
Dopo la decisione della Fed di aumentare il ritmo del tapering, anche le altre tre banche centrali, quella europea, quella inglese e giapponese hanno deciso sui tassi di interesse.
La Bank of England ha deciso di alzare il costo del denaro di 15 basis point portando il tasso di sconto allo 0.25%. Per contro, il programma di quantitative easing è rimasto a 895 miliardi di sterline, invariato, composto da 875 miliardi di titoli di stato (gilts) e 20 miliardi di acquisti di corporate bonds. In 8 all’interno del board hanno votato a favore di un rialzo e solo un membro ha votato per il mantenimento dei tassi al livello precedente. Nello statement si legge che il comitato continua a monitorare con attenzione l’inflazione, ancora sopra le attese, mentre il Pil è uscito in linea con le aspettative nel quarto trimestre, con la variante Omicron che pone dei rischi per il primo trimestre del 2022. La Boe ritiene che saranno probabilmente necessari ancora aggiustamenti in senso restrittivo, per raggiungere i target di inflazione del 2%. La disoccupazione dovrebbe scendere e raggiungere il livello del 4% già da questo ultimo trimestre 2021, dal 4.5% precedente. Secondo l’andamento del mercato monetario si prevedono già altri 50 basis points di rialzo nel 2022. La reazione sulla sterlina è stata immediata anche se il movimento in sé non è durato molto e non ha avuto neppure una estensione così importante, circa lo 0.50% contro dollaro ed euro, per poi progressivamente rientrare. In sostanza abbiamo visto la stessa reazione che c’è stata con la decisione della Fed il giorno precedente, ovvero un rialzo della moneta prima della decisione e un rientro successivo.
Poi è stata la volta della Banca centrale europea che, come da previsioni, ha lasciato i tassi invariati e almeno per ora non si registra un grande cambiamento nelle dichiarazioni. Miss Lagarde, in conferenza stampa, ha ammesso che i progressi degli aggregati macro nell’eurozona permetteranno la riduzione graduale del ritmo degli acquisti di titoli, in aggiunta al fatto che il Pepp terminerà a fine marzo 2022, ma ha deciso, insieme al board, di aumentare il ritmo degli acquisti in seno al programma App, ovvero l’asset purchase programm, passando da 20 miliardi a 40 miliardi al mese di acquisti di titoli. Per quanto riguarda il Pepp invece, la Bce programmerà il reinvestimento dei titoli in scadenza all’interno dello stesso programma, fino alla fine del 2024, il che significa che non acquisterà nuovi titoli, ma allungherà le scadenze di quelli esistenti. Ciò servirà a prevenire un eventuale rallentamento della congiuntura legata alla pandemia e alle sue varianti che ancora pesano sulle economie. La reazione del mercato ha visto la moneta unica ritornare sopra 1.1300 e attaccare, per ora senza successo, quota 1.1360. Lagarde ha comunque ribadito che l’inflazione ritornerà a livelli vicino agli obiettivi fissati dalle autorità monetarie verso la fine del 2022.
Nella notte è stata la volta della Boj, la banca centrale giapponese che ha lasciato i tassi invariati a -0.10% affermando che la pressione dei prezzi sembra salire e ciò porterà alla fine degli acquisti di corporate bonds tra marzo e aprile del prossimo anno. Dichiarazioni leggermente più hawkish del previsto che hanno contribuito a mantenere lo Jpy meno debole del previsto, con un UsdJpy sceso in area 113.50 dal 114.20-30 di ieri.
Stiamo quindi assistendo ad un certo riallineamento delle banche centrali che, se non si vede sui tassi, si intravede però dalle dichiarazioni dei banchieri centrali, i quali stanno ammettendo che l’inflazione rischia di essere un problema per l’anno a venire, se non si pongono rimedi almeno in termini di tapering, ovvero di riduzione degli acquisti di titoli all’interno dei programmi di allentamento quantitativo messi in atto nel 2020 per contrastare la pandemia. Tutto ciò porta a movimenti bilaterali sui cambi, che presumibilmente continueranno almeno fino alla fine dell’anno. Saranno poi i dati macro del primo trimestre 2022 a cambiare le prospettive sul mercato valutario, anche se ora è prematuro capire quali saranno le direzioni che prenderanno i mercati. Per ora limitiamoci a vivere un sereno natale insieme ai nostri cari, non aspettandoci moltissimo dalle price action di questo fine 2021.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell'analista

Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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