3 Ottobre, 2025
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    Come InvestireCome fare trading sull'ORO. La guida completa per investire sul metallo prezioso

    Come fare trading sull’ORO. La guida completa per investire sul metallo prezioso

    Si dice spesso che l’oro conserva il proprio valore anche nei momenti di crisi, ed è proprio per questo che molti grandi investitori ne hanno un po’ nel proprio portfolio. In momenti come quello attuale, in cui abbiamo subito una crisi senza precedenti a causa del coronavirus, lo vediamo bene. Lo scorso anno il prezzo dell’oro è salito di oltre 20 punti percentuale, toccando addirittura un nuovo massimo storico a quota 2.067 dollari per oncia nell’agosto del 2020.

    Oro, dopo mesi di alti e bassi, con la pandemia tutt’altro che risolta, il prezzo dell’oro continuerà a salire? Per rispondere a questa domanda è necessario valutare moltissimi fattori, e non solo dall’incertezza economica. Tra i fattori che influiscono maggiormente sul prezzo del metallo prezioso c’è l’inflazione, i trend stagionali, e soprattutto il rapporto che c’è tra l’oro e il dollaro statunitense.

    Ora per capire come fare trading sull’oro e quali sono i fattori che influenzano i prezzi, ti invito a leggere il resto dell’articolo.

    Cos’è e le caratteristiche dell’ORO

    Wikipedia dà la seguente definizione dell’oro:

    Oro (simbolo chimico: Au, dal latino Aurum) è un metallo prezioso di colore giallo, chimicamente resistente, ottimo conduttore termico ed elettrico, ma relativamente malleabile. Nel mondo è presente una quantità d’oro limitata. Le riserve non ancora estratte ammontano a circa 50.000 tonnellate d’oro. L’oro viene usato fin dall’antichità per la produzione di gioielli e oggetti decorativi, nonché come valuta. Oggi è un materiale importante nel settore dell’elettronica, grazie all’importanza della bassa resistenza alla trazione e alla buona resistenza alla corrosione. Solo il 7,5% dell’oro viene però utilizzato nell’industria e nella medicina, mentre il resto non viene consumato, ma resta nell’economia in qualche forma.

    L’oro viene scambiato sui mercati globali, il più famoso dei quali è la borsa di Londra (LSE, London Stock Exchange). Il prezzo globale dei metalli preziosi viene solitamente calcolato in dollari americani per oncia troy.

    Puoi investire in oro acquistando lingotti d’oro certificati, ma se preferisci non comprare oro fisico, puoi anche investire su strumenti che siano legati al prezzo dell’oro. Tra questi troviamo ad esempio contratti future, ETF e azioni di società legate all’oro. Inoltre puoi anche scegliere di speculare sui prezzi attraverso il trading sull’oro usando i CFD, presso una piattaforma di trading online. Se non hai esperienza di trading, ti consigliamo di provare l’ambiente di trading senza stress attraverso un conto demo e leggere alcuni dei nostri ebook gratuiti.

    Perché investire in ORO?

    Nessuna persona sana di mente acquisterebbe l’oro in attesa che il prezzo esploda come quello delle azioni Tesla, che ha guadagnato oltre i 750% in un anno. L’oro è uno strumento conservativo, considerato un bene rifugio nel mondo degli investimenti. Serve a proteggersi dall’inflazione, dai momenti di incertezza economica e dall’instabilità politica.

    Anche se viene percepito come una commodity che conserva il proprio valore, può succedere che se un investitore acquista l’oro al picco massimo del prezzo, debba attendere qualche decennio prima che raggiunga di nuovo il valore d’acquisto (tenendo in considerazione il valore d’acquisto reale al netto dell’inflazione).

    Questo grafico mostra il prezzo dell’oro dal 1915 ad oggi.

    Come mostra il grafico sopra, gli investitori che hanno acquistato dell’oro nel 2000 hanno visto il proprio investimento moltiplicarsi di cinque volte.

    Quali fattori influenzano il prezzo dell’ORO

    Parliamo ora dei fattori che lo influenzano il prezzo e analizziamoli nel dettaglio.

    L’ORO e l’inflazione

    Il prezzo dell’oro viene determinato principalmente dal rapporto tra domanda e offerta. Una teoria popolare vuole che l’aumento del prezzo dell’oro sia causato dall’alta inflazione. Ma è davvero così? I fattori che influenzano il prezzo dell’oro sono molti.

    Uno studio dal titolo di Golden Dilemma, condotto dagli economisti Claude B Erb del National Bureau of Economic Research e Campbell Harvey della Fukua School of Business è giunto alla conclusione che la correlazione tra il prezzo dell’oro e l’inflazione è tutt’altro che convincente.

    Se dunque la principale causa di aumenti del prezzo dell’oro non è l’inflazione, qual è? Potrebbe essere ad esempio la paura? Nei momenti di crisi è molto probabile che gli investitori trovino conforto nei beni rifugio, e l’oro è notoriamente tra questi.

    Abbiamo visto questo effetto nel 2020, dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus. Guardiamo però anche alla crisi del 2008: l’oro è cresciuto molto prima dell’inizio della crisi, raggiungendo 1 000 dollari per oncia prima dell’inizio del 2008 per poi crollare a 700 dollari per oncia dopo l’esplosione della crisi. L’oro ha poi continuato a crescere anche mentre i mercati azionari salivano. In altre parole, è cresciuto nonostante l’economia abbia recuperato terreno. Nel 2011 l’oro ha raggiunto i 1.921 dollari l’oncia, per poi correggere e rimanere stagnante per un lungo periodo.

    Quanto detto non dimostra in modo convincente che il prezzo dell’oro sia destinato a salire nei momenti di incertezza e a scendere quando l’economia mostra di essere in forma. Qual è il problema allora?

    Domanda e offerta

    Nel loro studio, Erb e Harvey concludevano che la domanda d’oro mostra un’elasticità di prezzo positiva. Quando più persone acquistano oro, in pratica, più il prezzo sale. O ancora, man mano che la domanda aumenta, il prezzo sale. Questo si verifica in qualsiasi stato dell’economia, indipendentemente dalla politica monetaria del momento.

    Questa conclusione non vuol dire però che il prezzo dell’oro sia del tutto casuale e totalmente soggetto agli umori degli investitori. Anche altri fattori influenzano il prezzo dell’oro, tra cui produzione e consumo, politiche delle banche centrali, prezzo del dollaro statunitense, stagionalità, sentiment dei principali speculatori ecc.

    Produzione d’ORO

    Dato che il prezzo dell’oro è fortemente influenzato dal rapporto tra domanda e offerta, è necessario monitorare in che modo si sviluppa la produzione di questa commodity. La produzione d’oro a livello globale non è aumentata molto negli ultimi anni. Il motivo è che l’accesso a riserve d’oro di qualità è complesso.

    C’è una pressione in continuo aumento per proteggere l’ambiente, e l’estrazione di oro nelle località meno accessibili si rivela più costosa. Di conseguenza, l’aumento dei costi si traduce in un aumento del prezzo della materia prima. In più, vale la pena ricordare che le riserve d’oro non sono infinite.

    Principali paesi produttori di ORO

    Il maggior produttore d’oro al mondo è la Cina, che nel 2019 ha prodotto 383 tonnellate di questa commodity. La Cina è il primo produttore da più di un decennio, ed è anche il primo paese per acquisto di prodotti di gioielleria.

    Al secondo posto si è piazzata la Russia, con una produzione di 329 tonnellate. La produzione d’oro nel paese è aumentata notevolmente negli ultimi anni Basti pensare che nel 2017 il paese aveva prodotto solamente 255 tonnellate d’oro. La Russia progetta di ampliare ulteriormente il settore minerario, fino a diventare il maggior produttore al mondo di questa commodity. Il maggior acquirente di oro russo è il governo stesso del paese.

    L’Australia ha conquistato il terzo posto in virtù di una produzione annuale di 325 tonnellate d’oro. Nel 2018 ne aveva prodotte 315 tonnellate. L’aumento della produzione si deve a una nuova miniera d’oro nell’area di Pilbara, Western Australia, nota in precedenza principalmente per l’estrazione di ferro.

    Nel 2019 gli Stati Uniti sono stati il quarto produttore d’oro, con ben 200 tonnellate estratte (11% in meno dell’anno precedente).

    Il quinto produttore al mondo è stato infine il Canada, che nel 2019 ha prodotto 183 tonnellate d’oro.

    Chi sono i principali consumatori d’ORO?

    Gran parte della produzione d’oro finisce solitamente nella gioielleria. Nel 2019, il consumo d’oro del settore della gioielleria è stato pari a circa metà della domanda India, Cina e USA sono tra i paesi che utilizzano la più grande quantità d’oro in questo settore.

    Gran parte della produzione d’oro finisce poi in monete e lingotti, acquistati anche dai piccoli investitori. I principali consumatori della produzione annua d’oro sono però gli ETF, che acquistano oro fisico per poi emettere delle azioni acquistabili dagli investitori. Secondo il World Gold Council, la domanda di questi fondi equivale al 29% della domanda totale di oro Il principale fondo ETF legato all’oro è SPDR Gold Trust (GLD), che detiene più di 1 040 tonnellate d’oro.

    Nel campo della lavorazione per varie tecnologie, l’oro viene utilizzato nei settori dei computer e della microelettronica, specialmente nella doratura di conduttori elettrici.

    L’oro viene inoltre utilizzato nei settori della medicina e della dentistica. Questi utilizzi costituiscono circa il 7% della domanda complessiva d’oro.

    Non possiamo poi dimenticare il ruolo delle banche centrali, che detengono oro sotto forma di riserva. Quando le banche centrali aumentano le proprie riserve d’oro, solitamente il prezzo aumenta di pari passo alla domanda. Ma quando l’economia è in buone condizioni, è più probabile che le banche vendano oro: al contrario dei bond, è infatti un bene non fruttifero. Il problema delle banche è che vogliono vendere oro nei momenti in cui non c’è interesse nell’acquisto. La conseguenza logica è dunque un calo del prezzo dell’oro.

    ORO e tassi di interesse

    Tra i vari falsi miti, troviamo quello che vorrebbe il calo del prezzo dell’oro quando il tasso d’interesse sale, proponendo dunque la tesi che tra i due vi sia un rapporto di inversa correlazione.

    La maggior parte degli investitori ha un motivo razionale per ritenere che questa ipotesi sia vera. Sembra logico: se i tassi d’interesse offerti dalle banche centrali aumentano, la domanda di strumenti che danno tassi di interesse più alti (come i bond) aumenterà a sua volta, spingendo così al ribasso il prezzo dell’oro, che non genera alcun rendimento.

    La storia dimostra però che questo ragionamento non trova la conferma dei fatti. Il prezzo dell’oro, ad esempio, ha iniziato a salire in modo notevole dopo il 1970, anche se i T-Bill annuali statunitensi (obbligazioni sul debito a breve termine emesse dal Dipartimento del tesoro americano) sono aumentati dal 3,5% al 16% del 1980. Nello stesso periodo, il prezzo dell’oro è salito in modo vertiginoso: da 50 dollari l’oncia a ben 850 dollari l’oncia. Quando poi il prezzo dell’oro è diminuito, sono scesi anche i tassi di interesse.

    D’altra parte, la teoria iniziale è supportata dall’aumento del prezzo dell’oro a cui abbiamo assistito dopo il 2000, in un periodo in cui i tassi di interesse sono diminuiti notevolmente Il periodo però non è sufficiente per confermare il valore statistico della teoria. Dopotutto, l’oro ha continuato a crescere anche tra il 2004 e il 2006, quando i tassi di interesse sono passati dall’1% al 5%. A conti fatti, dunque, il tasso di interesse non ha alcun impatto diretto sul prezzo dell’oro.

    È infatti impossibile fare qualsiasi deduzione dall’andamento dei due oggetti di analisi. Dato che un’immagine vale mille parole, diamo un’occhiata ad un altro periodo in cui è stato dimostrato il comportamento illogico del prezzo dell’oro. La figura 8 mostra l’andamento dal 2007 al novembre del 2020:

    L’immagine mostra lo sviluppo del prezzo dell’oro rispetto all’aumento dei tassi di interesse sui titoli di stato decennali americani. I rettangoli rossi mostrano il periodo in cui, secondo noi, la correlazione inversa prevista tra oro e tassi di interesse non ha funzionato.

    Nel primo rettangolo il tasso di interesse sale, così come l’oro, anche se la credenza popolare prevede che diminuisca. Nel secondo rettangolo, invece, i tassi scendono, ma anche il prezzo dell’oro Seguendo la logica del falso mito, avrebbe dovuto aumentare. L’ultimo rettangolo mostra infine un caso in cui i tassi di interesse salivano mentre l’oro rimaneva stabile. Al contrario, da fine 2019 vediamo un esempio perfetto di correlazione inversa tra oro e tasso di interesse: come si vede, infatti, il valore dell’oro aumenta, mentre i tassi d’interesse diminuiscono.

    Correlazione tra ORO e dollaro Usa

    Dato che l’oro è denominato in dollari Usa, possiamo facilmente immaginare che un calo del dollaro implichi un aumento del prezzo dell’oro: finché il dollaro è a basso prezzo, la domanda d’oro può aumentare.

    Con un dollaro a buon mercato, infatti, è possibile acquistare più oro. Quando l’oro è troppo costoso, invece, la domanda ha buone probabilità di scendere.

    Per verificare questa teoria abbiamo confrontato gli indici di oro e USD nel periodo che va dal 2007 su un grafico con un intervallo di tempo mensile.

    Nella figura sotto si nota il rapporto tra oro e l’indice legato all’USD su un grafico giornaliero nell’applicazione www.tradingview.com.

    L’indice legato all’USD è una linea nera nella finestra superiore, il prezzo dell’oro è una linea dorata nella finestra inferiore. Le linee verticali indicano le azioni della Fed.

    Vediamo che in alcuni periodi l’indice legato all’USD è sceso mentre l’oro saliva, ad es tra febbraio 2007 e marzo 2008 e da luglio 2010 ad aprile 2011. Vediamo anche periodi in cui il dollaro statunitense si è rinforzato mentre l’oro si indeboliva, ad es da luglio 2014 a dicembre 2015. Allo stesso tempo, però, notiamo un periodo in cui la correlazione inversa non funziona. Nella figura sotto, ad esempio, troviamo un grafico giornaliero che mostra il periodo compreso dalla fine del 2019 al primo 3Q del 2020.

    L’indice legato all’USD è una linea nera nella finestra superiore, il prezzo dell’oro è una linea dorata nella finestra inferiore. Le linee verticali indicano le azioni della Fed.

    In questo caso il rettangolo rosso indica il periodo compreso tra gennaio e febbraio 2020, quando il dollaro statunitense si è rafforzato, così come il prezzo dell’oro.

    Un’altra data interessante è domenica 15 marzo 2020, quando la Fed ha annunciato una drastica riduzione del tasso di interesse, dall’1,25 allo 0,25%. Si prevedeva che il dollaro si indebolisse, invece ha finito per rafforzarsi. Solo qualche giorno dopo il dollaro americano ha iniziato a perdere valore, e l’oro ha invece subito un apprezzamento. La correlazione inversa tra USD e oro si è manifestata dalla fine di aprile 2020.

    Correlazione tra Oro e Argento

    Probabilmente saprai che l’oro si muove in tandem con l’argento. Questo legame è immediatamente visibile nel grafito qui sotto.

    Come noterai, oro e argento si muovono in modo molto simile, formando picchi e minimi più o meno nello stesso momento.

    La differenza visibile è invece l’ampiezza della deviazione tra i due strumenti in alcuni periodi. Mentre l’oro scende, ad esempio, del 5%, il calo dell’argento potrebbe non essere del 5%. Potrebbe essere più contenuto (ad es del 3%) o più alto (anche del 7% o più) .Se la deviazione è estrema, come è stato nel marzo del 2020, tra i due metalli si verifica una pressione di tipo compensativo Nel secondo e terzo trimestre del 2020, ad esempio, oro e argento sono saliti di prezzo, ma l’argento lo ha fatto in maniera molto più importante.

    I vantaggi dell’utilizzo del rapporto oro/argento sono particolarmente chiari quando la differenza tra i due strumenti è più ampia.

    Quando il rapporto raggiunge valori estremi (ad es un valore superiore a 100), il trader può pensare di comprare argento, perché il metallo è a buon mercato rispetto all’oro. Se invece il rapporto è pari a 25, si consiglia di acquistare oro, perché in questo caso il prezzo dell’oro è basso rispetto a quello dell’argento.

    Quando il rapporto oro/argento sale in modo brusco, il prezzo dell’oro diminuisce, mentre se il rapporto scende, il prezzo dell’oro tende a salire. Possiamo usare il rapporto oro/argento come indicatore che può mostrarci i migliori periodi per fare trading sull’oro.

    Stagionalità dell’ORO

    Per gli amanti della statistica che non aspettavano che un dato davvero sorprendente, è il momento di stupirsi. L’oro mostra infatti dei pattern storicamente provati di comportamento stagionale

    Sapere in che mesi l’oro salirà e in che mesi tenderà a scendere può essere un’arma molto utile nel tuo arsenale di trading. Diamo un’occhiata alla figura 15, che contiene l’evoluzione del prezzo dell’oro mese dopo mese dal 1975.

    Le due società più pesante dell’indice sono Newmont Mining,e Barrick Gold, GLD – un ETF molto seguito che si concentra sull’oro.

    • I mesi migliori, in cui l’oro tende ad aumentare di prezzo, sono agosto e settembre
    • Dopo questi due mesi, il momento migliore per l’oro è quello che va da novembre a fine febbraio
    • Solitamente l’oro va peggio nel mese di ottobre, e male anche nei mesi di giugno e marzo

    Sei d’accordo? Abbiamo deciso di testare parzialmente il pattern di stagionalità sui dati degli ultimi 10 anni. Nella figura successiva vediamo un grafico nel quale abbiamo esaminato la forza con cui l’oro è cresciuto nei primi due mesi dell’anno sull’evoluzione del prezzo dal 2011

    Come vediamo, negli ultimi 10 anni abbiamo visto una crescita del prezzo dell’oro tra gennaio e febbraio in ben otto casi su dieci. Solo in due anni, il 2011 e il 2013, i primi due mesi hanno causato una perdita nell’oro. Possiamo dunque affermare che se i trader speculano su un aumento del prezzo dell’oro nei primi due mesi dell’anno, hanno un 80% di probabilità di avere ragione.

    Se vuoi sfruttare la stagionalità nella tua attività di trading, non dimenticare che ci dà una panoramica dei movimenti che sono avvenuti in passato, e ci indica con che probabilità l’oro tornerà a ripeterli in futuro. Non ci dice nulla, però, sugli avvenimenti attuali sul mercato Ecco perché la stagionalità è utile solo se inserita in un quadro di informazioni corretto.

    Strategie di trading sull’ORO con l’utilizzo dell’analisi tecnica

    Quello dell’oro è uno dei mercati più interessanti per fare trading, sia attraverso l’analisi fondamentale, del sentiment, della stagionalità e del report COT che tramite l’analisi tecnica.

    Esistono migliaia di strategie per fare trading sull’oro (vedi anche Le migliori strategie per guadagnare con il trading), ma nulla supera un grafico pulito con l’aggiunta di alcuni indicatori. Da qui sapremo elaborare i dati del mercato, che utilizziamo per fare trading, molto rapidamente. La strategia si baserà su un costante monitoraggio dei grafici, ma l’apertura dell’operazione sarà soggetta a una definizione meccanica.

    Anche se la complessità ha una sua bellezza, in questo caso adotteremo un approccio semplice: nel trading sull’oro, questa scelta paga. Puoi modificare la strategia in vari modi, e aggiungere altri fattori più adatti al tuo modo di fare trading, ma non complicare troppo le cose, o non sarai più in grado di aprire un’operazione in base a un segnale “semplice”.

    Strategia trend follow

    Sul mercato dell’oro, il trend si mantiene a lungo nel tempo. Per prima cosa ci concentreremo quindi sul monitoraggio del trend a cui vogliamo prendere parte.

    In primo luogo definiamo il trend che vogliamo seguire: nel caso delle operazioni a medio e lungo termine, scegliamo quindi le medie mobili da 100 e da 50 giorni Se il mercato è al di sopra della media mobile da 100 giorni, preferiamo operazioni long Se poi la media mobile da 50 giorni è anch’essa al di sopra della media mobile da 100, abbiamo un’ulteriore conferma della bontà della nostra scelta. Se invece il mercato è sotto la media mobile da 100 giorni, preferiamo operazioni short. Anche in questo caso, il fatto che la media mobile da 50 giorni sia sotto quella da 100 giorni non fa che darci un’ulteriore conferma.

    Utilizzeremo la stessa tecnica per le operazioni intraday, scegliendo però una media mobile calcolata sulle ultime 100 e 50 candele su un grafico a 4 ore o orario. Se il prezzo si limita a oscillare attorno alle medie mobili, il mercato non è in un trend ben definito, ed è dunque meglio passare a una strategia più adatta al movimento di stallo delle fasce di prezzo

    Livelli di supporto e resistenza

    Dopo aver identificato il trend giusto, cerchiamo delle fasce di prezzo: il mercato ne crea costantemente. In ogni trend vedremo che il mercato sale “a scalini”, per così dire, e lo fa per guadagnare forza in vista del passo successivo. In altre parole, sul mercato non ci sono mai ordini a sufficienza da fare in modo di mantenere un trend di crescita a lungo termine Gli investitori accumulano quindi le proprie posizioni per far proseguire il trend in queste fasce di prezzo.

    Ogni volta che il mercato fa un movimento impulsivo, aspettiamo che inizi a stabilizzarsi prima di cercare nuove entrate. Queste fasce di prezzo, che siano consolidamenti o accumulazioni, possono essere oggetto di trading man mano che si apprestano a spezzare le linee di resistenza superiori. Dopo aver atteso 4/5 candele, potremo poi iniziare a speculare sulla rottura della zona di accumulazione

    Quando il mercato dà inizio a questa fase, crea un massimo, poi solitamente tocca livelli più bassi, quindi riprende nel trend che aveva interrotto Nell’immagine di seguito vediamo che aspetto assumono queste bande sul grafico.

    Per prima cosa notiamo che il mercato è al di sopra della media mobile semplice da 50 e 100 giorni, il che conferma che il trend è al rialzo.

    Non appena il mercato si sposta al di sopra delle medie mobili, ci aspettiamo un movimento forte seguito da un periodo di stallo. Impostiamo gli ordini di trading appena al di sopra del limite superiore della zona di accumulazione, con un RRR da 1:1: a 1:2. Gli Stop Loss vengono invece posizionati al di sotto del limite inferiore della zona di accumulazione, o sotto la media mobile da 100 giorni.

    Dal grafico a 4 ore notiamo la presenza di due movimenti impulsive separati da una zona di accumulazione troppo ampia per un grafico a 4 ore. Per orientarsi meglio, è consigliabile passare a un intervallo di tempo più ampio.

    Tieni gli occhi aperti per assicurarti che il trend non venga interrotto da forti resistenze passate, che potrebbero invertirne la direzione o spingerlo a una correzione Come per qualsiasi altra strategia, anche questa richiede pazienza e disciplina: la pazienza di attendere il termine del consolidamento, e la disciplina per non andare contro il trend

    Il prossimo grafico mostra lo stesso periodo su un grafico giornaliero. Qui vediamo come il prezzo sia riuscito a entrare in una fase di accumulazione tra le due precedenti opportunità nel grafico più in alto, mentre sul grafico a 4H non era semplice da notare.

    La seconda opportunità di apertura di un’operazione è la stessa che avevamo notato sul grafico a 4H, e sulla destra vediamo l’ultima possibile entrata, alla rottura della zona di accumulazione. Tutto si basa sull’idea di attenersi al trend, in attesa che rompa verso l’alto il limite superiore della zona di accumulazione

    Correzioni del trend

    Allo stesso modo, mentre aspettiamo la rottura dell’importante livello di prezzo necessario a mantenere il trend, possiamo fare trading sulle correzioni più ampie sull’oro.

    Solitamente non si limitano a qualche candela, obbligandoci dunque a modificare la media mobile (che copia la forza del trend). Modificheremo il valore della media mobile portandolo a 200, per poi concentrarci su un grafico pulito che ci indicherà il momento ideale per entrare.

    Solitamente le correzioni di prezzo si notano fin da subito, quando il mercato inizia a mostrare massimi più bassi e minimi più bassi. Se però il mercato è ancora al di sopra della media a 200 giorni, il trend a lungo termine mostra una crescita e cerchiamo occasioni di aprire una posizione long. Ci interessa soprattutto vedere dei massimi più bassi, perché nella maggior parte dei casi sono questi che possono collegarsi a una linea discendente composta da 3 punti.

    Per aprire l’operazione cercheremo una rottura in questa linea verso il basso, per poi speculare sul proseguimento del trend. Il grafico di seguito mostra varie situazioni di questo tipo

    La prima opportunità si è verificata dopo la rottura delle medie mobile da 200 giorni, quando il mercato ha continuato a crescere, ma in seguito ha subito una correzione di diversi mesi.

    La graduale creazione di massimi più bassi ha creato la possibilità di tirare una trendline al ribasso, e sul grafico vediamo i possibili punti di entrata. Un’altra opportunità è capitata dopo un forte movimento al rialzo e la conseguente formazione di un consolidamento. Siamo tornati così alla precedente possibilità di entrata, che prevedeva la rottura del massimo dell’inizio del consolidamento. Un’altra occasione ha fatto seguito alla forte crescita e alla transazione del mercato verso il ristagno, così come la seconda entrata. La quarta operazione, tanto per cambiare, ha presentato una lunga correzione, con un punto d’entrata alla rottura della trendline ribassista Anche se nella quinta opportunità non abbiamo rilevato un minimo più basso, ma la formazione di un triangolo simmetrico, l’input si è rivelato identico: restare sul trend, ovvero spezzare la trendline al ribasso

    Perché fare trading sull’ORO

    Esistono diverse buone ragioni per fare trading su oro come:

    • Diversificazione: La presenza di oro in un portfolio equity-only può abbassare la volatilità per via dell’assenza di correlazione fra le due asset class.
    • Safe Heaven: L’oro rappresenta un ‘porto sicuro’ in tempi di incertezza economica internazionale e turbolenze di mercato, perché possono mantenere invariato il proprio valore.
    • Rischio di inflazione: Il valore intrinseco dell’oro è indipendente dalle valute. Spesso rimane inalterato anche se una valuta perde valore durante il periodo di inflazione.
      Speculazione sul prezzo delle materie prime: Loro può essere altamente volatile e mostrare importanti oscillazioni di prezzo. Fare trading su oro con i CFD può diventare un buon modo per trarre vantaggio da drastiche oscillazioni di prezzo.

    Fare trading sull’oro richiede molta accortezza, per via dell’alta volatilità del mercato e della vasta scelta di strumenti disponibili, dagli strumenti derivati, come i futures i CFD (contratti per differenza), ai titoli delle società produttrici di materie prime.

    Il prezzo di una commodity può essere molto difficile da stabilire con anticipo. Può cambiare improvvisamente per via di diversi fattori, come tempo atmosferico, instabilità politica o persino scioperi. A differenza dei titoli, in questo caso non abbiamo misurazioni finanziarie fondamentali, come la proporzione prezzo/guadagno, tassi d’interesse, ecc…

    Prima di fare un qualsiasi investimento in oro è importante pensare ad un’analisi tecnica e a quella fondamentale per comprendere le prospettive dell’andamento dei prezzi tra l’apertura e la chiusura della posizione.

    Per approfondire questo argomento ti invito a leggere l’articolo “Le tre principali forme di analisi di mercato. La guida completa“.

    Come fare trading su CFD di ORO?

    I CFD (contratti per differenza) sono uno dei modi più semplici e comuni per negoziare le commodities. Un contratto per differenza (Contract for difference, o CFD) è un tipo di contratto che intercorre fra un trader e un Broker, e mira a trarre profitto dalla differenza di prezzo fra la posizione di apertura e quella di chiusura di una negoziazione.

    Investire in CFD su oro ti solleva dall’inconveniente di dover pagare per il deposito, in caso di una consegna fisica. Utilizzando i CFD per fare trading sulle commodities potrai aprire una posizione al rialzo o al ribasso senza avere a che fare con i commodities exchange convenzionali, come CME, ICE o NYMEX.

    Inoltre i CFD offrendo l’opportunità di negoziare su oro in entrambe le direzioni; non importa che si abbia una visione positiva o negativa delle previsioni di prezzo, è possibile investire in entrambe le direzioni e trarre profitti dai movimenti dei prezzi.

    Il trading delle commodities su CFD spesso è privo di commissioni, i migliori Broker Forex CFD applicano solamente un spread.

    Un’altra cosa utile da sapere è che i CFD sono un prodotto a leva. Operando con un margine d’offerta pari al 10% (questo dato può variare a seconda della commodity e del Broker di CFD), significa che è necessario versare solo il 10% del valore della negoziazione che si vuole aprire, mentre il resto viene coperto dal Broker di CFD. Per esempio, se si desidera aprire un ordine di 1.000 euro sull’oro, e il proprio Broker richiede un margine pari al 10%, il capitale iniziale di cui è necessario disporre per aprire la negoziazione ammonta a soli 100 €.

    Grafico dell’ORO in tempo reale

    Migliori Broker per fare trading sull’ORO

    Scegliere un buon Broker è il primo passo importante per fare trading sull’oro in modo sicuro e beneficiare di piattaforme e strumenti ottimizzati per questa tipologia di investimento. L’oro è tra gli asset più scambiati al mondo, ma quello che fa la differenza sono i servizi del Broker e soprattutto la piattaforma di trading.

    Un buon Broker per fare trading sull’oro deve offrire un giusto compromesso tra numero e tipologie di materie prime negoziabili, strumenti di trading come piattaforme, grafici avanzati, segnali, analisi tecniche, analisi di mercato, ecc, e condizioni di trading, ovvero spread e margini il più possibile competitivi.

    I Broker online offrono generalmente CFD su tutte le materie prime considerate più liquide, ovvero petrolio, argento e oro, il metallo prezioso più scambiato. I migliori e più completi Broker offrono un range molto più ampio di commodities su cui fare trading, il che consente di diversificare il proprio portafoglio e l’investimento stesso.

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    I segreti per investire con l’ORO

    Gli amanti del trading sull’oro trovano in libreria e nei migliori Store online una chicca su questo tema; il nuovo libro di Carlo Alberto De Casa, una monografia interamente dedicata all’oro dal titolo “I segreti per investire con l’oro. Tutti gli strumenti per operare sul metallo giallo” nella seconda edizione.

    Oltre 60 pagine in più rispetto alla precedente edizione. In questa nuova edizione del libro Carlo Alberto De Casa, capo analista presso ActivTrades, esamina nel dettaglio i principali aspetti legati al metallo giallo, fornendo all’investitore una panoramica a pieno tondo sul metallo prezioso.

    Uno speciale sull’oro della Banca d’Italia, un viaggio alla scoperta degli intrighi e delle manipolazioni che hanno fatto saltare il banco del London Gold Fixing, ma anche le correlazioni dell’oro ed il rapporto fra oro e Bitcoin.

    La chiave di volta di questo libro resta dunque legata al trading ed alla finanza, presentando tutti gli strumenti finanziari che possono essere utilizzati dai trader per investire sul metallo prezioso (sia fisico che cartaceo). Vengono poi esaminate le correlazioni del metallo giallo ed il suo rapporto con i tassi di interesse.

    Il volume prosegue con un approfondimento circa l’importanza della presenza di una quota di oro all’interno di un portafoglio finanziario moderno, per poi porsi un’interessante domanda, studiando il rapporto fra oro e Bitcoin.

    In sintesi questo nuovo libro “I segreti per investire con l’oro” rappresenta una guida fondamentale per l’investitore che vuole capire e approfondire le dinamiche del mercato aureo e per chi si avvicina al trading e per chi vuole investire sull’oro, scoprendo le mille sfaccettature che hanno reso unico questo affascinante metallo.

    Carlo Alberto De Casa: Capo Analista presso ActivTrades ed analista tecnico de La Stampa. Collabora con Quadrante Futuro (progetto Centro Einaudi – Ersel) e ha partecipato, sempre con il Centro Einaudi, alla stesura del XVII Rapporto annuale sull’Economia. Ha lavorato a Londra per Bloomberg, per poi approdare al broker ActivTrades, specializzandosi sul mercato valutario e delle materie prime. È ospite del canale televisivo economico Class Cnbc, collabora con le redazioni economiche di Milano Finanza, la Repubblica, Il Messaggero e Il Giornale. Dal gennaio 2013 è analista tecnico per il quotidiano La Stampa, per cui cura la rubrica “La Settimana dei Cambi”. Più volte ospite della TV economica tedesca DAF, è spesso intervistato dai magazine Der Aktionär e Börse am Sonntag e da Reuters UK come analista sui mercati delle valute e delle commodities.

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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 25 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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