Qualcosa, nella price action che osserviamo quotidianamente sul mercato, sta cambiando. Fino ad un paio di sedute orsono, si assisteva a movimenti lenti al ribasso del dollaro, tipicamente correttivi, alternati a recuperi più impulsivi e sostanziali e si aveva la sensazione che da un momento all’altro, il biglietto verde sarebbe stato in grado di far registrare nuovi massimi. La fame di dollari sembrava inarrestabile e lasciava ovviamente perplessi il fatto che qualsiasi movimento di oro, azionario, o altra materia prima, non modificava tale scenario sul valutario. Poi qualcosa è cambiato, nel senso che, mentre il dollaro continuava a riprendersi velocemente dopo qualche correzione, subentravano pero’ ordini di vendita che lentamente ne hanno modificato la struttura, nella price action e i rialzi del biglietto verde, lentamente sono andati riducendosi sempre di più mentre i ribassi hanno cominciato a diventare più impulsivi e costruttivi. Ne abbiamo avuto conferma ieri sulle oceaniche, che sembravano sempre rompere al ribasso e i supporti crescenti che via via si formavano, ma alla fine tenevano e successivamente salivano sopra le resistenze violandole con buchi di prezzo in quasi ogni circostanza. E stamani ci troviamo con EurUsd a 1.1080 vicino alle prime aree di resistenza chiave poste in area 1.1100 e obiettivi, che se venissero violati questi primi livelli, potremmo anche ricercare in area 1.1230. Il Cable ha fatto un movimento impressionante: lunedì scorso nel tardo pomeriggio, quotava ancora 1.1460 e dopo 3 sedute e mezzo, lo troviamo a 1.2277, oltre il 5.5% di rialzo. AudUsd a ridosso della resistenza chiave a 0.6130 35, con la possibilità, nel caso di violazione, di ritorno in area 0.6300. NzdUsd vicino a 0.6000, dopo che il 19 marzo, ovvero 5 sedute fa, si trovava in area 0.5465, ovvero l’8% meno di oggi. Movimenti che ricordano i mercati azionari o le valute emergenti, come lira turca o rand sudafricano, non certamente quelle del primo mondo industrializzato. Anche UsdCad ha perso 700 pips che in termini percentuali, rappresenta quasi il 5% in 5 sedute.
Insomma un mercato che lentamente sta tornando quello precedente ai picchi di volatilità raggiunti la settimana scorsa, anche se ci vorrà tempo, perchè delle tre questioni che bisogna affrontare, quella finanziaria, quella sanitaria e quella economica, solo la prima sembra essere stata risolta dall’intervento massiccio delle Banche Centrali che hanno tirato fuori i cannoni e hanno provveduto a fornire liquidità praticamente illimitata ai mercati. Ma ovviamente, non basterà a far ripartire tutto, in ragione del fatto che prima vanno risolte la questione sanitaria, verso la quale gli esperti parlano di almeno un mese o due, e quella economica, che, considerati i lockdown che osserviamo in moltissimi paesi, prenderà più tempo, perchè in questo caso la crisi sarà del settore privato e delle aziende, alle quali dovranno essere forniti aiuti concreti, denaro e sconti fiscali, per poter affrontare le emergenze ed evitare la distruzione di importanti settori del tessuto economico nei diversi paesi, non solo in Italia. E’ notizia di ieri che Austria e Germania hanno rifiutato l’emissione dei corona bonds, a cui avevano fatto richiesta diversi paesi, Italia e Spagna in testa, ma anche la stessa Francia e ciò rischia di indebolire una Ue già peraltro divisa sulla decisione della Bce di stampare e immettere liquidità nel circuito. La situazione, nel vecchio continente, pare delicata e solo il ritorno allo spirito guida basato sulla solidarietà che ne aveva caratterizzato la nascita, potrebbe far ritornare fiducia sull’intero progetto europeo.
Intanto segnaliamo il dato dei jobless claims in America che ha sfondato al rialzo tutti i grafici storici mai visti in passato con 3.283.000 richieste di sussidi rispetto ad un consensus di 1.000.000. Ricordiamo che durante le grandi crisi passate, si era arrivati una volta a 700.000. La pandemia negli Usa sta crescendo a ritmi importanti, ed emergono segnali di lockdown importanti come il coprifuoco a Miami da mezzanotte alle sei di mattina. Forse anche per questa ragione, il dollaro sta perdendo terreno, in quanto l’effetto valuta rifugio, potrebbe venir meno proprio in relazione al fatto che i dati macro potrebbero evidenziare un paese in pesante recessione già da questo trimestre. Staremo a vedere.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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