Viviamo ormai una fase interlocutoria da qualche giorno, in un mercato che ancora evidenzia incertezza su quasi ogni fronte, a partire da quello geopolitico, che sembra ormai cristallizzato. Non sembra, per il momento, che le parti in causa vogliano realmente trovare un accordo per il cessate il fuoco e si prosegue con continue provocazioni da una parte e dell’altra, insieme alle sanzioni che se da un lato vogliono isolare la Russia, dall’altro ben presto faranno sentire i loro effetti anche sulle economie del vecchio continente. E naturalmente proseguono i bombardamenti e l’invasione russa.
I mercati sembrano vivacchiare, con le materie prime che se non altro si sono leggermente fermate e hanno corretto qualcosa. Il petrolio naviga sotto quota 100 a 95 mentre l’oro resta fermo in area 1925 1930. Tecnicamente sul crudo siamo su supporti interessanti che potrebbero anche generare nuovi rialzi verso 108 109, ma attenzione all’eventualità di rottura di questi supporti nelle vicinanze, tra 90 e 92 dollari, che se rotti, potrebbero generare impulsività con target possibili addirittura in area 70 dollari. Ma forse questi livelli potrebbero essere visti solo in caso di cessate il fuoco e di una pace duratura e stabile, con conseguente eliminazione delle sanzioni, fatto altamente improbabile ora.
Sul fronte macro, ieri sono usciti i dati sui sussidi di disoccupazione Usa, a 166 mila nuove richiesta, il livello più basso dal 1968, ovvero 53 anni orsono. Le aspettative del mercato erano in area 200 mila, quindi un dato apparentemente positivo che però viene di fatto neutralizzato dai sussidi continuativi, che invece sono saliti a 1.52 milioni, ben sopra le attese di 1.31 milioni, quindi circa 210 mila in più del previsto. Forse, a tendere cominceremo a vedere un rallentamento della congiuntura anche negli States, la cui banca centrale però prevede un rialzo dei tassi di 50 basis points il prossimo 27 28 aprile. I rendimenti dei titoli di stato confermano questo scenario con il decennale salito a +2.66%, il più alto livello da 3 anni a questa parte.
Passando alle valute, segnaliamo il continuo rafforzamento del rublo contro dollaro, arrivato ad un minimo di 75.80 e stabilizzatosi poi intorno ai 78 rubli per biglietto verde. Continuano infatti le conversioni in rubli da dollari ed euro, da parte degli esportatori di gas e materie prime, i quali incassano valuta buona e poi la vendono sul mercato, per effetto degli obblighi imposti da Putin qualche settimana orsono (80% da convertire per legge), mentre non si trovano compratori di dollari disposti a pagare un 20% all’anno circa di swap negativo, dopo il rialzo dei tassi della banca centrale russa a tale livello. In questo delicato momento, alla Russia una rivalutazione anche eccessiva del cambio va comunque bene in quanto gli occidentali che comprano il gas sono disposti per ora a pagarlo qualsiasi prezzo, per poter far andare avanti le proprie aziende e non fermare le produzioni, mentre nel caso ci fosse uno stop alla domanda, che poi crediamo sia lo scopo delle sanzioni, allora la Russia potrebbe anche decidere di modificare il proprio piano d’azione e togliere l’obbligo di conversione, così come abbassare il costo del denaro, facendo indebolire nuovamente la valuta. In questo momento, duole dirlo, ma la parte debole siamo noi in Europa. E infatti l’Euro continua a scivolare lentamente contro le principali valute, spinto dalle preoccupazioni che alcuni paesi europei, nell’arco di qualche mese, entreranno anche in recessione.
Tra le altre valute segnaliamo ancora debolezza di Jpy, che però tiene meglio in quest’ultima fase rispetto alla moneta unica. La Bce farà qualcosa per evitare di importare ulteriore inflazione? Questa è la domanda da porsi in questo momento, per capire se la banca centrale europea cercherà in qualche modo, di fermare la discesa della moneta unica. Per ora, a parte qualche scossone nelle price action che abbiamo intravisto ieri, con improvvisi recuperi di EurUsd sui supporti chiave, il che ci aveva fatto pensare all’eventualità appena descritta, non abbiamo osservato molto altro. Nelle dichiarazioni comunque, l’autorità monetaria del vecchio continente, è apparsa maggiormente hawkish, facendo pensare ad un paio di rialzi dei tassi nel secondo semestre. Aspettiamo conferme.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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