La paura di un allargamento a macchia d’olio dei contagi da coronavirus comincia a prendere piede e, per la seconda giornata consecutiva i mercati azionari, anche quelli americani, scendono senza soluzione di continuità. Il Dow Jones in due sedute, ha perso quasi 1.500 punti, ovvero il 5% circa mentre dai massimi ha già ceduto circa il 9% circa 2.700 punti. Di per sè ancora niente di eclatante (soprattutto vista l’entità della salita precedente) ma la velocità di discesa comincia ad essere importante. Le ragioni, ovviamente sono legate all’allargamento a macchia d’olio del coronavirus in Europa, specie nel nostro paese, e il timore che molti altri paesi non abbiano fatto controlli altrettanto seri, catalogando la malattia come semplice influenza, nel tentativo di non creare allarme ingiustificato, esiste. Secondo gli esperti siamo di fronte ad un rischio pandemico, come ha dichiarato Aylward dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, se non si agisce in fretta. Per il vaccino probabilmente ci vorrà un anno. Da quando nel nostro paese sono cominciati i controlli a tappeto, anche negli altri paesi europei cominciano finalmente a rendersi conto che occorrono controlli più severi e non è plausibile che vi siano oltre 330 casi nel nostro paese e nessuno nei paesi limitrofi, non essendoci “ancora” alcuna restrizione agli spostamenti. Ma il virus si sta allargando anche in Asia, con Corea del Nord e Giappone, principali vittime, insieme all’Iran.
I mercati cominciano ad avere paura. Sembra ormai scontato che il 2020 sarà un anno in cui probabilmente alcuni paesi entreranno in recessione o comunque vivranno una fase di deciso rallentamento. Basta pensare infatti che se il mondo rallenta i commerci e le produzioni per tre mesi è come se si perdesse il pil di un trimestre nel computo totale, e quindi è facile pensare che il Pil globale possa subire una contrazione sui delta anche del 25%. Il che significa che se il Pil globale cresce del 3.5% annuo, un 25% in meno potrebbe essere circa un 1%.
Nel mercato valutario, non osserviamo per ora, grande paura o scossoni enormi e rimaniamo all’interno di trading range abbastanza contenuti. Certo, la tensione è comunque palpabile ma risulta abbastanza difficile fare previsioni sui movimenti nel caso ci fosse un crollo dei mercati azionari. Per ora abbiamo visto il UsdJpy correggere ma non crollare, in un trend che paradossalmente, appare ancora rialzista, e solo una rottura di 107.80 potrebbe cambiare radicalmente tale scenario e siamo ancora a 110.30 40 area. AudUsd soffre maggiormente perchè ovviamente legata alla Cina, ma molti sottovalutano il fatto, a nostro avviso, che in Cina l’espansione del virus sembra decisamente in rallentamento rispetto ad altre aree del pianeta e forse sarà proprio la Cina a ripartire gradualmente prima degli altri. Euro e sterlina invece tengono bene e nelle ultime ore il dollar index ha mollato perchè si ha il timore che pure gli Stati Uniti saranno contagiati, in questo 2020, dagli effetti negativi che l’espansione del virus potrà causare all’economia a stelle e strisce.
A nostro avviso bisogna vivere alla giornata perchè siamo in balìa di notizie che ogni ora aggiornano il bollettino di guerra, perchè di questo si tratta, che arrivano dalle agenzie di stampa e che riportano i numeri del contagio, dei decessi in tutto il mondo. Situazione che non abbiamo mai vissuto in 35 anni di lavoro e non ci vergogniamo a dire che non siamo in grado di valutarne completamente gli effetti. Ci chiediamo se questa crisi sarà come quella del 2009, nel senso di movimenti di discesa dei mercati: se da un lato riteniamo che siano situazioni ben differenti, con la prima che era finanziaria e che avrebbe potuto portare al collasso economico l’intero pianeta se non fossero intervenute le banche centrali con massicce dosi di liquidità, dall’altro, questa crisi, potrebbe ridurre la crescita globale, senza ulteriori enormi effetti collaterali, a quanto si capisce. Ma bisogna però ammettere che il panico che si potrebbe generare a livello globale tra la gente, è qualcosa verso cui non possiamo valutarne completamente le conseguenze. Per questo andiamo avanti e viviamo, come detto alla giornata, cercando di individuare i punti di entrata a mercato, senza preconcetti o idee precostituite.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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