Si avvicina rapidamente anche la fine del mese di maggio, caratterizzato da un cambiamento delle price action rispetto ai mesi precedenti. Si è trattato, in definitiva di un periodo nel quale, sul fronte cambi abbiamo notato una correzione del dollaro, dopo mesi di rafforzamento persistente legato al fatto che la divisa americana ha rappresentato, in un contesto assai complicato, la valuta rifugio a cui tutti gli investitori si sono rivolti.
A contribuirne alla salita, la guerra, che ancora non ha visto una soluzione diplomatica imporsi, oltre ad un persistente aumento dell’inflazione, generata da prezzi significativamente più alti di energia e materie prime, cioè una inflazione da costi, mentre il forte aumento dei prezzi, accompagnato da persistenti interruzioni dell’offerta, ha provocato anche una carenza di prodotti che ha portato i prezzi a salire, generando di conseguenza anche una inflazione da domanda.
Le banche centrali hanno alzato il costo del denaro ma non si fermeranno qui, e una delle prime conseguenze è il calo della domanda, che già si comincia ad intravedere, e che dovrebbe contribuire a riportare i prezzi, nel medio termine, verso livelli inferiori a quelli attuali. Ma, contemporaneamente, potremmo assistere anche ad un rallentamento economico più o meno marcato, che in qualche caso, sfocerà anche in recessione. Molti analisti pensano che l’autunno prossimo andrà peggio, specie se pensiamo che il gas naturale, che un anno fa costava 400 dollari, ed è salito a 3000 per poi correggere a 1.000, costo attuale, il prossimo autunno potrebbe anche salire a 3.500 dollari per mille metri cubi, il che rappresenterebbe una seria minaccia per le economia sviluppate, Ue, Uk ma anche Us.
Ma ora entriamo a piè pari nel mese di giugno, che, se la storia si ripete, di solito rappresenta un mese abbastanza tranquillo per l’operatività sui mercati finanziari, anche se questo 2022 ha già dimostrato di essere profondamente diverso e soggetto ad attacchi di panico, che ne hanno aumentato drasticamente la volatilità rispetto agli anni scorsi e paragonabile solo al 2020, quando scoppiò la pandemia. In ogni caso i dati evidenziano un rallentamento, che potrebbe portare ad una pausa estiva nel rialzo dei tassi, anche se le banche centrali sono disposte ad accettare anche la recessione, pur di riportarli intorno ai livelli considerati naturali, appena sopra al 2%.
Guardando ai differenti mercati, e all’analisi tecnica, segnaliamo una configurazione, definita spinning top su base giornaliera, sulle borse Usa, segnale di grande incertezza, con possibilità sia di rialzo che di ribasso, anche se nei time frame inferiori la configurazione settimanale evidenzia un movimento impulsivo rialzista che sembrerebbe portare ad ulteriori balzi in avanti. Il che probabilmente dipende proprio dall’idea che il mercato si è fatto dopo gli ultimi dati Usa, inferiori alle attese, e che fanno pensare ad un pausa nella politica monetaria, il che è positivo per i mercati azionari.
Tornando ai cambi e al dollar index, segnaliamo che scende dal 13 maggio con due settimane di discesa impulsiva che potrebbero anche essere parzialmente corrette con movimento al rialzo verso almeno la EMA (exponential moving average) a 21 giorni, passante a 102.55, circa l’1% più alto dei livelli attuali. Se così fosse potremmo attenderci un movimento al ribasso di euro e sterlina (per correlazione) prima di vedere l’attuale fase di accumulazione giornaliera riprendere verso gli obiettivi che sono comunque fissati in area 1.0860 e 1.0920 per l’EurUsd e 1.2720 e 1.2900 per la valuta britannica. La correzione però è possibile quindi strategicamente, sarebbe forse più opportuno attendere le correzioni prima di entrare nell’ultimo movimento ribassista del biglietto verde. I livelli da osservare sono a 1.0640 50 per la moneta unica e 1.2510 20 per la sterlina. Interessante anche la discesa di UsdCad, dovuta soprattutto al rialzo del petrolio che sul Wti è salito oltre 113.50 e potrebbe ancora rafforzarsi, spingendo il Cad a rompere le resistenze sul greenback. Supporti posizionati per UsdCad a 1.2680 90 e nel caso di rottura, possibile accelerazione verso 1.2580 90 area.
UsdJpy che è tornato a dipendere dall’azionario e dal risk on/off che di volta in volta in questo ultimo periodo, si alternano. Dopo aver corretto quasi 450 pips il Usd sembra incapace di tornare sopra 128.00, dove si posiziona la ema a 21 giorni che potrebbe fare da primo baluardo in questa evidente fase distributiva a massimi decrescenti e minimi decrescenti che comunque si nota sui grafici daily. Attenzione ai movimenti dell’equity per comprendere la direzione del UsdJpy con lo Jpy finalmente tornato valuta rifugio.
Oceaniche che mantengono un tono positivo in una fase di accumulazione che perdura e con i prezzi che sembrano voler raggiungere l’area della ema 100 200 che su AudUsd è posta tra 0.7220 e 0.7260 mentre per NzdUsd è più lontana, ovvero a 0.6650 e 0.6770 (ema 100 e 200 rispettivamente). Sui cross segnaliamo EurGbp in trading range tra 0.8480 e 0.8550 mentre l’EurJpy sembra cozzare contro la resistenza chiave a 136.90 già sentita diverse volte. Tra i cambi emergenti, UsdRub che sale a 66.30 dopo i minimi visti pensate a 54.40 il 25 maggio e in seguito al taglio dei tassi del 3% della banca centrale russa. Dobbiamo dire che la Russia, da un punto di vista meramente finanziario, ha retto bene alla precedente svalutazione che aveva portato i prezzi a 126.50 e che dopo l’obbligo di pagamento in rubli per le forniture di gas, ha visto aumentare drasticamente la domanda di rubli al punto tale che dai massimi di 126.50 del 10 marzo, si è scesi progressivamente fino al 54.50 del 25 maggio. Ciò ha permesso alla banca centrale russa, di abbassare il costo del denaro fino all’11% dal 14%. Tecnicamente i primi target sono posti in area 70.00. Per quanto riguarda il UsdCnh, altro tentativo di rialzo del biglietto verde la settimana scorsa, però frustrato in area 6.789 da vendite che hanno creato un massimo inferiore rispetto a quel 6.8370 fatto registrare il 13 maggio scorso e che rappresenta il massimo di periodo. Tecnicamente potremmo ricominciare a scendere verso i primi supporti rilevanti a 6.64 e 6.61.
Ma ora comincia una settimana assai interessante sotto il profilo delle news che usciranno, a cominciare dai payrolls negli Usa e dai dati sull’occupazione. Ci sarà rallentamento economico? Attenzione anche all’Ism, al Chicago Pmi, e agli altri indici sul mercato del lavoro. Non dimentichiamo la decisione sui tassi della Boc, attesa al rialzo di 50 punti base. Sull’Eurozona, inflazione e Pil per i principali paesi, così come per Australia. Sulla Cina, attesi i Pmi, che dovrebbero mostrare ancora contrazione in ragione delle restrizioni anti Covid imposte nell’ultimo periodo. Buon trading e buona settimana
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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