Se fino a qualche giorno/settimana fa, avevamo la netta percezione di quelli che erano gli obiettivi di questa amministrazione Usa, oggi questo tentativo di comprensione, per noi è decisamente più complicato.
La nostra idea sul Presidente Usa era quella di un uomo che aveva a cuore gli interessi della classe media americana e incarnava il sogno del veder ritornare grande gli Stati Uniti. Le armi da usare, all’inizio della sua campagna elettorale, erano la riforma fiscale e l’eliminazione della riforma sanitaria di Obama, e un minor impegno a livello internazionale e geopolitico, in una specie di ritorno di un isolazionismo di lontana memoria, che però desse la possibilità al paese di cambiare le proprie strategie economiche e politiche.
L’altro strumento da utilizzare era la svalutazione competitiva del dollaro, che per alcuni anni, era salito e si era rivelato eccessivamente forte. Le preoccupazioni sulla bilancia commerciale erano state la molla che aveva spinto Trump a portare avanti una campagna elettorale basata proprio sui temi cari all’America profonda, quella dei grandi latifondi e dei produttori di beni agricoli o dei texani produttori di petrolio.
Trump ha vinto e ha cominciato a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, iniziando dalla riforma fiscale e minacciando poi l’introduzione di dazi, muri, insomma quanto bastava a scaldare il cuore di quell’America profonda appena richiamata.
Vi sono però ora dei possibili intoppi in quanto c’è qualcosa che a nostro avviso Trump non riuscirà a controllare e questi sono i mercati finanziari. Ad oggi il Presidente è riuscito nell’intento di deprezzare il dollaro, mantenendo però i mercati azionari forti, nonostante qualche avvisaglia di quel che potrebbe succedere l’avevamo intravista nel mese di Gennaio, e questo sembrava di fatto un successo già importante, ma ora secondo noi la guerra commerciale scatenata sui dazi, rischia drammaticamente di ritorcersi contro le aspettative del Presidente. Infatti l’avversione al rischio che inevitabilmente sta montando a causa della guerra commerciale che sembra voler scatenare, (anche se non sembra ad osservare la salita del biglietto verde e la discesa dell’oro), porta ad una declino del solo UsdJpy, e non del biglietto verde contro le altre valute, che invece si rafforza, anche grazie alla Fed, che ha promesso ben 4 rialzi del costo del denaro. Non solo, ma tutto ciò sembra mettere a rischio l’integrità del mercato azionario Usa, che potrebbe seguire e iniziare a scendere. Risultato? Dollaro in deciso apprezzamento, borse in discesa, tassi in rialzo con conseguenze negative anche sui mutui e sul mercato immobiliare.
Poco importa se poi i rendimenti dei treasuries potranno salire, offrendo quindi agli investitori interessanti remunerazioni, perché non era quello che Trump aveva promesso ai suoi elettori, quella classe media tartassata dall’amministrazione precedente. Se questa fase di risk off sfuggisse di mano, i risultati potrebbero essere decisamente spiacevoli per il Presidente, anche perché, non dimentichiamolo, la riforma fiscale necessità di una crescita del 3% anno, per evitare un aumento spropositato del debito pubblico, e se le borse crollano, crollano i profitti aziendali con conseguenze decisamente pesanti tutto il sistema. Ma il Presidente continua imperterrito a twittare e a sostituire pezzi importanti dell’amministrazione precedente, e i mercati cominciano ad innervosirsi.
Osservando il UsdJpy, si rileva infatti come la mancanza di rimbalzi stia creando le condizioni per una rottura al ribasso di 105.25 30 e un movimento che potrebbe portare i prezzi tranquillamente in area 100.00. Ma tutto ciò porta con sé un aumento dell’avversione che causa la discesa di tutti i cross dello Jpy, AudJpy, NzdJpy, EurJpy, GbpJpy, che di conseguenza spingono i cambi originali AudUsd, NzdUsd, EurUsd, e Cable al ribasso come sempre succede quando osserviamo un aumento importante dell’avversione. E questo succede mentre il mercato azionario, resta tutto sommato sostenuto. Non vogliamo immaginare cosa succederebbe nel caso di crollo dell’equity. Pertanto occorre prudenza e consapevolezza che siamo di fronte a mercati nuovi rispetto agli ultimi 7 / 8 anni, che potrebbero peraltro portare ad un deciso rallentamento della congiuntura globale, e qualcuno dice anche, in recessione.
Intanto, a Buenos Aires, sono radunati i Ministri delle Finanze e i Governatori delle Banche Centrali del G20 e quindi ci aspettiamo decisa volatilità oggi, magari dichiarazioni distensive da parte degli attori principali che potrebbero aiutare i mercati, anche se sappiamo che è parte di una retorica ormai collaudata. La settimana, da questo punto di vista, si presenta come assai interessante, e non certo priva di spunti che potrebbero creare volatilità. Staremo a vedere, cinture sempre allacciate e leva bassa.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
I vantaggi di fare trading con ActivTrades
- Fai trading con ActivTrades, no commissioni nè costi nascosti per aprire o chiudere un ordine;
- Stabilisci il tuo rischio, negozia a partire da un micro lotto e massimizza la flessibilità del tuo trading con la leva fino a 1:400;
- Puoi fare trading 24 ore al giorno, ActivTrades ti fornisce assistenza dalle 11 p.m. della domenica fino alle 11 p.m. del venerdì;
- Metti in pratica le tue capacità con le migliori piattaforma di trading;
- Webinar settimanali e formazione personalizzata con formatori specializzati;
- Prova la demo gratuita oggi stesso – REGISTRATI QUI