Quantitative Easing o tapering, sui mercati regna uno stato di incertezza

Inizia oggi un’altra settimana sui mercati finanziari dove regna ancora quell’incertezza che ci portiamo dietro da mesi, legata alle due forze che si contrappongono e che sono relative al Quantitative easing da una parte e il tapering dall’altra. Ogni tanto assistiamo alla prevalenza di una di queste due forze, in relazione ai dati che vengono pubblicati e alle interpretazioni relative che il mercato dà loro, ma poi l’equilibrio torna e i prezzi trovano una loro parziale stabilità. Il risultato è che da almeno due mesi assistiamo, eccezion, fatta per qualche coppia di valute, ad un trading range abbastanza contenuto, fatto di up and down che sono interessanti per un’operatività laterale.

Ma facciamo un breve passo indietro e torniamo alla settimana scorsa, nella quale abbiamo visto pubblicati due dati americani, inflazione e vendite al dettaglio, apparentemente contraddittori nella loro rilevazione. Mercoledì scorso i dati sull’inflazione hanno mostrato un aumento sensibile negli Stati Uniti, un +4.2% su base annua nel dato generale e +3.6% nel dato core. Venerdì invece i dati sulle vendite al dettaglio sono uscite decisamente peggiori del consensus a 0% il dato generale di aprile e a -0.8% quello depurato dalle vendite del settore auto. Questa apparente contraddizione darebbe ragione alla Fed, che ancora insiste sul fatto che la salita dei prezzi sia temporanea e di breve termine ed è per questa ragione che la banca centrale Usa tiene il Qe aperto e non vuole sentire parlare di tapering, assolutamente prematuro. Di fatto quindi la Fed accetta questa inflazione che pare legata ai prezzi delle commodities, in rialzo ormai da qualche mese, e che sarebbero pertanto responsabili dell’aumento dell’inflazione. Detto questo però, i programmi di investimenti in infrastrutture e il pacchetto Biden per rilanciare gli investimenti pubblici, non possono essere ignorati e se è vero che in questo momento negli Usa i sussidi, pari a circa 3 trilioni di dollari, arrivando ad imprese e famiglie, hanno in qualche modo distorto il mercato del lavoro (c’è sicuramente qualcuno che preferisce vivere sussidiato piuttosto che lavorare), dall’altro gli ulteriori investimenti che verranno destinati alle infrastrutture e al rilancio degli investimenti non potranno non avere effetti positivi sul mercato del lavoro e non generare prima o poi inflazione da consumi.

Ma veniamo alle prospettive per i principali rapporti di cambio. E’ una settimana nella quale i dati potranno muovere le price action, considerato il fatto che oltre ad ascoltare i commenti dei banchieri centrali nei loro consueti interventi settimanali, riceveremo domattina i dati relativi al Pil giapponese seguiti da quelli relativi al Pil di Eurozona, insieme al trade balance. Sempre domani riceveremo i dati sul mercato immobiliare Usa, permessi di costruzioni e nuovi cantieri, per poi ricevere mercoledì i numeri su inflazione australiana, europea, inglese e canadese, i veri market movers del mercato in questo periodo. Giovedì i dati su occupazione australiana e canadese, per poi venerdì chiudere con i Pmi di Eurozona, Uk, e Usa senza dimenticare le vendite al dettaglio per il Canada.

Una settimana intensa quindi nella quale potremmo vedere qualche movimento. EurUsd per ora resta al di sotto delle resistenze chiave poste a 1.2175-85 area e se dovesse rompere al ribasso l’area 1.2105-15 potremmo riscendere verso 1.2050-60 che la settimana scorsa ha tenuto egregiamente. Il Cable sembra voler attaccare ancora 1.4110-15 area, senza per il momento avere successo. I supporti si trovano in area 1.4000, vera area psicologica cruciale. UsdCad sembra accumulare, anche se molto lentamente, nonostante vi sia ancora una enorme pressione ribassista. Il punto chiave è rappresentato da 1.2200-10 area sopra e 1.2040 sotto. Sulle altre coppie siamo ancora nel trading range della settimana scorsa e per ora non pare di vedere nulla di estremamente rilevante. Per questo viviamo alla giornata e cerchiamo di capire le principali dinamiche che possono muovere i prezzi.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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