Stiamo entrando nel periodo solitamente meno volatile dell’anno, e le price action dei vari mercati tendono ad entrare in compressione di volatilità. E’ come se si fosse trovata una sorta di equilibrio, in seguito a due trimestri ad altissima intensità, caratterizzati da movimenti anche violenti ed in trend, nel bel mezzo di una esplosione dei prezzi delle materie prime, di una guerra che si protrae ad oltranza e delle ormai note strozzature delle catene di approvvigionamento.
Ora, tutto o quasi sembra digerito dai prezzi attuali, con il dollaro che resta non lontano dai massimi ma incapace per ora di violarli, mentre le altre valute restano da vendere su ogni rialzo in ragione della divaricazione tra i tassi di interesse del il biglietto verde e di queste ultime. Ma al contempo, le Banche centrali cominciano a temere l’eccesso di deprezzamento del tasso di cambio, colpevole di annullare eventuali rialzi del costo del denaro, attraverso l’importazione di maggiore inflazione.
Le materie prime stanno iniziando a correggere, ma solo in ragione delle aspettative di recessione che le Banche centrali del primo mondo, sembra vogliano provocare per ridurre una inflazione da prezzi e non da salari, e difficile da ridimensionare con il solo rialzo del costo del denaro. E’ per questa ragione che forse, strano dirlo, le Banche vogliono la recessione. I mercati azionari, dopo il rimbalzo di venerdì, si sono fermati, in attesa di qualcosa che possa smuoverli, ma il periodo sembra non favorire grandi movimenti, mentre appare più probabile una fase di trading range, anche volatile, ma non direzionale.
EurUsd che per ora tiene molto bene i supporti intorno a 1.0500 e punta a 1.0640 con il Cable sopra 1.2300, anch’esso per ora solido intorno a 1.2200 e che potrebbe puntare a 1.2450 60 target. Oceaniche sempre solide anche se incapaci di accelerare per il momento, ma restano sopra supporti chiave posti a 0.6870 e 0.6250 rispettivamente per AudUsd e NzdUsd. AudNzd che fatica a stare sopra 1.1000 e se dovessimo rivedere risk off nelle settimane a venire per i timori di recessione, potremmo rivedere il down trend riproporsi nuovamente con obiettivi a 1.0650 1.0700. UsdJpy che resta sotto 135.50 60 ed è un segnale importante, anche se solo la rottura di 133.50 con conferma di 131.50 potrebbe segnalare il ritorno dello Jpy valuta rifugio in condizioni di risk aversion. Interessante EurJpy non lontano da quel 145.80 massimo del 2013 che potremmo rivedere anche in fretta.
Ma la notizia del giorno è la decisione del G7, su proposta Usa, di imporre un price cap agli acquisti del petrolio, all’interno del sesto pacchetto di sanzioni per colpire la Russia, l’ennesima decisione che potrebbe però avere effetti su domanda e offerta che potrebbero avere conseguenze per i paesi importatori netti di materia prima, perché ovviamente ridurrebbe la domanda nel caso in cui tale prezzo superasse il limite imposto. Il meccanismo sembrerebbe agire sulle assicurazioni delle petroliere che trasportano il gas russo. In ragione del fatto che le coperture assicurative, per il 95% sono emesse dall’International Group of P&I Clubs, che ha sede a Londra ma con legislazione europea, di fatto si andrebbero a cancellare le assicurazioni alle navi che trasportano petrolio russo. Si prefigurerebbe di fatto come una restrizione parziale o totale superata una certa soglia di prezzo. La Russia ha fatto sapere che cambierà contratti di assicurazione.
Insomma siamo di fronte ad una guerra economica totale, che per ora rimane confinata alle azioni militari nel Donbass, e alle decisioni relative alle sanzioni, ma che sta allargandosi a macchia d’olio. Ricordiamo infatti che la Russia ha chiesto ai Brics di creare un paniere di monete tipo l’Ecu, legata proporzionalmente ai Pil dei paesi coinvolti, per operare commercialmente tra di loro escludendo il dollaro, il che sarebbe la goccia che potrebbe far traboccare il vaso. Per questa ragione il petrolio è tornato in area 110.00 relativamente al Wti cash, e questo ovviamente rende nuovamente i mercati fragili e in balìa di alta volatilità. Vedremo come reagiranno a questa ennesima brutta notizia, in un anno che è assai delicato, sotto ogni aspetto.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
Profilo dell’analista
Saverio Berlinzani
Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.
In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).
Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.
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