Non era così difficile immaginare come avrebbero reagito i mercati durante e dopo l’audizione della Yellen al Senato. Il governatore della Fed ha fatto quello che ragionevolmente era nelle aspettative: ha ribadito che i tassi di interesse dovranno aumentare, poi in modo volutamente distratto ha ricordato che c’è un po’ di euforia in giro, ma soprattutto non ha voluto disturbare le intenzioni del governo di sostenere i mercati borsistici.
Ribadendo questo, la Fed ha sostenuto il dollaro e ha di nuovo messo pressione sull’euro, mostrando i limiti di una svalutazione della valuta continentale che finora grandi riflessi positivi sui dati macro non li ha portati (Pil nell’area a macchia di leopardo, e così pure dicasi per le previsioni di crescita 2017 da parte della commissione europea).
Il DAX ha registrato una compressione di volatilità per otto ore di fila dentro 35 punti circa e di conseguenza, sull’accelerazione messa a segno dopo la chiusura dell’indice, stamattina il piccolo gap mette comunque in crisi nuovamente i detentori di posizioni ribassiste.
Il grafico che alleghiamo mostra chiaramente tramite l’indicatore Lapidari Sentiment lo squilibrio delle forze in campo, che pur essendo euforico non sembra saggio contrastare. I listini americani hanno rotto dei livelli importanti, che da giorni andiamo annotando nelle nostre analisi: 20.350 per il Dow Jones, 5.250 per il Nasdaq, area 2.320 per SP500. La ridotta volatilità non pone le quotazioni attuali poi così lontano dai prezzi, ma proprio perché ancora piuttosto bassa non credo sia viatico per segnali di inversione.
I tentativi di rimbalzo da parte di oro e Bond nella prima parte della seduta di ieri sono stati prontamente respinti, e manca quindi come già detto l’indispensabile pattern di rotazione sui beni rifugio.
In termini di analisi, sicuramente durante la seduta odierna andranno seguite molte presentazioni trimestrali europee e tecnicamente saremo pronti a monitorare il tentativo da parte della borsa italiana di uscire dalla resistenza di 19.250. È questo un livello molto importante, insieme alla zona di stazionamento dei prezzi nella prima ora di contrattazione di 11.830 per il Dax.
Vi sono in ogni caso zone importanti di supporto per Ger30 a 11.673, Euro50 a 3275, 18.880 per Ita40, 2308 per SP 500, 5230 per UsaTec, 20.240 per UsaInd.
A parere dello scrivente, c’è buona probabilità che anche forti discese abbiano al momento attuale più probabilità di essere superate che di essere interpretate come fine del rally.
Giovanni Lapidari per ActivTrades