Nelle ultime sedute, e principalmente in seguito alla decisione presa sul Recovery Fund del Consiglio d’Europa, molti commentatori internazionali hanno analizzato a fondo il significato di un siffatto evento e sono giunti alla conclusione che si tratti di un passo in avanti significativo per l’Unione Europea. Ma che significa tutto ciò? Sostanzialmente ciò che emerge, è che l’Europa ha cominciato a condividere i problemi e a cercare di risolverli, nonostante le ovvie resistenze interne di alcuni paesi, ma per arrivare a tutto ciò occorre mettere un freno ai paesi che più di altri sembrano aver perso l’orientamento legato ai parametri di stabilità e di bilancio, tra cui ovviamente il nostro. Ai commentatori esteri non importa se ciò significherà recessione, sacrifici, perdita delle tutele e riduzione della spesa pubblica anche necessaria, anzi, per la grande finanza e per gli analisti di questi Istituti, i sacrifici significano riforme strutturali, più o meno imposte dall’esterno, e necessarie, a detta loro per il buon funzionamento dell’Unione. A pochi importa il fatto che vi siano ragioni strutturali, legati all’inefficienza dell’area valutaria Euro, che di fatto danno un vantaggio competitivo in partenza a certi paesi rispetto ad altri e a pochi importa che bisognerebbe forse cambiare la struttura di questa Unione Monetaria, rendendola più forte, probabilmente, attraverso una maggiore unione politica e fiscale. Ad oggi, con le attuali regole, per molti di questi analisti, questo accordo va nella direzione giusta, e bisogna proseguire per questa strada, quella a tendere, delle riforme strutturali. Forse non stanno facendo però i conti con il fatto che i paesi indebitati come il nostro, con tali riforme in arrivo, probabilmente vedranno il proprio tessuto industriale e la loro economia sfaldarsi progressivamente e diventare paesi con un peso economico e politico minoritario rispetto al passato.
Questa premessa è stata fatta per spiegare come tutte le analisi sul mercato, ci portino a considerare un rialzo della moneta unica nel medio e lungo termine, anche significativo. Tecnicamente, nel breve termine l’Euro pare in condizione di estremo ipercomprato e sembra poter correggere anche 100-150 pips dai livelli attuali, ma in ogni caso nel medio termine la strada sembrerebbe tracciata. A meno di un cambiamento della condizione risk on – risk off di breve termine, che faccia tornare appetito verso il dollaro, la strada sembrerebbe tracciata per la moneta unica. La violazione dell’Ema 200 sul grafico settimanale, ci porta a considerare una possibile accelerazione verso 1.1800 come primo target di medio termine da cui ci aspetteremmo correzioni più rilevanti.
Se osserviamo anche le posizioni sul Cot, cioè sui future al Cme, notiamo come le posizioni dei grandi fondi e market maker, siano radicalmente cambiate e si sono posizionate long euro per un totale, di quasi 14 miliardi di Euro, che sul future (ricordiamo rappresenta circa il 5% dei volumi Forex globali) non è una posizione del tutto irrilevante, anzi. Goldman Sachs parla di una possibile rivalutazione del 10% nei prossimi 12 mesi, così come altri Istituti parlano di 1.2000 per fine anno. In passato spesso queste dichiarazioni erano un segnale di inversione ma questa volta, i grafici sembrano dare loro ragione. Soprattutto i grafici di medio e lungo termine, weekly e monthly. Vedremo, intanto anche il mese di Luglio si avvia alla fine, con un mercato comunque interessante e abbastanza volatile.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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