Con volumi progressivamente in calo per il rollaggio delle scadenze contrattuali dei derivati, ieri la Fed ha confermato ciò che tutti si aspettavano (pur con due membri contrari all’incremento del costo del denaro) e quindi si sono viste le vendite sul dollaro.
Ancora una volta gli operatori seguono la regola del “compra sulle indiscrezioni e vendi sulla notizia”. Hanno ripreso pertanto quota le obbligazioni, tenuto più che decorosamente i listini americani, e invece malini quelli europei, che hanno sentito il cambio eur/usd sfavorevole.
Nota pesante e in apparente controtendenza è stato il comportamento della borsa italiana. Qui hanno giocato e giocano (vedi il comportamento di Unicredit nel dopo borsa) i nuovi pronunciamenti sugli Npl da parte di Ue e l’avvicinarsi della tornata elettorale, con tutte le incertezze derivanti da un quadro politico/partitico frammentato e a forte rischio di ingovernabilità.
Oggi tocca Bce e Banca di Inghilterra. Non credo che vedremo particolari novità, ma in una giornata di sistemazioni di posizioni sarà importante capire se ci sono o meno novità nella guidance da parte dei governatori per il 2018.
Personalmente seguirò forse più i cambi valutari che gli indici, per capire se i forti movimenti di ieri sera potranno o meno mutare determinati parametri di volatilità che sto studiando per capire l’incidenza della stessa sui sistemi tecnici che governano gli scambi.
Suggerivo infatti ieri di controllare i cambi di aud e nzd sul dollaro, pur arrivati su massimi importanti. Stanno caricandosi di volatilità ragguardevole, che soprattutto su nzd potrebbe dar luogo a movimenti bruschi, come pare di intravedere dal ritracciamento di queste ultime ore.
Per le borse europee, sicuramente l’abbandono di quota 13.160 visto ieri da parte del Dax non sembra essere un segnale molto long: i compratori di debolezza probabilmente faranno bene a porre attenzione nel caso in cui desiderassero intervenire sui supporti, forse più fragili del previsto.
I volumi della scorsa settimana per il Dax sono fra 13.030 e 13.000 circa, e lo stesso dicasi per Eurostoxx fra 3550 e 3540.
Per la borsa italiana la situazione mi sembra delicata: attenzione massima alla tenuta del supporto di 22.350, pur non escludendo rimbalzi da ipervenduto pre Draghi.
In dettaglio ecco i livelli di equilibrio/top/bottom – calcolati per la seduta odierna – dei principali strumenti finanziari da me monitorati:
Equilibrio Top Bottom Volatilità
- Dax 13.090 13.180 12.964 stabile
- Eurostoxx 3.574 3.600 3.539 lieve aumento
- Bund 163,35 163,83 162,91 lieve aumento
- FtseMib40 22.375 22.586 22.080 elevata
- Sp500 2.668 2.682 2.654 stabile
- Nasdaq 6415 6.471 6.362 stabile
- Dow Jones 24.628 24.800 24.500 stabile
- EurUsd 1,181 1,1894 1,1757 elevata
- UsdYen 112,8 114 112,05 elevata
- GpbUsd 1,3396 1,3527 1,3295 stabile
- Gold 1.253 1.266,02 1.243,12 lieve diminuzione
Buon trading a tutti
Giovanni Lapidari per ActivTrades
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