Le tensioni sul commercio continuano a dominare la scena e in mezzo a tanto caos ci si dimentica spesso di osservare i dati macro, che rappresentano, nel mercato dei cambi, un eccellente ragione per decidere i propri investimenti di medio e lungo termine. Il tutto non vieta di operare anche nel brevissimo, ma tendenzialmente il nostro mercato sta diventando, per le caratteristiche di price action, un qualcosa che si orienta maggiormente al medio termine.
La ragione di quanto andiamo affermando sembra da ricercare nella price action che, almeno in questo periodo, sembra limitare l’operatività di brevissimo con movimenti insignificanti predominanti (10 pips a volte per ore e ore), alternati a movimenti repentini e molto più impulsivi nei quali però è assai difficile entrare, per cui o si provano ad anticipare oppure diventa complicato “buttarsi dentro” come si dice in gergo, data l’altissima volatilità. Detto questo, veniamo alle oscillazioni di questa notte, che sono state più erratiche soprattutto sulle oceaniche, le quali vivono un periodo di estrema difficoltà rispetto al dollaro, in ragione delle tariffe, che colpendo lo Yuan, vanno di riflesso ad intaccare Aud e Nzd, storicamente legate a doppio filo al gigante asiatico, essendo praticamente quest’ultimo, il primo partner commerciale di entrambi i paesi. Ma la guerra commerciale ha esacerbato la discesa di entrambi, e graficamente osserviamo addirittura 15 candele consecutive ribassiste sul daily nonostante in questo periodo i dati usciti abbiano confermato una ripresa della congiuntura nelle aree considerate.
Stanotte sono stati pubblicati i dati sull’occupazione neozelandese, tra cui l’employment change, uscito a +1.7% su base annua contro un +1.2% atteso, mentre su base trimestrale lo stesso dato ha evidenziato una crescita dello 0.8% contro previsioni di +0.4%. Il tasso di disoccupazione in Nuova Zelanda, è uscito al 3.9% contro un attesa del 4.3% e i guadagni orari settimanali hanno fatto registrare un brillante incremento del +1.1% contro un consensus di +0.5%. Dati assai interessanti che dimostrano come il deprezzamento del tasso di cambio (oltre il 4% da metà luglio) e le manovre espansive della Rbnz di abbassamento del costo del denaro stiano dando i primi frutti. Per Aud vale la stessa cosa nel senso che la discesa che ha portato il tasso di cambio sotto 0.6800 in poche settimane unita ai due ribassi del costo del denaro della Rba, hanno cominciato a produrre effetti positivi sulla bilancia commerciale dei beni e servizi, il cui surplus è aumentato a 8.3 miliardi di dollari australiani rispetto ad attese di 6 miliardi e un dato precedente di 5.7 miliardi. Il che significa un incremento di quasi il 40%, non poco in così breve tempo. Significa anche che gli effetti dei dazi, non paiono, se non in misura limitata, aver intaccato la crescita del paese, il cui export è aumentato comunque dell’1% nel periodo in oggetto. Stamani inoltre, la Rba ha lasciato i tassi invariati al minimo storico dell’1%, come da attese e nello statement si legge che la politica monetaria resta accomodante per supportare l’economia che però sembra dare segni di ripresa, mentre si osservano da vicino gli sviluppi del mercato del lavoro. In questo contesto la correlazione tra UsdYuan e AudUsd sembra più legata ai timori su eventuali nuove tariffe e sulle tensioni Usa Cina più che ad una realtà dei fatti che non pare così drammatica come il mercato vuol far apparire attraverso una price action molto forte. La tenuta della congiuntura e anzi, una ripresa che si intravede, lo dimostrano. Vedremo se la price action privilegerà ancora le tensioni commerciali presenti oppure se i fattori macro prenderanno il sopravvento.
Per il resto, segnaliamo il tentativo di EurUsd di rompere le resistenze a 1.1250, per ora fallito con un ritorno sui primi supporti a 1.1200, e la forza di EurGbp che stanotte è andato ad attaccare quota 0.9250 per poi tornare a 0.9210. Siamo vicini ad aree veramente cruciali e non lontano da possibili punti di inversione che però andranno confermati.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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