I certificati d'investimentoI certificati d’investimento condensano in un unico prodotto strategie altrimenti difficili da attuare. Il volume fornisce una conoscenza completa del mondo dei certificati, utile per sfruttare appieno il loro potenziale.

La prima parte del testo introduce gli elementi caratteristici dei certificati, analizzandone vantaggi e punti di attenzione, in un confronto sinottico con altri strumenti: azioni, obbligazioni, ETF, fondi comuni. Ogni tipologia di certificates è poi descritta analiticamente in schede tecniche di facile consultazione e si guida il lettore all’utilizzo pratico dello strumento.

La seconda parte del volume si inserisce nel più ampio contesto della gestione del portafoglio di investimenti, descrivendo il contributo dei certificate alla creazione di valore per l’investitore, anche con l’utilizzo di esempi pratici.

I certificati aiutano a prevenire errori d’investimento? Un intero capitolo è dedicato alla psicologia dell’investitore, descrive i classici errori decisionali (bias) e illustra come utilizzare i certificati per indurre a scelte efficienti, introducendo il Certificate Behavioural Portfolio.

In questo libro l’autore, forte di un’esperienza decennale nel settore, fornisce una guida completa all’utilizzo dei certificati d’investimento, illustrando, anche attraverso numerosi esempi tratti da casi reali, non solo le best practice, ma anche le worst practice, e fornendo così un ampio ventaglio di casistiche di riferimento.

Estratto del libro

Il presente volume è più di un manuale per l’uso. Attraverso la descrizione degli elementi dello strumento, il libro guida il lettore a un suo utilizzo intelligente e proficuo all’interno di un portafoglio d’investimento. È indirizzato in particolare ai consulenti finanziari, che ricercano una consulenza di contenuti e di spessore. Qui troveranno spunti significativi su come approcciare lo strumento in ottica di portafoglio, ma anche, elemento sempre più fondamentale, su come utilizzarlo in ottica comportamentale, aiutando il cliente a operare scelte per lui vantaggiose.

Il volume è indirizzato altresì a quegli investitori consapevoli, che vogliano fare un investimento in conoscenza e aggiungere un contributo personale al proprio benessere finanziario. Pensando a questi ultimi, ho formulato il Capitolo 2 come un capitolo di raccordo, per allineare tutti sulla conoscenza degli elementi utili alla comprensione del testo. Mi scuso pertanto con chi dovesse trovare alcuni passaggi eccessivamente semplici o superflui. Altri passaggi, di più difficile comprensione, sono inoltre adeguatamente segnalati ed è lasciata al lettore la facoltà di leggerli o passare oltre.

Il volume si divide idealmente in tre parti distinte: la prima introduttiva, la seconda descrittiva, la terza di approfondimento. I capitoli dal primo al terzo costituiscono, insieme, la prima parte, mentre i capitoli quattro e cinque rappresentano il corpo centrale e la parte prettamente descrittiva. I successivi capitoli, dal sesto al nono, rappresentano infine la terza sezione.
Entrando nel dettaglio dei singoli capitoli, il volume comincia tracciando uno spaccato del contesto attuale e analizza la diffusione dei certificati in Italia negli anni recenti.

Il secondo capitolo introduce lo strumento in sintesi, presentando le categorie in cui è suddiviso secondo la struttura proposta da Acepi, l’associazione più autorevole del settore. I certificati sono strumenti derivati. All’ultimo paragrafo del capitolo è assegnato il compito di dissipare l’alone negativo intorno ai derivati, illustrando i processi psicologici che determinano l’associazione, spesso errata, di tali strumenti a concetti come “speculazione” o “alto rischio”.
Gli elementi distintivi, punti di forza e di debolezza, sono descritti nel capitolo tre. I certificati sono messi a confronto con le asset class tradizionalmente in concorrenza (azioni, obbligazioni, ETF, fondi comuni), per definirne i tratti distintivi in chiave sinottica.

Il quarto capitolo, la cui lettura non è necessaria, ma consigliata per una comprensione profonda dello strumento, è dedicato alle opzioni, costituenti elementari dei certificate, con particolare riguardo a quelle più utilizzate nei certificati. Sono illustrate, inoltre, le variabili che influenzano il valore delle opzioni (le cosiddette greche).

Nel capitolo cinque sono invece descritte nel dettaglio tutte le tipologie standard di certificati esistenti. Nel fare ciò è stato utilizzato uno schema definito e sempre uguale che permetta, oltre alla lettura lineare del capitolo, anche una consultazione estemporanea a supporto dell’erogazione di consulenza o di una decisione d’investimento. A tale scopo è stata anche inserita, in coda al capitolo, una tabella che elenca in ordine alfabetico tutti i nomi commerciali di certificate attualmente catalogati, abbinando ognuno di essi alla tipologia di appartenenza, per una rapida individuazione delle caratteristiche dello strumento.

Il sesto capitolo allarga il focus, dal singolo prodotto alla gestione del portafoglio, descrivendo il decisivo contributo dei certificati alla sua costruzione, secondo i principi della finanza classica. Alcuni esempi pratici illustrano inoltre come il loro utilizzo possa in molti casi permettere vantaggi fiscali anche consistenti.
Anche i portafogli sulla carta più efficienti risultano inutili se l’investitore opera nel tempo scelte non ottimali, a causa di errori cognitivi o dell’influenza delle emozioni sulle scelte d’investimento.

Il capitolo sette dà quindi ampio spazio all’analisi dei certificati attraverso la lente della finanza comportamentale. Dopo una breve introduzione della disciplina, in cui si descrivono una serie di anomalie (o bias) decisionali che affliggono molti di noi come investitori, si illustra come alcune tipologie di certificati possano ridurre gli effetti negativi di tali bias (debiasing) o finanche sfruttarli per incentivare, al contrario, comportamenti virtuosi (nudging). Contributo originale del capitolo è, infine, il Certificate Behavioural Portfolio.

L’ottavo capitolo è formulato, invece, per essere una guida pratica all’investimento: partendo dall’analisi della scheda prodotto, si guidano infatti consulente e investitore, attraverso l’analisi di casi pratici, all’approccio dello strumento sia sul mercato primario, in fase di collocamento, sia sul mercato secondario, nelle piattaforme che ne permettono la negoziazione, aiutandolo a evitare le trappole che derivano da un’informazione errata o parziale e a scovare, viceversa, opportunità d’investimento.

Il nono e ultimo capitolo introduce infine il lettore nelle sale dello strutturatore, descrivendo nel dettaglio il processo di creazione (strutturazione) di un certificato, dall’input iniziale al collocamento sul mercato.

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