Il Coronavirus “infetta” i mercati valutari

Dopo un iniziale aumento dell’avversione al rischio legata alla diffusione del coronavirus, nel quale i mercati hanno reagito vendendo indici azionari e comprando, almeno in parte, valute rifugio e soprattutto dollari, alimentando anche una spirale rialzista per il gold e una ribassista sul petrolio, stiamo assistendo ad una pausa di riflessione, specie in seguito alle notizie secondo le quali la diffusione del contagio crescerebbe a ritmi leggermente inferiori. Siamo a circa 4000 contagiati e a 106 decessi, ad una settimana dalla scoperta. Non sono certamente pochi e l’allerta resta massima, ma qualcosa si muove.

La Cina e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stanno lavorando a stretto contatto per isolare il virus e contribuire quindi alla produzione di un vaccino, e si cominciano a leggere commenti che vanno verso una descalation anche di questo rischio. Barclays afferma che l’epidemia Sars del 2003 deve essere indicativa e il mercato ha reagito in modo eccessivo a causa di un contesto economico globale poco brillante.

Ma ciò che più desta sorpresa è certamente l’andamento di certe valute e coppie valutarie in relazione alle situazioni di risk on/risk off che sembrano cambiate rispetto al passato. Si legge un po’ ovunque che lo Jpy avrebbe perso il proprio status di valuta rifugio per eccellenza insieme al Franco svizzero, e osservando le price action, qualcosa di vero parrebbe esserci, dato che a fronte di un ribasso dei mercati azionari, e una salita dell’oro di qualche punto percentuale (rispettivamente 1.000 punti di DJ rappresentano circa un 3% mentre sul Gold abbiamo notato circa una trentina di dollari pari al 2%), sullo Jpy abbiamo fatto fatica a vedere un movimento di 1% percentuale, peraltro poi recuperato almeno per metà. La ragione, a nostro avviso, è da ricercare nel fatto che da quando i Qe sono diventati parte delle politiche monetarie globali e non solo prerogativa del Giappone (la Zirp, ovvero la zero interest rate policy è presente ormai da 20 anni), è come se tutte le valute appartenenti ai paesi in cui è in vigore un Qe fossero diventate valute rifugio. In un contesto del genere, non è che lo Jpy abbia perso la propria caratteristica di “safe heaven currency”, semplicemente è stata affiancata da altre tra cui l’Euro, e in parte anche la sterlina.

Ma c’è di più. Di fronte ad un mondo nel quale, la liquidità non manca, anzi è sempre in crescita, e in presenza di ricerca spasmodica di rendimenti, in ragione proprio dei tassi a zero, gli investitori, anche in periodo di risk off più o meno accentuato, si rifugiano nella valuta che offre i rendimenti migliori e nel paese che offre maggiori garanzie di sicurezza/rendimento, e oggi questo paese è l’America, nonostante qualcuno metta in guardia dai rischi che si corrono a restare esposti su mercati azionari che potrebbero correggere anche significativamente. E la dimostrazione di quanto andiamo dicendo è data dal fatto che, a parte la discesa, peraltro contenuta, di UsdJpy, le altre coppie hanno tutte visto un dollaro rafforzarsi decisamente, specie contro oceaniche, considerate le vittime principali di questa situazione, in ragione della vicinanza geografica ed economica con la Cina, che secondo molti analisti, potrebbero subire conseguenze pesanti, in termini economici, dalla diffusione del virus. UsdYuan per contro è rimasto sotto quota 7.00 e la divisa cinese, non sembra per ora pagarne eccessivamente le conseguenze. L’oro sembra si sia fermato e anche il petrolio (Wti) è tornato sopra quota 53 dollari al barile.

Per ora la tensione rimane, ma sembra in via di attenuazione. La partita sui cambi, è assolutamente riferita al #dollaro Usa: la divisa Usa, mai come in questo periodo, è il fulcro di tutte le attenzioni, con il dollar index che sembrerebbe in grado di tornare a quota 100.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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