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Il mese di agosto inizia sotto il segno di una rinnovata e parziale debolezza di dollaro, alimentata più che altro dai dati macro, che negli ultimi giorni hanno evidenziato un calo della congiuntura a stelle e strisce, in opposizione a dei numeri che per il vecchio continente e la Gran Bretagna, hanno, tutto sommato, sorpreso in positivo, ad eccezione forse dei numeri tedeschi che in questo momento, fanno sembrare la Germania l’anello debole della Ue.
Sono usciti infatti ieri, i dati sulle vendite al dettaglio,che hanno fatto registrare un -1.6% su base mensile e -9.8% su base annuale. Tutto decisamente peggio del consensus che era per un calo dell’8.3% su base annua e del +0.3% su base mensile. I pmi del vecchio continente sono usciti invece solo leggermente peggiori delle attese, sotto i 50 punti ma molto vicini a tale livello, mentre ricordiamolo, i dati analoghi americani erano usciti settimana scorsa ben sotto la soglia di 50 punti. L’unico a tenere il Pmi manifatturiero Usa, uscito in linea con le attese a 52.2. Per quel che riguarda l’Ism invece, i dati americani sono apparsi misti, migliori nella componente manifatturiera e dell’occupazione, peggiori sotto il profilo dei prezzi pagati e dei nuovi ordinativi. Ricordiamo, per completezza di informazioni, che l’Ism è l’Institute for Supply Management, che mensilmente rilascia un indice dei livelli di diffusione PMI riguardo all’industria manifatturiera. Pmi invece significa Purchasing Managers’ Index (Indice dei direttori agli acquisti). Il Pmi è un sondaggio che viene fatto a circa 400 direttori agli acquisti di grandi aziende, relativo alle diverse aspettative che questi ultimi hanno in relazione all’andamento dell’outlook economico. Fatta questa precisazione, va detto che in queste ultime settimane è emerso un quadro macro che non rispecchia del tutto il sentiment e il tono delle diverse banche centrali, che in base ai dati, potrebbe essere diverso da quanto invece viene dichiarato dai vari rappresentanti di politica monetaria.
La Fed rimane rialzista sui tassi, e non accenna a ammorbidire i toni, nonostante Jerome Powell abbia espresso qualche piccola preoccupazione per il rallentamento in atto che però, a detta sua, sfocerà in soft landing, escludendo categoricamente l’hard landing. La Bce invece si è dimostrata più attendista, anche in presenza di dati macro che rallentano ma non paiono sfociare ancora in recessione. E, a tal proposito, questo mese diventa cruciale per tante ragioni, la prima delle quali, è la liquidità che generalmente, ad agosto diminuisce leggermente, in ragione delle festività estive di molti operatori del settore. La seconda ragione sono i dati macro che, trovando minore liquidità, potrebbero, se diversi dai consensus, generare alta volatilità di breve termine. E spesso, in passato, Agosto ha rappresentato anche un bel punto di svolta.
Sul fronte dell’analisi tecnica, segnaliamo un UsdJpy che ieri è andato sotto 132.00, nel silenzio generale, con un movimento di quasi 700 pips nelle ultime settimane senza che vi siano state dichiarazioni a favore della valuta nipponica, e questa notte c’è stata una ulteriore ribasso che ha portato i prezzi addirittura a 130.50, in assenza di panic selling sull’azionario, che avrebbe potuto giustificare il ritorno dello Jpy come valuta rifugio. Anche l’EurUsd ha cercato di tornare sopra 1.0275, per il momento senza riuscirvi, ma comunque dando l’impressione di poter tenere i primi supporti chiave posti a 1.0180 e 1.0150. Il Cable dal canto suo ha reagito, sull’onda di dati migliori, e parrebbe pronto al test di 1.2350, spinto anche dalle aspettative sul rialzo dei tassi questa settimana da parte della Bank of England. Le attese danno un rialzo di 50 basi points con i tassi ufficiali che potrebbero arrivare all’1.75%.
Tra le materie prime segnaliamo un petrolio Wti cash in calo in area 92.00 e come abbiamo ricordato, una violazione di 90 cambierebbe profondamente gli scenari di medio termine, con obiettivi anche in area 65 70.
Giungono poi, notizie di navi in partenza da porto di Odessa, pronte a rifornire con il grano, l’occidente. Che sia la volta buona che i prezzi di queste ultime comincino veramente a scendere, ridando fiato ai mercati azionari e portando sollievo a tutto il settore di approvvigionamento di materie prime energetiche, senza dimenticare il comparto alimentare? Lo vedremo, certo è che anche il UsdCad, un indicatore abbastanza affidabile riguardo al comparto delle commodities, è tornato sopra 1.2800, proprio sull’onda di queste buone notizie sul fronte approvvigionamento di materia prima.
Questo quindi il quadro tecnico delle principali valute, ma ricordiamo comunque che il delta tasso resta a favore del biglietto verde, pertanto non è facile osservare l’inversione dei trend in atto fino ad oggi e occorre altro per farlo cambiare. Si tratta di correzioni tecniche dovute, che necessitano però di conferme. Ma è chiaro che una Boe che dovesse alzare il costo del denaro e portarlo a ridosso del 2% sarebbe già una buona motivazione per vedere meno flussi a favore del biglietto verde e una diversificazione di portafoglio in un paniere di differenti asset valutari. Per l’Euro invece, la strada sembra ancora lunga. Intanto vediamo se andrà al test del fatidico livello di 1.0360, che poi era il supporto che teneva dal 2017 e che è stato violato. Ora ci potremmo tornare, questa volta dal basso, e vedremo se il dollaro ripartirà o bucherà nuovamente al ribasso.
Infine ricordiamo che questa notte la Rba ha alzato il costo del denaro portando i tassi all’1.85%. La reazione del dollaro australiano è stato tipico di un mercato che aveva acquistato valuta oceanica prima cosicché quando è uscita la notizia, i long hanno cominciato a prendere beneficio di queste posizioni, causando la correzione della divisa. AudUsd sceso sotto 0.7000 da 0.7055 fino a 0.6950 dove si trova ora.
Poche novità sul fronte dati oggi, con il solo Jolts relativo all’occupazione Usa a poter creare qualche piccolo movimento sulle price action.
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Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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