Sterlina e Euro in ripresa. È questo l’inizio dell’inversione di tendenza?

Sul mercato valutario, a menare le danze, in questo momento, è la valuta britannica, che ha ripreso quota dopo la caduta della scorsa settimana, in ragione della presentazione di un piano di incremento della pressione fiscale e tagli alla spesa pubblica da 60 miliardi di sterline presentato dal cancelliere dello scacchiere Jeremy Hunt (25 di aumento delle imposte e 35 di tagli alla spesa), che ha ribadito la necessità di adottare questi provvedimenti per riuscire a tamponare il debito e gli aggregati di finanza pubblica, che sarebbero stati messi a rischio con il pacchetto che inizialmente il precedente Primo Ministro Liz Truss, aveva presentato, fatto di tagli alla pressione fiscale e sgravi sui dividendi e plusvalenze.

Il mercato ha reagito positivamente perché giudica realistici anche se purtroppo necessari, i sacrifici che il Regno Unito dovrà affrontare per poter risanare il bilancio e al contempo sopportare una probabile recessione, che ad oggi, pare ancora un atterraggio morbido, ma potrebbe diventare, nel caso di peggioramento degli aggregati, anche qualcosa di più importante. Il Cable, che aveva aperto a 1.1300 ha chiuso la sessione americana in area 1.1535, 235 pips di movimento progressivo e impulsivo. Anche l’Euro è salito sopra la parità a dimostrazione che le posizioni sul Cme a Chicago, che vedono gli istituzionali long di circa 10 miliardi di euro in posizioni futures (molti di più quindi presumibilmente sullo spot), evidentemente hanno una ragione di essere tali.

Quel che scrivevamo ieri quindi, sulla dicotomia che parrebbe una contraddizione tra analisi macro, ancora favorevole al biglietto verde, e analisi tecnica che invece sembra prefigurare una inversione strutturale di distribuzione sulla valuta americana, sembra essere confermato dai fatti, e probabilmente in questo caso l’analisi grafica parrebbe anticipare quel che potrebbe accadere prossimamente anche sui dati macroeconomici.

Ieri sera poi, a conferma di tutto ciò, è uscita una nota di un Istituto di Ricerca della Fed che ha evidenziato come la politica monetaria statunitense, sia attualmente significativamente più restrittiva di quanto suggeriscano i tassi di interesse. Peraltro in mattinata sono uscite voci di acquisti significativi di opzioni nel mercato SOFR, che è un tasso di interesse che misura il costo della raccolta di denaro overnight nel mercato a pronti contro termine dei titoli del Tesoro Usa, con l’aspettativa che la Fed rallenti il ritmo del rialzo dei tassi a 25 punti base o addirittura si fermi già nella riunione di Dicembre.

Senza dimenticare che, sempre ieri in serata, alcuni commenti di banchieri centrali della Bce, hanno lasciato intendere che anche le autorità monetarie del vecchio continente, non avrebbero in mente un livello a cui fermarsi con il livello pivot eventuale del costo del denaro, e continueranno ad alzare il costo del denaro in linea con le promesse di rialzo della Fed. Ciò ha contribuito a portare l’Euro sopra la parità ieri sera e a spingere le altre valute al rialzo rispetto alla divisa Usa. Ora, se anche la congiuntura macro, dovesse, prima o poi, confermare il cambiamento a cui stiamo assistendo con l’analisi grafica, probabilmente allora quello sarà il momento in cui dovremo stare molto attenti prima di acquistare nuovamente valuta americana, perchè lo spazio di ribasso è realmente significativo.

Sul fronte notizie, oggi è il giorno delle elezioni Usa di “mid term”, un vero e proprio banco di prova per Biden, quasi un referendum sulla sua persona. L’elezione riguarda i 435 membri della Camera dei rappresentanti, e un terzo dei 100 membri del Senato. Non dimentichiamo che verranno eletti anche i Governatori di 36 Stati sui 50 stati membri degli Usa. La sensazione è che una vittoria di Biden darebbe impulso al biglietto verde, mentre il contrario in caso di sconfitta.

Allacciamoci le cinture, perché la settimana si preannuncia alquanto volatile, anche in relazione ai dati sul Cpi Usa, sul Pil inglese e sulle vendite al dettaglio nel vecchio continente.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

Chi è ActivTrades

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ActivTrades Europe SA è autorizzata e regolata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF) in Lussemburgo. ActivTrades Europe SA è una società registrata in Lussemburgo, numero di registrazione B232167. ActivTrades Europe SA è una sussidiaria di ActivTrades PLC, autorizzata e regolata dalla Financial Conduct Authority, con numero di registrazione 434413. ActivTrades PLC è una società registrata in Inghilterra e Galles, numero di registrazione 05367727.

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