Siamo giunti a metà giugno e per ora il mercato non riesce a sbloccarsi dalla fase di neutralità che ne ha caratterizzato le price action negli ultimi 80-90 giorni. Le ragioni le abbiamo ampiamente richiamate e condivise anche in questa sede, ed ora dobbiamo concentrarci sull’analisi tecnica ben sapendo che a livello macro saranno i dettagli a fare la differenza, ovvero le dichiarazioni dei banchieri centrali, rispetto alle attese e alle previsioni.
Chi sarà il primo ad alzare il costo del denaro? Le banche centrali dei paesi esportatori di materie prime, che vivono un’impennata dell’inflazione generale, cioè inclusi alimentari ad energia, legata quindi all’aumento delle materie prime agricole o energetiche, ma che di fatto non vedono un’inflazione da aumento dei salari e da consumi andare avanti parallelamente, oppure le autorità monetarie di paesi trasformatori di materie prime che grazie ai sostegni fiscali fanno registrare un aumento anche di salari e consumi? Questo è la vera domanda da porsi cari amici, e a cui bisogna in qualche modo azzardare una risposta che, in qualche modo, appare come una vera e propria scommessa.
Osservando i dati macro nel dettaglio, notiamo infatti come le oceaniche per esempio vivano una sorta di pausa di riflessione, con dati macro che, nonostante l’incremento dei prezzi delle commodities, non riescono a far registrare un incremento dei prezzi altrettanto sostenuti che non siano sui settori alimentare ed energetico, e anzi mostrano un leggero rallentamento, allontanando di fatto le aspettative di tapering e di rialzo dei tassi.
L’Euro, che resta sopra 1.2100 non sembra avere la capacità di spingere il dollaro al ribasso per questioni macro, semmai invece per ragioni legate ai posizionamenti di mercato dei vari attori, istituzionali e non, e in ragione di un trend di fondo che, se analizziamo i grafici, resta ancora positivo per la moneta unica. Sterlina in trading range non lontano dai massimi anche se fatica a romperli, nonostante le parole dei banchieri della Bank of England che parlano apertamente di tapering, come Haldane la settimana scorsa. Jpy che resta debolissimo per ragioni macro, con inflazione ancora al palo e crescita asfittica in un periodo nel quale gli investitori hanno chiaramente abbandonato la divisa nipponica. Infine UsdCad che sul piano macro non avrebbe molte ragioni per salire ulteriormente contro dollaro Usa. Il cambio da venerdì scorso sembrerebbe aver trovato una base di ripartenza in area 1.2050-60 e con resistenza a 1.2140-50 violata proprio sul finire della scorsa settimana. Chi prevarrà quindi tra analisi tecnica e analisi macro economica su questi rapporti di cambio?
Come dissi tempo fa, bisogna vivere alla giornata, cercando di individuare quella coppia di valute che parrebbe più interessante come diversificazione di portafoglio e come gestione di un rischio che va in questo momento affrontato con grande cautela, visto che tutti i mercati sono apparentemente su degli eccessi. Azionario vicino ai massimi, durerà? Dollaro vicino ai minimi contro alcune specifiche valute, quando invertirà? Materie prime su livelli interessanti, con petrolio sopra i 70 dollari al barile, in controtendenza con la discesa di Cad sul finire della settimana appena trascorsa: tornerà la correlazione? Insomma un mercato caratterizzato da una diversificazione valutaria che ne indirizza l’orientamento.
La settimana entrante diventa quindi cruciale, soprattutto con la decisione della Fed, insieme alla Boj, ma anche con le minute della Rba. Sul fronte dati macro inflazione in Germania, in Uk ed in Eurozona, disoccupazione ancora in Gran Bretagna, vendite al dettaglio, produzione manifatturiera e produzione industriale negli Stati Uniti, inflazione anche in Canada, dato chiave per la valuta nordamericana. Una settimana densa di appuntamenti quindi, da vivere fino in fondo, sperando che Jerome Powell dia la scossa ai mercati. Chissà se dopo un’inflazione al 5%, la più alta in assoluto tra i paesi del G7, parlerà di tapering e di anticipazione del rialzo del costo del denaro.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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