Quale sarà l’impatto del risultato delle elezioni politiche del 4 marzo sui mercati finanziari?
Qui di seguito l'interessante commento di Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades.
Le elezioni del 4 marzo sostanzialmente consegnano agli Italiani un paese ingovernabile. L'ipotesi di un nuovo accordo fra Partito Democratico e Forza Italia – con i numeri che stanno emergendo – non risulta possibile. Si allontana dunque l'ipotesi di un Gentiloni Bis, mentre si aprono nuovi scenari, anche nel centrodestra in seguito al sorpasso della Lega nei confronti di Forza Italia.
Nonostante la tenuta intorno al 36-37%, il centrodestra non ha la maggioranza assoluta. Non credo sia facile trovare i 40-50 parlamentari che mancano per formare un governo, anche perché verosimilmente il PD non fornirà alcuna stampella a questo ipotetico governo. La leadership di Salvini rende ulteriormente più complicato il tutto. Una figura come quella di Tajani sarebbe stata verosimilmente più adatta alle larghe intese.
La reazione dei mercati finanziari
La reazione dei mercati finanziari viene sicuramente mitigata dal voto tedesco, con l'SPD che ha accettato la nuova Grosse Koalition con Frau Merkel. Sui mercati grigi (prima dell'apertura ufficiale delle 23 CET) l'euro dollaro era salito fino a 1,2360, per poi scendere a 1,2320 dopo i primissimi numeri in arrivo dall'Italia. Il recupero dell'euro, derivante dalle news tedesche, è dunque stato azzerato. Gli indici paiono tenere, scontando una sorta di possibile nulla di fatto sul piano politico nel futuro immediato.
Al momento lo scenario è quello dell'ingovernabilità. È lecito attendersi una reazione negativa, anche poderosa nell'eventualità di un asse Lega + Movimento 5 stelle, soprattutto se le tematiche legate all'uscita dall'euro dovessero riaffiorare, al momento la vedo relativamente difficile da costruire. Se, invece, si andasse verso una grande coalizione basata sulla figura di Tajani o una figura istituzionale simile, sia l'indice italiano che lo spread sui titoli di stato ne risentirebbero decisamente meno. È chiaro che al momento uno scenario da non trascurare è quello di un governo di scopo per formare una nuova legge elettorale e di un nuovo voto in autunno o ad inizio 2019.
Commento di Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades