Le decisioni della Fed potrebbero rappresentare un punto di svolta

Oggi, indiscutibilmente, sarà il giorno della Federal Reserve. È innegabile che rappresenti l’appuntamento più importante della seduta odierna, ma anche dell’intera settimana e da un certo punto di vista, potrebbe anche rappresentare un punto di svolta per tutto l’anno 2021. Arriverà infatti, prima o poi, il momento nel quale Jerome Powell di ammettere che l’inflazione sarà cresciuta a livelli tale da costringere la Fed ad intervenire a gamba tesa per evitare un surriscaldamento eccessivo, anche se ancora futuro e non attuale, dell’economia.

I dati sui prezzi delle abitazioni, usciti ieri con l’indice Case Shiller, hanno evidenziato, sempre negli Usa, un aumento di quasi 12 punti percentuali nel mese di febbraio, il massimo dal 2014 e al di sopra del consensus di +11.7%. I maggiori aumenti dei prezzi si sono visti a San Diego, Seattle e Phoenix. Ciò potrebbe alimentare l’aumento della spirale inflazionistica, che forse, Jerome Powell e il Board della Fed non possono più ignorare. Goldman Sachs, in una nota, ha lasciato intendere che il prezzo del petrolio potrebbe salire fino a 80 dollari al barile, per effetto dell’aumento della domanda globale, e ha ribadito che in generale prevede un aumento delle materie prime di circa il 13% nell’anno in corso. Insomma, le motivazioni per la Fed per essere maggiormente falco e meno colomba, forse ci sono. Intanto le borse restano piatte sui massimi storici, segno che se è vero che sembriamo su livelli molto tirati, dall’altro non paiono esserci motivazioni per una crollo del mercato azionario, specie dopo delle trimestrali positive.

Insomma il quadro generale della congiuntura macro sembra positivo ma basterà per convincere la Fed ad iniziare a parlare di tapering? Oppure il caso Bank of Canada rimarrà isolato? Lo scopriremo questa sera alle 20.00 cari amici. Preparate l’elmetto perché in caso di affermazioni forti, la volatilità, specie sulle valute e in particolar modo sul dollaro, potrebbe veramente aumentare in modo significativo, con uno di quei candeloni che di solito segnano un cambiamento sostanziale nelle dinamiche dei prezzi.

Questa notte, non bisogna dimenticarlo, sono usciti i dati sull’inflazione australiana del primo trimestre, uscita a +1.1% su base annua e +0.8% su base trimestrale, inferiore al consensus di +1.4% annuale e +0.9% trimestre su trimestre. AudUsd in ribasso di una cinquantina di pips da 0.7770 a 0.7720, con AudNzd sceso sotto quota 1.0800.

Cerchiamo ora di ipotizzare degli scenari possibili per stasera alle 20.00. Se Powell cominciasse a segnalare l’inflazione come obiettivo non lontano potremmo assistere ad un movimento pro dollaro significativo, e se osserviamo il Dollar Index, potremmo anche vedere accelerazioni verso 92.10-20, che intravediamo come primo target significativo. Nel caso contrario, ovvero di un Powell ancora abbondantemente accomodante, il movimento sarebbe contrario ma comunque, riteniamo noi, esaustivo nel giro di qualche seduta, in relazione al fatto che il mercato ha già anticipato, come price action, un evento del genere. Se osserviamo infatti UsdCad, che rappresenta probabilmente l’emblema di questa situazione, notiamo una discesa iniziale, una fase di congestione e poi ulteriore ribasso che si è fermato sui minimi precedenti di 1.2370-80. Nel caso di un Powell accomodante, potremmo anche scendere a 1.2350 e forse 1.2300 e 1.2280 ma lo spazio in discesa comincia a ridursi, rispetto agli eccessi visti. La nostra idea resta differente, ovvero che più Powell ritarda ora nell’esprimersi a favore di un tapering, più la rincorsa successiva, potrebbe diventare una bomba ad orologeria, soprattutto alla luce dei commenti dei big player sui prezzi dei vari settori, dall’immobiliare alle materie prime, come segnalato in precedenza.

Vedremo quindi insieme se la Fed rischierà di essere eccessivamente “behind the curve” oppure no. In passato è stata una banca centrale che ha fatto del timing un punto di forza. Sarà così anche questa volta?

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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