Sul mercato valutario, ieri, abbiamo vissuto una giornata di piena avversione al rischio, anche se l’inizio era sembrato promettente, con il UsdJpy che aveva dato segnali di ripresa. Ma poi l’Euro ha cominciato a salire e a guadagnare terreno sul Dollaro, così come la Sterlina, in una tipica situazione di risk off che ha visto Aud e Nzd invece soffrire e i cross EurAud, EurNzd ma anche EurCad salire con grande impulsività. Cosicché anche il UsdJpy sembrava piegarsi nuovamente al suo destino, che in questo periodo pareva essere solo al ribasso.
Poi in serata, la price action è improvvisamente cambiata, con i mercati azionari che hanno risollevato la testa e il UsdJpy che piano piano ha riguadagnato quota 105.00 ed ha chiuso più alto, trascinato dal recupero dell’equity. Questo però non ha causato alcun recupero del dollaro su Euro o sterlina che sono rimasti sui massimi, e ha alleggerito solo in parte la pressione sui cross di cui sopra.
Vi sono momenti quindi in cui il mercato si decorrela improvvisamente e bisogna accettarli, anzi bisogna sfruttarli a proprio vantaggio, traendo vantaggio da forti disallineamenti per lavorare un eventuale rientro. Sappiamo tutti ormai che le ragioni di questa tensione latente, sono le dichiarazioni di Trump, che però sta ottenendo reciprocità dai partners commerciali, tanto è vero che si sono immediatamente seduti al tavolo delle trattative per cercare di prendere accordi e limitare i danni.
Sappiamo tutti da anni che il sud est asiatico, ovvero i principali paesi con in testa la Cina utilizzano dumping commerciale per guadagnare posizioni sull’estero, ma nessuno ci aveva mai messo mano a tale situazione. Il problema però, e lo abbiamo ribadito spesso, è il modo attraverso il quale, arrivare anche ad accordi legittimi e giusti da un punto di vista della reciprocità. Anche perché urlare al mondo le proprie bellicose intenzioni, non fa altro che andare a creare caos su quei mercati azionari che lo stesso Trump ha timore che scendano. E il timore è più che giustificato, dato che la riforma fiscale del Presidente avrà un peso sul debito pubblico talmente importante da rendere i risultati del mercato azionario, vitali per la necessità di far crescere il gettito fiscale legato agli utili aziendali. Pertanto la borsa deve salire, se Trump vuole evitare una esplosione del debito pubblico, a cui ha messo le ali dopo aver tagliato radicalmente le imposte.
Quindi Trump ha bisogno di un Dollaro tendenzialmente debole, ma non troppo per evitare una fuga di capitali dagli States, di una borsa che sale, e di accordi commerciali che migliorino la disastrata bilancia commerciale Usa. Bisogna vedere cosa diranno i partners. Il tasso di esportazioni Usa si attesa sui 200 miliardi di dollari mese mentre le importazioni si aggirano intorno ai 255 miliardi, il che significa che ogni anno gli Stati Uniti arrivano ad accumulare 600 miliardi di dollari di passivo.
Trump ha dichiarato di voler recuperare 100 miliardi di dollari solo con la Cina, cioè circa il 20% di questa somma totale. Le altre differenze si aggiusteranno con gli accordi che Trump sta cercando di prendere, come quello con i paesi limitrofi Messico e Canada, ovvero il Nafta, nonché con gli accordi con gli altri principali partners commerciali.
Stamani il mercato sta partendo con un UsdJPy in recupero mentre l’Euro rimane forte insieme al cable. La sensazione è che non sia cambiato molto tecnicamente e la moneta unica possa ancora tentare risalite verso i massimi dell’anno sopra 1.2500. Anche il cable sembra indirizzato ai precedenti livelli di 1.4300 mentre Aud e Nzd fanno fatica a tenere il passo. Soffre sempre AudNzd che non accenna per ora a invertire la rotta e resta sotto pressione, pur arrivando il cambio su aree molto interessanti di acquisto di medio termine.
La giornata odierna sarà ancora una battaglia tra risk on e risk off. L’obiettivo resta quello di lavorare intorno ai livelli di swing.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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