
Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è diventata il tema dominante nei mercati, alimentando aspettative e capitalizzazioni miliardarie. Molti investitori hanno puntato su azioni AI senza analizzare a fondo i bilanci, convinti che ogni società coinvolta fosse destinata a crescere.
Oggi, però, emergono criticità: crescita rallentata, margini in calo e valutazioni fuori scala. Alcune aziende presentano multipli insostenibili, altre accumulano debiti per inseguire la corsa all’AI. Il rischio è evidente: se la bolla intelligenza artificiale dovesse ridimensionarsi e molti titoli potrebbero subire ribassi significativi.
Scopri le azioni AI più rischiose che potrebbero perdere valore nei prossimi mesi.
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1.
Le 10 Azioni AI Più Rischiose
- 2. SoundHound: crescita finanziata a caro prezzo
- 3. C3.ai: un brand attraente con numeri preoccupanti
- 4. Palantir: valutazione eccessiva nonostante i progressi
- 5. Oracle: debito elevato e ritorni limitati
- 6. CoreWeave: dipendenza estrema dai chip Nvidia
- 7. Salesforce: rallentamento della crescita
- 8. Apple: un gigante in difficoltà sull’AI
- 9. Tesla: narrativa AI che non regge i bilanci
- 10. Super Micro Computer: concorrenza crescente
- 11. Resolve AI: caso emblematico di sopravvalutazione
- 12. Tabella comparativa delle 10 azioni AI a rischio
- 13. Riflessioni Finali
Le 10 Azioni AI Più Rischiose

SoundHound: crescita finanziata a caro prezzo
SoundHound rappresenta un classico esempio di azioni da vendere nel settore AI. Con una capitalizzazione di circa 5,5 miliardi di dollari, la società mostra multipli sproporzionati rispetto alla realtà operativa.
Il margine lordo è sceso al 36%, un livello troppo basso per un’azienda software, mentre le perdite operative hanno superato i 240 milioni contro ricavi per soli 131 milioni. Le spese in ricerca e sviluppo equivalgono quasi al fatturato, segno che la sostenibilità del modello è in forte dubbio.
C3.ai: un brand attraente con numeri preoccupanti
Il nome e il ticker “AI” hanno reso C3.ai molto popolare, ma i fondamentali restano deboli. Con un valore di mercato di circa 3 miliardi e un rapporto EV/Sales pari a 6, l’azienda registra una crescita media del 15,5%, troppo bassa rispetto ad altri player del settore cloud.
Il vero problema è la gestione operativa: le perdite da attività correnti sono quasi pari ai ricavi, senza alcun segnale di inversione. Per chi cerca stabilità, questo titolo rientra tra i più rischiosi della bolla AI.
Palantir: valutazione eccessiva nonostante i progressi
Palantir ha costruito un’immagine solida grazie a clienti istituzionali e governativi, ma il prezzo del titolo è estremamente gonfiato. L’azienda tratta a 127 volte i ricavi e con un P/E forward superiore a 250.
Pur mostrando una crescita del 31% e una buona leva operativa, la valutazione presuppone un’espansione esponenziale che potrebbe non concretizzarsi. Anche un semplice ridimensionamento dei multipli rischia di tradursi in un calo dell’80–90%.
Oracle: debito elevato e ritorni limitati
Oracle ha deciso di investire massicciamente nell’AI, ma il percorso scelto desta dubbi. La società presenta un debito di 93 miliardi di dollari, mentre il cash flow operativo è intorno ai 20 miliardi, già assorbito in gran parte dagli investimenti.
A differenza di Microsoft o Alphabet, Oracle non dispone di liquidità sufficiente per finanziare la propria crescita senza indebitarsi ulteriormente. Questo rende l’azienda un titolo rischioso nella corsa all’AI.
CoreWeave: dipendenza estrema dai chip Nvidia
CoreWeave è cresciuta grazie al noleggio di GPU Nvidia, ma la sostenibilità di lungo termine resta debole. L’azienda contabilizza i chip su un orizzonte di 6 anni, mentre in realtà l’obsolescenza arriva spesso entro 3 anni.
I capex superano di dieci volte i flussi di cassa operativi, e gran parte della crescita è sostenuta dal debito. Un mix che espone gli azionisti a rischi significativi se le previsioni sui ritorni futuri non verranno rispettate.
Salesforce: rallentamento della crescita
Con una valutazione di 230 miliardi e un P/E vicino a 40, Salesforce dovrebbe essere in prima linea nell’adozione dell’AI. I dati raccontano altro: la crescita dei ricavi è scesa in area single digit, mentre l’azienda resta legata a un modello di abbonamenti costosi e difficilmente scalabili per piccole imprese.
Se l’AI favorirà l’emergere di realtà più snelle, Salesforce rischia di perdere terreno, diventando una delle azioni da vendere in prospettiva.
Apple: un gigante in difficoltà sull’AI
Apple continua a dominare l’hardware, ma sul fronte AI è rimasta indietro. Siri non è competitiva, le partnership sono incerte e l’azienda si concentra ancora troppo sulle vendite di dispositivi.
La crescita triennale è appena dell’1,8%, mentre il P/E è di 35. Le vendite hardware hanno toccato il picco nel 2022 e da allora mostrano segnali di declino. Con valutazioni così elevate, Apple potrebbe rivelarsi un titolo sopravvalutato nella bolla AI.
Tesla: narrativa AI che non regge i bilanci
Tesla si è presentata come pioniera nell’AI con l’FSD e il supercomputer Dojo, ma la realtà è diversa. Il team Dojo è stato sciolto, l’FSD non ha raggiunto l’autonomia promessa e i ricavi sono in calo dai 97 miliardi del 2024.
Con un P/E vicino a 200 e utili in contrazione, Tesla resta un costruttore automobilistico ciclico con una narrativa AI fragile. Per questo figura tra le azioni rischiose da evitare.
Super Micro Computer: concorrenza crescente
Super Micro Computer ha beneficiato dell’onda AI con una crescita del 62% annuo negli ultimi tre anni. Tuttavia, le passate problematiche contabili e la crescente pressione competitiva da parte di Nvidia e altri player riducono la visibilità futura.
Il titolo, pur redditizio, si colloca nella fascia delle azioni AI con elevata incertezza, più adatto a speculazione che a investimento stabile.
Resolve AI: caso emblematico di sopravvalutazione
Resolve AI è forse il titolo più estremo della lista. Con ricavi di appena 188.000 dollari e perdite per 138 milioni, la società vanta una valutazione vicina al miliardo.
La mancanza di un vantaggio competitivo e la totale assenza di profittabilità rendono questa società un chiaro esempio di azioni da vendere immediatamente.
Tabella comparativa delle 10 azioni AI a rischio
| Azione | Capitalizzazione ($ mld) | EV/Sales | P/E | Crescita Ricavi % | Debito Totale ($ mld) |
|---|---|---|---|---|---|
| SoundHound | 5.5 | >40 | N/A | N/A | N/A |
| C3.ai | 3 | 6 | N/A | 15.5 | N/A |
| Palantir | 44 | 127 | 600 (250 forward) | 31 | N/A |
| Oracle | 72 | N/A | N/A | Stagnante | 93 |
| CoreWeave | 62 | N/A | N/A | Elevata (capex-driven) | Elevato |
| Salesforce | 230 | 6 | 40 | Single digit | N/A |
| Apple | 2900 | N/A | 35 | 1.8 | Basso |
| Tesla | 1060 | N/A | 200 | Negativa 2025 | Moderato |
| Super Micro Computer | 26 | N/A | 26.6 | 62 (3Y CAGR) | N/A |
| Resolve AI | 1 | 23 | N/A | N/A | N/A |
Questa tabella evidenzia chiaramente le criticità: multipli insostenibili, crescita rallentata e livelli di debito che rendono questi titoli altamente vulnerabili alla bolla intelligenza artificiale.
Riflessioni Finali
L’analisi dei titoli legati all’intelligenza artificiale mostra come non tutte le società siano pronte a sostenere valutazioni così elevate. Alcune aziende presentano fondamentali solidi, altre invece appaiono gonfiate da aspettative irrealistiche e rischiano di trasformarsi in azioni da vendere prima che sia troppo tardi.
Per un investitore attento, questo rappresenta un passaggio cruciale: riconoscere i segnali di sopravvalutazione e distinguere i progetti realmente redditizi dalle narrazioni speculative. Evitare i titoli rischiosi non significa rinunciare all’AI, ma orientare il proprio capitale verso opportunità più concrete, con società capaci di generare utili sostenibili.
Seguire con attenzione i dati e le valutazioni permette di anticipare le mosse del mercato. E questo è il vantaggio competitivo più importante: trasformare la consapevolezza in rendimento. Chi saprà cogliere queste informazioni oggi potrà trovarsi domani nella posizione migliore per sfruttare le vere opportunità della nuova economia digitale.
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