Rispetto a venerdì sera, oggi troviamo un mercato dei cambi leggermente sotto pressione, per quanto riguarda le principali valute contro dollaro. L’EurUsd si trova una ventina di pips più basso, cosi come il cable che si avvicina ai supporti chiave di 1.3400 e cosi anche AudUsd e Nzd, sui minimi di venerdì scorso. Anche il UsdJpy ha rotto quota 111.00 e prosegue nella sue lenta quanto costante ascesa verso i target di medio termine. Ma cerchiamo di capire quello che accade a livello macro, prima di avventurarci in previsioni o considerazioni relative a questo o quel movimento.
In Italia, che rischia di diventare l’ago della bilancia tra risk on e risk off, la coalizione che ha deciso di proporsi al Governo, avendo vinto le elezioni, ovvero la Lega e i 5 stelle, stanno cambiando gli scenari a cui ci eravamo abituati. In precedenza, infatti, l’Italia, ma anche l’Europa, si era sempre divisa tra partiti legati a ideologie, sinistra contro destra, progressisti contro conservatori, in una sorta di alternanza che era ben definita sia sotto gli aspetti programmatici, sia sotto il profilo culturale ed ideologico.
Negli ultimi anni, le cose stanno radicalmente cambiando e questa contrapposizione sta lentamente svanendo, trasformandosi da una distinzione destra-sinistra, ad una distinzione tra sovranisti ed europeisti, in una sorta di contrapposizione netta e basata quasi esclusivamente sulle diverse teorie economiche che sottendono poi a questa contrapposizione. Lungi da noi schierarci decisamente da una parte o dall’altra anche perchè riteniamo che l’ideale sarebbe un mix tra le due posizioni, per cambiare questa Europa, che sta dimostrando di funzionare male, senza però sconfessare l’importanza di quello che era il sogno dei padri fondatori, che parlavano di Europa delle solidarietà, della pace, e della mutualità delle posizioni.
Gli effetti di questo scenario politico, stanno generando qualche tensione nello spread bund/btp, tornato sopra i 150 punti base, e nelle prossime ore, con la formazione della lista dei ministri che verrà presentata, capiremo come il mercato reagirà. Sembra probabile un aumento dell’avversione al rischio che però sul mercato dei cambi, rischia di avere effetti contrastanti in quanto in una condizione tipica di risk off, le monete rifugio sono quelle che apparentemente dovrebbero beneficiarne con l’oro in ripresa e lo Jpy insieme a franco svizzero ed euro, a guadagnare terreno in modo sostanziale. Ma per ora, non solo non vediamo lo Jpy salire, o il franco comportarsi allo stesso modo, ma addirittura stiamo vedendo la moneta ad alto tasso, che possiamo tranquillamente considerare il dollaro per esempio, guadagnare terreno contro queste valute cosiddette safe heaven. La ragione? Essenzialmente, in questo caso, potremmo paradossalmente assistere ad una discesa della moneta unica, in quanto il problema del Governo populista in Italia, che potrebbe aver ripercussioni sul vecchio continente intero, è tipicamente, se così possiamo definirlo, un problema europeo, trasformando così la correlazione atipica di avversione al rischio (per chi conosce lo studio che abbiamo fatto sulle correlazioni) in correlazione specifica euro, in modo che tutta la tensione comincerebbe a scaricarsi proprio sulla moneta unica, andando a ribaltare e quindi modificare la correlazione che teoricamente, in una situazione come quella di paura degli investitori, si dovrebbe riscontrare.
Questo scenario, di fatto, diventa quindi un qualcosa che va ulteriormente ad alimentare la forza del dollaro, già sostenuto dai differenziali di tasso e soprattutto di aspettative di politica monetaria ancora presenti, che tendono ad essere estremamente positive per la divisa americana.
Tecnicamente, ci stiamo avvicinando ai livelli del 38.2% di ritracciamento di Fibonacci di tutti i movimenti che hanno caratterizzato il 2017, in particolar modo quelli su Eurusd e Cable che sono rappresentati da 1.1700 10 area e 1.3390 00.
Sul UsdJpy invece, ci stiamo avvicinando al 50% di tutto il movimento di ribasso partito a dicembre 2016, rappresentato dall’area intorno a 111.60. Di conseguenza quindi, ci troviamo di fronte, ad un momento particolare, di forza del biglietto verde che persiste, e che sul dollar index, per esempio, sembra avere degli obiettivi molto chiari a 93.90 e 94.90, ovvero circa uno 0.45% seguito da un 1.50% più alto dei livelli attuali di 93.50.
Pertanto tecnicamente la forza del dollaro non sembra ancora essersi esaurita, anche se sulle oceaniche, il biglietto verde ha decisamente rallentato e questa forse è l’unica vera novità da segnalare.
Aud e Nzd per ora tengono i supporti rispettivamente posizionati a 0.7490 e 0.6850 così come il dollaro canadese, che sembrava tornato sotto pressione, ha reagito dopo le dichiarazioni di Schembri della Boc, che ha segnalato la possibilità di un rialzo dei tassi nel prossimo futuro, sorprendendo gli analisti che avevano ascoltato Poloz, neppure due settimane orsono, parlare invece di stabilità del costo del denaro. Insomma, in alcune occasioni anche i banchieri centrali sono in disaccordo tra di loro.
La giornata di oggi si presenta interessante per gli sviluppi che potranno esserci, relativamente alle reazioni dei mercati, di fronte alla presentazione del Governo in Italia. Capiremo se il Presidente della Repubblica, in qualche modo, si opporrà alla lista dei ministri e verificheremo le price action in una seduta priva di dati macro rilevanti. Buona settimana e buon trading.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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