Si riduce la volatilità sul mercato dei cambi. È solo una pausa?

Dopo alcune sedute caratterizzate da alta volatilità, ieri, sul mercato dei cambi, la giornata ha mostrato invece un andamento delle price action laterali, tipico di una seduta di consolidamento o che dir si voglia, correzione, che è la naturale conseguenza di movimenti erratici precedenti che necessitano di una pausa.

Le principali coppie valutarie si sono mosse in 40 pips di trading range, comunque mantenendo una volatilità di brevissimo termine sufficiente, e tale da renderla comunque una sessione operativa interessante. L’Euro, contro dollaro, è rimasto ancorato tra i supporti posizionati tra 1.1410 e 1.1420 e 1.1460 70 al rialzo. Si sono mossi leggermente in modo più erratico i cross, specie EurJpy, che complice, un aumento leggero dell’avversione al rischio sui mercati azionari, è sceso qualcosa rispetto ai massimi di venerdì scorso, da 132.10 a 131.30. A portare tensione sui mercati, è il sell off a cui si assiste sul mercato obbligazionario, che evidentemente sta scontando il probabile rialzo dei tassi, che un po’ ovunque caratterizzerà le politiche monetarie dei prossimi mesi.

Il rendimento del decennale americano ha superato la soglia di +1.93%, un livello che non si vedeva da oltre due anni. In Europa stesso andamento per i titoli di Grecia Portogallo e Spagna. In Germania invece è diminuita la produzione industriale, un dato inatteso, a -0.3% su base mensile a dicembre contro previsioni di un +0.4%. Si tratta del primo calo della produzione in tre mesi, dovuto soprattutto alla discesa dei consumi. Evidentemente l’aumento della materie prime comincia a farsi sentire anche sul livello dei consumi e probabilmente contribuirà a calmierare leggermente l’inflazione, pur in presenza di politiche monetarie presumibilmente restrittive, il che pero non può essere considerato un buon segnale per il prossimo futuro. Al riguardo sarà importante continuare a monitorare i dati macro, che nel caso di rallentamento marcato, potrebbero indurre le autorità monetarie a rallentare il ritmo delle restrizioni, e a tirare il fiato, specie per quel che riguarda il pagamento degli interessi sul debito. E’ pure vero che l’inflazione aiuta a deprimere e svalutare il debito stesso quindi è difficile fare delle valutazioni che siano certe, relativamente a cosa sia meglio in questo momento per le banche centrali. Certo è che non devono rischiare eccessi di volatilità in un senso o nell’altro e a noi pare che questa volta l’impresa di tenere i mercati calmi, non sarà così facile come in passato. Mentre in passato bastava il Qe a combattere una deflazione galoppante scaturita soprattutto da un mercato del lavoro in eccesso di offerta e salari in discesa, oggi le autorità monetarie devono far fronte al rischio stagflazione, con una inflazione galoppante e una crescita che rischia di non tenerne lo stesso ritmo. Cosa fare? Fino ad ora le banche non hanno alzato il costo del denaro per evitare il rialzo dei rendimenti, tenuti comunque sotto controllo. Se invece li alzano indiscriminatamente rischiano di stoppare la ripresa, e di generare un aumento rilevante degli interessi sul debito da pagare. Per contro, un rialzo dei tassi ritardato, rischia di far esplodere l’inflazione, con conseguenze negative su crescita e ripresa dei consumi nel medio termine, pur offrendo benefici per la riduzione del debito che si svaluta, ma con i risparmiatori che sono i veri danneggiati da un provvedimento del genere. E meno risparmi significano poi meno possibilità di investimento. Questa volta quindi è diverso. E l’anno in corso non sembra proprio uno di quelli da prendere tanto alla leggera.

Sul fronte operativo, ci pare di poter ancora vedere fase laterale di breve termine anche se il dollaro resta a rischio per una ulteriore gamba ribassista nelle prossime sedute.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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