A volte basta poco, ma quel poco può creare i suoi effetti e oggi ne potremo avere eventuali conferme.
In una seduta sonnolenta e contraddistinta da pochi movimenti interessanti, quantunque il progresso dell’euro e di altre valute verso il dollaro abbia cominciato a farsi vistoso già dalle 14:00, la mattinata è trascorsa sufficientemente serena e accompagnata dall’uscita dei buoni dati Eurozone Composite, sopra le attese e in conferma di un’economia dell’area Euro in crescita sopra il 3% annualizzato (Italia è un discorso a parte visto che noi abbassiamo parecchio la media).
Si sono fatti invece notare nel pomeriggio, intorno alle 16 ora italiana, le dichiarazioni del segretario del Tesoro americano Mnuchin.
Oggettivamente il governo Trump ha scoperto le sue carte, ammettendo e certificando tramite il suo rappresentante che la presidenza Usa non è assolutamente preoccupata per il dollaro debole; a queste affermazioni sono seguite poi le parole del ministro del Commercio Ross, che ha candidamente confermato come ormai sia in atto una vera e propria guerra delle valute.
Se già il Nikkei aveva iniziato la seduta disturbato dallo yen forte, le borse europee sospinte già di per sé poco corali (Dax su nuovi massimi con gap up e gli altri listini invece appesantiti dalle banche) hanno accusato il colpo.
Direi che la faccenda più che altro pesa psicologicamente, poiché smonta la retorica di una America che ha sempre desiderato un dollaro forte, e certifica che il governo Trump intenderà sostenersi svalutando il cambio e regalando il denaro alle grandi corporation abbassando le tasse.
Poco interessa agli americani che le materie prime salgano: almeno per quanto riguarda il petrolio, loro non hanno problemi di approvvigionamento, e peraltro sanno benissimo che invece strozzare l’Europa facendoli importare inflazione prima di ogni altra cosa significa vincere una guerra importante.
Sarà interessante vedere oggi Mario Draghi come giustificherà questi attacchi e il rinforzo dell’euro, che in nottata a bellamente superato 1,24 . A 1,23 passa una importante trend line mensile (vedi grafico) e se la chiusura settimanale si attestasse su questi livelli certo non sarebbe un buon segnale per le nostre borse, dove già Ue conferma che comunque l’applicazione dell’addendum sugli Npl potrebbe slittare di qualche mese ma non verrà revocata.
Ovviamente c’è pressione anche sui Bond, anche se l’eccesso di vendite nel breve potrebbe oggi – soprattutto se Draghi saprà farsi valere – dare vita ad un rimbalzo.
Per le borse del nostro continente siamo su livelli tecnici importanti, che qualificano 13.320 e 13.284 come supporti importanti per il Dax; i volumi e l’area di prezzo più interessante passa però a 13.135. Per Eurostoxx osserverò 3620 e 3597, e per Piazza Affari ho degli allarmi per verificare il comportamento della nostra borsa in caso di contatto con 23.475 e 23.335.
Come resistenze, nell’intraday si potrebbe vedere della positività soltanto sopra i massimi della prima ora per Dax ed Eurostoxx e valicando 23.650 per il Ftsemib40.
I livelli di equilibrio per oggi sono così da me identificati:
- 13.435per il Dax
- 3640 per Eurostoxx
- 160.55 per il Bund
- 23.665 per Ftsemib40
- 2.840 su SP500
- 6.939 per Nasdaq
- 26.260 per Dow Jones
- 1356 per Oro
- 1.2395 per EurUsd
- 109.25 per UsdYen
Buon trading a tutti
Giovanni Lapidari per ActivTrades
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