Ricomincia una nuova settimana, all’insegna della stabilità sul mercato dei cambi, nonostante le notizie macro e i rumors che emergono, dovrebbero per la verità, creare volatilità.
In UK sembra che si riesca a formare un Governo tra i conservatori e gli Unionisti Irlandesi, ma il governo stesso sembra appeso ad un filo, anche perché ci sono già state delle defezioni nei tories, e altre potrebbero essercene.
In Europa, e in particolar modo in Francia, al primo turno delle legislative, Macron sembra che superi il 30% e si appresta ad avere la maggioranza assoluta mentre il Front National si ferma al 14%. I socialisti ne escono demoliti con il leader Hamon eliminato al primo turno. Nonostante tutto questo la sterlina, che ci aspettavamo poter scendere, è addirittura salita fino a 1.2770. mentre l’Euro resta stabile appena sopra 1.1200.
Insomma viviamo periodi nei quali il mercato appare disallineato rispetto alle notizie che arrivano. L’Euro, dicevamo, resta solido, con i prezzi che tengono quota 1.1200, e proprio sull’Euro sembra giocarsi la partita all’interno della Bce, dove appare evidente il non allineamento e unanimità degli schieramenti. Da una parte i sostenitori del tapering, guidati dalla Germania e dall’altro Draghi e i suoi accoliti favorevoli al mantenimento del QE. Al momento, i filo tedeschi sembrano spuntarla e il mercato sembra dargli maggior credito rispetto al tentativo, seppure lodevole, del Presidente, di mantenere un Euro debole per aiutare i paesi più deboli, Italia in testa.
Tra le altre valute lo jpy rimane incerto, tra 111.50, area che per ora sembra invalicabile e 109.20 che ora è il supporto chiave che il mercato deve tenere per poter dare qualche rinnovata speranza di salire.
Non dimentichiamoci che mercoledì sera la Fed sarà chiamata a decidere sui tassi e sembrano ormai scontate le previsioni di un rialzo del costo del denaro all’1.00% – 1.25%. Il dollaro, dovrebbe in teoria beneficiarne, ma per ora non intravediamo ancora segnali in tal senso. Ci saremmo aspettati di più e questo dimostra che probabilmente il mercato è già sufficientemente long dollari e il rischio invece è per un declino ulteriore.
Tra le valute oceaniche, i movimenti sembrano privilegiare una possibile correzione al ribasso di Nzd Usd, rispetto al dollaro australiano, salito meno e probabilmente in fase di consolidamento, mentre il dollaro neozelandese, sembra impiccato sui dei massimi che presupporrebbero qualche correzione ribassista. Il cross AudNzd sembrerebbe pronto a reagire dai minimi dell’ultimo periodo.
Interessante anche l’evoluzione del petrolio, sceso un area 45.50 e pronto a nostro avviso, a riprendere quota rimanendo nel range richiesta e sostenuto un po’ da tutti, anche in sede Opec, ovvero quel 45 – 55 dollari che sembra non scontentare nessuno, almeno per il momento. Siamo nella parte bassa di questo range e potremmo per questo rivedere livelli più alti.
Buon trading a tutti
Saverio Berlinzani per ActivTrades
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