Ritorna prepotentemente a salire il dollaro, specie contro le valute oceaniche, respingendo l’assalto ai supporti chiave di medio termine, almeno in questa circostanza. La ragione sembra legata a questioni tecniche, ovvero alla mancanza di benzina per poter violare dei livelli importantissimi e nei quali probabilmente erano posizionati ordini di acquisto di dollari di una certa rilevanza. E dire che sul fronte delle notizie macro, l’accordo Usa-Cina sembra sempre più vicino con le due parti che sono in costante contatto per elaborare un testo condiviso. Si deve altresì ricordare che i Cinesi chiedono agli Usa di eliminare, prima di firmare, alcune tariffe già esistenti, come segno di buona volontà nel concludere un accordo che comunque, è stato assai difficile da raggiungere.
Il mercato però ha reagito in modo, se così vogliamo definirlo, anomalo, nel senso che siamo di fronte a correlazioni Intermarket che sono temporaneamente saltate. Il dollaro infatti ha ripreso a salire, mentre le borse americane stanno facendo registrare nuovi massimi storici e di fronte a questo scenario, l’oro in teoria avrebbe dovuto scendere considerata la sua peculiarità di asset rifugio, ed invece si trova ancora sopra 1.500 dollari l’oncia. Alla stessa stregua, UsdJpy, uno degli indicatori più affidabili, storicamente, di appetito o avversione al rischio, rimane ben al di sotto delle prime resistenze chiave, poste a 109.30 area, quotando 108.75.
Chi sta mentendo? Si tratta di una salita temporanea del biglietto verde oppure Oro e UsdJpy cominceranno a muoversi nella direzione naturale che prevede il primo scendere e il secondo salire in condizione di risk on? La risposta non è semplice, soprattutto alla luce del fatto che il main driver, in questo momento, sembra essere la price action che puntualmente, l’azionario Usa fa registrare ogni giorno. Questa euforia è un classico rally di fine anno oppure si tratta di una nuova accelerazione strutturale che dipende dalle nuove promesse che Trump ha fatto relativamente ad un ulteriore riduzione della pressione fiscale? Il Congresso accetterà le nuove proposte del Tycoon? Non lo sappiamo ancora.
Molti analisti sostengono che sarà assai difficile, visto lo sforamento del debito pubblico al di sopra del 100% del Pil, e considerate, inoltre, le tensioni che avvolgono la figura del Presidente verso il quale è stato anche chiesto l’impeachment. Ma il mercato sembra euforico e anche la salita del dollaro di ieri ha riportato le oceaniche sui primi supporti dopo una discesa di circa l’1% (per Nzd, mentre Aud ha tenuto maggiormente) in una seduta, non poco.
Questa notte, dopo che sono usciti i dati sull’indice dei servizi e sui Pmi composite e service australiani, peraltro migliori delle attese e dei dati precedenti, la Rba ha lasciato i tassi invariati allo 0.75%. Nello statement si osserva che i tassi rimarranno bassi per un lungo periodo di tempo (extended period), ma che siamo vicini ad un punto di svolta, il che significa che probabilmente siamo vicini ai minimi del tasso di sconto. Aud ha reagito una ventina di punti dopo il ribasso di ieri, anche se per la verità era sceso molto meno di NzdUsd. In ogni caso siamo intorno a 0.6900 e l’area di 0.6875-80 per ora ha contenuto i ribassi. Sugli altri fronti, l’EurUsd, dopo essere andato al test di 1.1175-80 è tornato indietro, ed ora si trova vicino al supporto chiave di 1.1100. Continuiamo a pensare che questa sia una fase di lunga inversione ribassiste per il biglietto verde che però ha dei colpi di coda importante, in un classico scenario di climax, ovvero di alta volatilità intorno a minimi o massimi di periodo significativi, in questo caso ovviamente di massimi, se parliamo del biglietto verde. Con il Cable sotto 1.2900, tornato in area di 1.2880 e così via per tutti i dollari ad eccezione di UsdCad che fatica veramente a riprendere quota. E continua a far registrare massimi inferiori sui grafici a 4 ore. Una violazione del supporto a 1.3130 potrebbe spingere nuovamente il cambio sotto quota 1.3100.
Per oggi infine, sul fronte dati, segnaliamo il trade balance Usa e Canada questo pomeriggio, e vedremo se i 54 miliardi di dollari mese di deficit per gli Usa saranno confermati, mentre in Canada la bilancia commerciale rimarrà presumibilmente in perfetto equilibrio.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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