Per la terza sessione consecutiva l’oro continua a guadagnare terreno anche se alcune notizie derivanti dagli Stati Uniti stanno frenando il suo rally.
Nella giornata odierna, il prezzo dell’oro AUX/USD ha superato nuovamente il livello di resistenza posto a 1.600 dollari oncia per poi trovare ostacoli nella sua strada.
Il metallo giallo si è apprezzato in seguito alla debolezza del Dollaro USA mostrata dopo l’annuncio della Fed di lanciare uno storico programma di un ‘QE infinito’ per compensare il tumulto economico causato dall’epidemia di coronavirus.
Nel momento della stampa il cambio AUX/USD si trova in prossimità dei 1.600 dollari, dopo aver raggiunto i massimi intraday a 1.612 dollari.
Ad ostacolare la corsa dell’oro sono le notizie secondo cui il Senato degli Stati Uniti e l’amministrazione Trump siano vicini al raggiungimento di un accordo bipartisan sul massiccio pacchetto di spesa per combattere il coronavirus, e questo ha rafforzato la fiducia degli investitori. Ciò è stato evidente da una forte ripresa della propensione al rischio globale e rafforzata da solidi guadagni nei mercati azionari, che ha smorzato la domanda di beni rifugio, oro compreso.
Nel frattempo, lo stato d’animo del rischio ha permesso ai rendimenti dei titoli del Tesoro USA di rimbalzare rapidamente questo martedì, il che ha ulteriormente contribuito a mantenere un freno a qualsiasi corsa in fuga per il metallo giallo.
L’oro ha ridotto una parte dei guadagni di questa mattina ed ora sembra essersi stabilizzato nella cifra rotonda di 1.600 prima dei dati flash PMI manifatturieri e dei servizi statunitensi.
Commento sull’ORO da parte degli esperti
Carlo Alberto De Casa, Chief analyst ActivTrades, ha commentato questa mattina il mercato dell’oro nella rubrica ActivTrades Markets Commentary:
Il lancio da parte della Federal Reserve di un pacchetto di stimoli monetari potenzialmente illimitato e la chiusura di alcune raffinerie d’oro svizzere a causa del coronavirus stanno creando uno scenario molto positivo per il lingotto. Pertanto non sorprende che il prezzo sia in rialzo nonostante il ritorno temporaneo di una leggera propensione al rischio sui mercati. L’enorme ‘Quantitative Easing’ promesso dalla FED sta spingendo le borse al rialzo e stiamo dunque assistendo ad una correlazione positiva tra oro e indici, entrambi in ripresa. Gli investitori scommettono che il coronavirus potrà essere sconfitto in tempi ragionevoli, ma anche che le banche centrali sono ancora in grado di fermare la crisi economica che probabilmente seguirà questa crisi sanitaria con una politica monetaria iper-espansiva. Questo è un altro elemento positivo per il lingotto, poiché a differenza delle banconote, l’oro non può essere stampato.
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