Cresce la paura sui mercati finanziari. Che cosa aspettarsi realmente?

Mentre il mercato azionario mostra chiari segni di alternanza tra rialzi e ribassi, ma senza creare, almeno per ora, quel panico che rappresenterebbe uno dei primi segnali di paura, sul mercato dei cambi si assiste ancora alla forza del dollaro, con alcune differenze però rispetto a ieri mattina.

La prima è rappresentata dalla correzione (per ora) del UsdJpy che, mentre ieri era in linea con gli altri cambi e saliva senza soluzione di continuità da 6 sedute consecutive, durante la sessione americana ha cominciato a scendere, riproponendo quella correlazione che pare logica durante le fasi di avversione al rischio. E siccome l’indice di paura e avidità (fear and greed index) sta mostrando un aumento deciso della tensione, una discesa di UsdJpy ci pare logica. La conseguenza è che tutti i cambi contro Jpy scendono mentre il resto del mercato privilegia il dollaro come valuta rifugio rispetto alle altre. Questo il quadro tecnico. Poi, scendendo nei dettagli, scopriremo che la sterlina è scesa più di EurUsd ma entrambi hanno violato dei supporti chiave, il primo a 1.3600 con obiettivi chiari in area 1.3300, mentre la moneta unica ha rotto il supportone a 1.1600 e punta decisamente a 1.1490-00 che è il prossimo obiettivo tecnico significativo.

La paura però da cosa dipende realmente? In Gran Bretagna sembra si viva un momento difficile per tutto il comparto della distribuzione, che vedeva come principali lavoratori gli stranieri, ora costretti ad andarsene dal paese dopo la Brexit. E, in attesa che il problema venga risolto, il mercato ha anticipato vendendo valuta britannica, perché secondo alcuni analisti, le stime del Pil del terzo trimestre sarebbero decisamente a rischio. Per quel che riguarda l’Euro invece, pare più un movimento dovuto alla correlazione dollarocentrica che vede le valute oceaniche sotto pressione, e un dollaro che in definitiva sale per la paura che ben presto la Fed ridurrà gli acquisti di obbligazioni e azioni, togliendo così quella liquidità che manteneva i rendimenti dei titoli di stato sotto controllo e la borsa sui massimi storici in modo persistente. Se mancasse questa benzina, è chiaro che la volatilità potrebbe aumentare di pari passo con la paura di crollo dei mercati. Ecco quindi che le banche centrali dovranno essere brave a dare fiducia e a sostenere, almeno verbalmente i mercati.

Teniamo presente che i dati, in questa fase, non sembrano tali da rendere le banche centrali aggressive verso la riduzione degli acquisti di assets, come dimostrano i numeri sulla disoccupazione settimanale americani, usciti ieri in peggioramento per la terza settimana consecutiva, con le richieste di sussidi aumentate a 362 mila contro un consensus a 335 mila e in rialzo rispetto al minimo raggiunto qualche settimana fa a 312 mila. La variante Delta sta certamente provocando un rallentamento, che si è visto anche dal dato del Chicago Pmi pubblicato ieri. Nel terzo trimestre, quindi, la congiuntura rallenta e lo vedremo nelle nuove rilevazione del Pil un po’ ovunque. Basterà questo per calmierare i mercati? Riusciranno le banche centrali a far passare il concetto che, nonostante il tapering, la politica monetaria resta e resterà accomodante? Questo è il vero tema cari amici, che deve farci riflettere e assumere quegli atteggiamenti capaci di mettere in sicurezza il proprio portafoglio in un momento che, da qui a fine anno, potrebbe diventare delicato.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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