Forse, a livello di price action, qualcosa si muove. Dopo settimane di persistente forza di dollaro, sono comparsi i primi dati Usa che evidenziano un effetto contagio, che per ora colpisce il settore manifatturiero, quello più sensibile all’applicazione dei dazi, ma successivamente, se persistessero queste condizioni di incertezza, potrebbe estendersi ad altri comparti dell’economia, riflettendosi poi sul Pil e gli altri aggregati.
Williams, membro della Fed e votante, ha dichiarato che la politica monetaria è appropriata, anche se permangono rischi di stabilità finanziaria legati ad un indebitamento societario che potrebbe accelerare l’arrivo di una recessione. Il mercato del lavoro, appare ancora robusto, e il sostegno fiscale si è rivelato assai importante ai fini del mantenimento di una congiuntura forte e in crescita. Ha in aggiunta ribadito che le incertezze globali producono un effetto contagio, anche se ha minimizzato l’impatto degli effetti della guerra dei dazi.
L’Adp pubblicato ieri, ovvero i numeri sul mercato del lavoro privato, ha indicato in 135 mila i nuovi occupati, anche se il dato precedente è stato rivisto in modo importante, da 195 mila a 157 mila. Intanto il Fed rate monitor, che si basa sui prezzi del future dei Fed Funds, ha alzato le percentuali di crescita di un possibile taglio dei tassi da parte della Fed nella prossima riunione del 30 ottobre portandole al 73.8% mentre solo una settimana fa queste percentuali erano al di sotto del 50%.
Sul fronte dazi segnaliamo che il Wto ha riconosciuto il diritto degli Usa di colpire le importazioni della Ue per un importo pari a 7.5 miliardi e mezzo di dollari, che, secondo quanto si legge, verranno utilizzati per imporre tariffe del 10% sugli aeromobili europei, del 25% su agricoltura e prodotti industriali. L’elenco delle merci soggette a tariffe verranno annunciate la settimana prossima. Quindi dopo la Cina, ecco che la mannaia di Trump si rivolge al commercio con il vecchio continente, e conoscendo ormai la proverbiale testardaggine del Tycoon americano, abbiamo la sensazione che la Ue verrà a patti senza se e senza ma.
Sul fronte dei movimenti valutari, ricordiamo che il dollaro ha iniziato una lenta correzione che potrebbe peraltro esaurirsi se non alimentata da nuove vendite: a tal proposito sarà molto interessante osservare i dati del Cot per capire quando anche gli istituzionali cominceranno a seguire l’onda ribassista, che per ora però non pare coinvolgerli più di tanto. Il trend infatti è ancora decisamente pro dollaro e solo una eventuale violazione di livelli sensibili potrebbe portare ad un cambiamento di questo lento movimento a favore della divisa americana. Per EurUsd, oltre al delta tasso che gioca un ruolo chiave, segnaliamo l’area di 1.1090-1.11 come cruciale per cambiare il trend di medio termine. Ma oltre tale livello ve ne sono altri quali 1.1155-65 area e soprattutto l’ultima che passa a 1.1230-40 la cui rottura consacrerebbe probabilmente un cambiamento del trend attuale. Ma a noi sembra decisamente prematuro e non ci paiono esserci le condizioni per un movimento del genere. Forse solo quando il delta tasso scenderà sotto l’1%. Per il cable il livello chiave passa a 1.59 mentre per il UsdCad a 1.3130-40. Per quel che riguarda le oceaniche, verso le quali il delta tasso è meno significativo, 0.6900 per AudUsd e 0.6460-65 per NzdUsd. Pertanto, per ora ci limitiamo ad osservare una fase di possibili correzione a favore di queste valute e contro il biglietto verde, non dimenticando che se il biglietto verde comincia a scendere in concomitanza con una caduta dei mercati azionari, allora dovremo osservare l’andamento del UsdJpy, che nelle ultime due sedute ha perso l’1.5% e si è portato sul supporto chiave a 107.00, la cui violazione aprirebbe presumibilmente la strada al retest di 105.00.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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