In questa seconda settimana dell’anno è probabile che torneranno volumi più decorosi sui principali strumenti finanziari da noi analizzati, soprattutto sui mercati europei. In America invece già da qualche giorno gli scambi sono abbastanza significativi, e non paiono aver mutato le indicazioni con le quali si è chiuso il 2016.
I temi che questo inizio anno sta affrontando restano pertanto quelli della non convenienza dei titoli di Stato rispetto ai listini di borsa, e quindi abbiamo visto un decremento di oltre due figure per quanto riguarda il Bund e similarmente sul T Bond e T Note.
Molti operatori giudicano l’azionario ormai arrivato a prezzi piuttosto cari ormai, ma c’è un disallineamento di performance fra l’America e l’Europa.
Quest’ultima non riesce a incorporare nelle quotazioni il vantaggio dell’effetto cambio, che peraltro significa anche notevole incremento dell’inflazione importata, mentre per il momento negli Stati Uniti continua la luna di miele fra gli operatori e il sentiment attribuito al nuovo governo Trump.
Probabilmente in Europa c’è anche preoccupazione per le prossime tornate elettorali in Francia e Germania (e con buona probabilità anche in Italia), e in ogni caso gli investitori seri si rendono conto che i dati macroeconomici del vecchio continente non assomigliano neanche lontanamente alle cifre americane, così ormai robuste (Obama lascia la presidenza con la creazione 9 milioni di posti di lavoro) da giustificare che Fed possa procedere a ulteriori aumenti dei tassi.
In realtà si parla di restrizione della politica espansiva di BCE anche in Europa, a causa della lotta interna con il governo di Francoforte, e anche questo a mio parere fa sì che Ger 30, Euro 50, Ita 40 siano un po’ piantati su resistenze un po’ più faticose del previsto da superare.
Con la partenza sprint nella prima seduta di quest’anno il mercato è arrivato un po’ troppo velocemente su determinati livelli, e quindi la navigazione intraday si è fatta difficile e poco visibile. La compressione di volatilità non aiuta e psicologicamente crea qualche problema sia ai rialzisti che ai ribassisti. I primi temono di comprare un massimo di mercato che assomigli molto di più a un cerino che ad un livello tecnico da superare, mentre i secondi sono estremamente spaventati dalla tendenza rialzista che non pare in questo momento aveva ancora trovato presupposti di inversione.
Sul mercato italiano si segnala per oggi il supporto di 19.570 e al di sotto di questo individuerei 19.485/19.450. Scendendo ancora, non vi sono rilevanti volumi fino a 19.300/19.250.
Sulla parte del rialzo, la resistenza principale per questa settimana transiterebbe in area 19.770. Un suo superamento andrebbe poi ad impattare sul livello robusto di top di 19.825 e successivamente alla quota tecnico/psicologica di 20.000.
Sempre per questa settimana sarebbero negative chiusure giornaliere al di sotto di 19.475 e settimanali al di sotto dei 19.350/19.220.
Giovanni Lapidari per ActivTrades