Dopo aver testato nuovi massimi relativi di periodo, ieri i mercati azionari hanno iniziato una fase di correzione. Sebbene questa correzione sia stata limitata, non si può escludere un suo approfondimento. I principali indici americani, come il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq, hanno registrato cali moderati.
I verbali della Federal Reserve (Fed) non hanno portato novità significative, confermando il mantenimento dei tassi d’interesse ai massimi degli ultimi 22 anni (5.25%-5.50%) per evitare un’eccessiva restrizione monetaria. Tuttavia, il Presidente della Fed ha espresso dubbi sulla precisione delle previsioni di settembre, che suggerivano un ulteriore aumento dei tassi.
Dati Macroeconomici Preoccupanti
I dati recenti sul mercato immobiliare statunitense hanno mostrato un calo significativo nelle vendite di case esistenti, il più basso in 13 anni. Anche l’indice delle attività della Fed di Chicago ha registrato un calo, segnando il punto più basso degli ultimi sette mesi.
Questi dati potrebbero influenzare la correlazione tra dati economici negativi e la speranza di un arresto nell’aumento dei tassi, che finora ha avuto un impatto positivo sui mercati azionari.
Un’eventuale percezione di un “hard landing” economico potrebbe portare a una nuova dinamica di mercato, più focalizzata sulla crescita economica piuttosto che solo sull’inflazione.
Dinamiche Valutarie: Il Dollaro e Altre Valute
Il dollaro ha mostrato un leggero recupero, mentre lo yen giapponese ha registrato una perdita.
Il mercato valutario rimane centrato sul dollaro, con movimenti significativi nei cross valutari. Ad esempio, l’EurCad ha mostrato una possibile inversione di breve termine, mentre AudCad e NzdCad hanno incontrato resistenze chiave. La parziale correzione dell’UsdCad, in seguito ai dati sul CPI inferiori alle attese, ha mostrato una reazione che sembra contraddire la logica comune, ma che potrebbe essere spiegata dal principio di “buy on rumors, sell on news“.
Argentina: La Proposta di Dollarizzazione e le Sue Implicanze
In Argentina, la proposta di dollarizzare l’economia da parte di Milei rappresenta una svolta rispetto alla tendenza dei Brics verso la dedollarizzazione.
La dollarizzazione mira a eliminare il rischio di svalutazione improvvisa e a stimolare la fiducia degli investitori esteri. Tuttavia, questa transizione presenta sfide significative, come la perdita di sovranità monetaria e la dipendenza dalle decisioni della Federal Reserve americana. Inoltre, l’Argentina non potrebbe più svalutare la propria moneta per guadagnare competitività internazionale e la banca centrale perderebbe il ruolo di prestatore di ultima istanza in caso di crisi. La storia mostra che la dollarizzazione è stata efficace in paesi piccoli, ma per un paese grande come l’Argentina, i risultati potrebbero essere diversi.
Commento di Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società Broker Forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività Forex attraverso una chat e un webinar live.
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