cose, ma i professionisti si.
Inoltre i professionisti stanno molto attenti ai prezzi, e ricordo che ieri ho segnalato la delicatezza del livello di 9.830, molto scambiato nelle scorse sedute sia per intensità di contrattazioni che per volumi.
La terza soluzione è pertanto quella di studiare attentamente i mercati, di dedicare loro il tempo necessario perché ci parlino e ci raccontino le loro intenzioni. A volte non saranno chiare come noi desideriamo, ma non per questo dobbiamo smettere di “cercare”.
Quindi quello che abbiamo visto ieri è un po’ un mix di vari avvenimenti, fra cui anche i movimenti sul cambio euro/dollaro, gli effetti benefici del quale erano già stati richiamati nell’articolo di ieri.
Ci riferiamo ovviamente alle dinamiche dell’indice tedesco, che essendo poi molto leveraggiato dai piccoli operatori tende poi a comportarsi brutalmente quando ci sono le ricoperture. Ho detto ricoperture perché è bene ricordarci che questo rally per il momento dobbiamo continuare ad ascriverlo come movimento tecnico di rimbalzo, quantunque stia cercando – vedi il raggiungimento di quota 2.080 di SP500 – di diventare anche qualche cosa di più strutturale. Ma la prudenza per il momento suggerisce di attendere ancora delle conferme.
Resistenze per oggi sulla Germania le vedrei, nel caso del superamento dei massimi della prima ora, fra 10.215 e 10.250. Supporto, in caso di rottura dei minimi di zona 10.130, lo porrei a 10.095 e attorno ai prezzi di chiusura dell’indice quindi zona 10.070.
Giovanni Lapidari per ActivTrades