I dati americani sorprendono ancora al rialzo, ma il dollaro non ne approfitta. Questo potrebbe essere il riassunto della giornata di ieri, caratterizzata da una price action nella quale il biglietto verde non solo non è riuscito a violare le resistenze, come pareva logico, ma ha subito invece una certa pressione delle valute concorrenti.
Andiamo però con ordine. Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate del 3.8% nel mese di Gennaio, decisamente migliori delle attese che erano del 2% e superiori anche rispetto al dato precedente uscito a -1.9%. Il dato core, esclusi alimentari ed energia, è uscito a +3.3% sempre su base mensile, ben superiore anch’esso al consensus che era per un incremento dell’1%. Ciò ovviamente conferma il fatto che la Fed dovrà affrettarsi a rialzare i tassi, pena una inflazione che potrebbe ulteriormente accelerare e creare scompiglio sui mercati, oltre ai danni che presumibilmente, nel medio periodo, potrebbe causare alle diverse economie. I prezzi sui mercati però sembrano già aver scontato l’evento tanto è vero che le borse hanno ceduto qualcosa ma non molto e anche gli indici di rischio sono saliti ma non in modo rilevante.
Il Vix è rimasto sotto quota 26, dopo aver toccato massimi oltre 31 Lunedì scorso, mentre i rendimenti del decennale Usa si sono stabilizzati intorno al 2%. L’oro, in seguito alla realizzazione dei massimi a 1879 dollari toccati ieri e dopo essere sceso sulle notizie positive del ritiro parziale delle truppe Russe dal confine con l’Ucraina, fino a 1844, è tornato a 1874 non lontano dai top. EurUsd dopo aver testato quasi 1.1400 ha ripiegato, e il UsdJpy non è riuscito a toccare nuovi massimi in giornata. Pertanto siamo in una situazione di stallo in cui le notizie positive per il biglietto verde, sembrano essere scontate, ma il tutto si mescola alle notizie geopolitiche che alimentano la tensione. Nella notte pare che i ribelli Ucraini favorevoli al Governo di Mosca abbiano dichiarato che forze del governo Ucraino avrebbero bombardato il loro territorio con l’utilizzo di granate e mortai. La tensione quindi, è ancora altissima anche se sui mercati per ora, non si assiste a reazioni importanti.
Tornando all’analisi, segnaliamo il fatto che da un punto di vista macroeconomico, la logica direbbe che il biglietto verde dovrebbe, nel medio termine, essere favorito in ragione delle aspettative sui tassi, ma il quadro tecnico, anche osservando il medio e lungo termine, appare non così favorevole alla divisa Usa, essendo presenti configurazioni che ci raccontano di possibili inversioni contro il biglietto verde. E’ questa la vera difficoltà dell’anno in corso, a nostro parere, ed è per questa ragione che conviene vivere alla giornata, e trovare opportunità di breve termine, in attesa che qualcosa, sul fronte macro o geopolitico, si sblocchi.
Sul fronte dati segnaliamo quello sulla bilancia commerciale giapponese, uscita nella notte e che ha fatto registrare un leggero disavanzo, anche se è il peggiore addirittura dal 2014, dovuto ad un aumento delle importazioni di ben 39 punti percentuali, dovuto soprattutto all’aumento dei prezzi delle materie prime che pesa sul paese del sol levante, che è netto importatore. L’export per contro è aumentato su base annua solo del 9.6%. Tra le altre notizie segnaliamo i dati sull’occupazione australiana, cresciuta di 13 mila unità a Gennaio mentre il tasso di disoccupazione generale si attesta sul 4.2%. Aumenta però il lavoro part time e diminuisce quello a tempo indeterminato, mentre il tasso di partecipazione della forza lavoro è salito al 66.2%. Stabile il dollaro australiano che resta nel trading range 0.7050 0.7250. Sulle majors non c’è molto da segnalare. EurUsd resta tra 1.1320 e 1.1400 mentre il cable torna a ridosso di 1.3600 per effetto di una correzione dell’EurGbp. UsdJpy in leggero ribasso vicino ai supporti di 115.00 in un mercato che si è fermato e attende, a nostro avviso i primi rialzi dei tassi.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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