Iniziare a investire da zero può sembrare complicato, soprattutto se ci si affaccia per la prima volta al mondo della finanza. Troppe opzioni, troppa confusione, troppi consigli contrastanti. La buona notizia è che esistono strumenti semplici, efficienti e alla portata di tutti: gli ETF, ovvero fondi passivi che replicano l’andamento di un indice.
Chiunque oggi può costruire un portafoglio di investimento ben strutturato partendo da una base solida e replicabile. Non servono budget elevati, né competenze tecniche complesse. Bastano costanza, un piano ben definito e pochi strumenti selezionati con criterio.
Se ti stai chiedendo dove investire oggi, questo articolo fa al caso tuo: ti mostrerò tre ETF ideali per iniziare, perfetti anche per attivare un PAC (Piano di Accumulo di Capitale) con costi contenuti e potenziale di rendimento interessante.
- 1. Perché investire in ETF è la scelta più intelligente per chi parte da zero
- 2. MSCI All Country World Index – L’ETF per iniziare con una base solida
- 3. Nasdaq 100 – Per chi vuole spingere la crescita del portafoglio
- 4. FTSE All-World High Dividend Yield – La componente di stabilità
- 5. Come distribuire il capitale tra i tre ETF?
- 6. La tassazione degli ETF in Italia: cosa sapere per non commettere errori
- 7. ETF vs fondi comuni: perché conviene investire in ETF oggi
- 8. PAC con ETF: come investire con metodo senza farsi influenzare dalle emozioni
- 9. Come evitare gli errori più comuni quando si inizia a investire in ETF
- 10. Domande e Risposte (FAQ)
Perché investire in ETF è la scelta più intelligente per chi parte da zero
Chi vuole investire in ETF trova un alleato perfetto per avviare un percorso finanziario sostenibile. Un singolo ETF permette di investire contemporaneamente in centinaia di aziende, ottenendo un’ampia diversificazione con un’unica operazione. I costi di gestione sono contenuti e la strategia passiva elimina l’ansia del market timing e della selezione titoli.
A differenza dei fondi gestiti attivamente, spesso costosi e poco trasparenti, gli ETF replicano fedelmente un indice di riferimento senza cercare di batterlo. Questo approccio si è rivelato nel tempo più efficace anche per chi ha un’esperienza decennale nei mercati.
L’approccio consigliato anche dai grandi investitori
Persino Warren Buffett, uno degli investitori più celebri e influenti della storia, suggerisce agli investitori non professionisti di investire in ETF a basso costo legati all’S&P 500. Il suo consiglio si basa su una verità semplice: nel lungo periodo, eguagliare il mercato è spesso più redditizio che provare a batterlo.
Qui di seguito sono elencati tre ETF ideali per iniziare.

MSCI All Country World Index – L’ETF per iniziare con una base solida
Il primo ETF che sceglierei se dovessi investire da zero è quello che replica l’indice MSCI All Country World Index (Isin IE00B6R52259). Questo ETF fornisce una diversificazione ampia tra aree geografiche e settori, includendo aziende di piccole, medie e grandi dimensioni provenienti da decine di paesi.
Significa acquistare automaticamente una quota di migliaia di società, senza doversi preoccupare di quale azienda scegliere o quando entrare sul mercato. Grazie a questa esposizione, è possibile costruire un portafoglio di investimento capace di adattarsi all’evoluzione dei mercati globali nel tempo.
Ideale per il PAC e con costi di gestione ultra competitivi
Questo ETF è perfetto per chi desidera impostare un Piano di Accumulo di Capitale (PAC), investendo una cifra costante a cadenza mensile, trimestrale o settimanale. Indipendentemente dal prezzo di mercato, l’automatismo del PAC consente di mediare il costo di carico e ridurre l’impatto dell’emotività nelle decisioni.
Il TER (Total Expense Ratio) è dello 0,12%, rendendolo estremamente efficiente anche per chi investe piccole somme. Non ci sono gestori attivi da pagare: il fondo replica semplicemente l’indice di riferimento, mantenendo i costi al minimo.
Questo il grafico dell’iShares MSCI ACWI ETF (ACWI)
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Nasdaq 100 – Per chi vuole spingere la crescita del portafoglio
Il secondo ETF che prenderei in considerazione per costruire un portafoglio vincente è quello che replica l’indice Nasdaq 100. Questo strumento include le 100 principali aziende non finanziarie quotate sul Nasdaq, con forte concentrazione nei settori dell’intelligenza artificiale, semiconduttori, e-commerce, software e cybersicurezza.
Troviamo al suo interno titoli ad alta crescita come Nvidia, Tesla, AMD, Palantir, Amazon, Shopify. Si tratta di aziende che guidano i cambiamenti tecnologici e possono offrire rendimenti superiori nel lungo periodo.
Strategia per affrontare la volatilità
Chi sceglie di investire in ETF che replica il Nasdaq 100 come per esempio iShares Nasdaq‑100 UCITS ETF (Isin DE000A0F5UF5) deve essere consapevole della maggiore volatilità. In fasi di ribasso, è possibile sfruttare le correzioni per aumentare l’esposizione. Una tecnica efficace consiste nel continuare il PAC durante le fasi stabili e raddoppiare gli acquisti in caso di cali superiori al 10%, così da abbassare il prezzo medio d’ingresso.
Non si tratta di prevedere il mercato, ma di sfruttarne i movimenti. Rimanere investiti nel tempo è la vera arma vincente: le statistiche dimostrano che chi resta investito per almeno 10 anni ha una probabilità altissima di ottenere un rendimento positivo.
Il costo di gestione è dello 0,22%, comunque contenuto rispetto ai fondi comuni.
Questo il grafico dell’iShares Nasdaq‑100 UCITS ETF (SWDA)
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FTSE All-World High Dividend Yield – La componente di stabilità
Il terzo ETF che consiglierei a chi cerca dove investire oggi è quello che replica l’indice FTSE All-World High Dividend Yield. Questo strumento seleziona aziende solide e mature, con bilanci robusti e una politica stabile di distribuzione dei dividendi. Nomi come Coca-Cola, Nestlé, Johnson & Johnson, Philip Morris sono solo alcuni degli esempi inclusi nel paniere.
Queste aziende crescono più lentamente rispetto a quelle tecnologiche, ma compensano offrendo redditi passivi costanti. È una componente ideale per chi desidera un portafoglio equilibrato tra crescita e stabilità.
Reinvestire i dividendi con ETF ad accumulazione
Da preferire le versioni ad accumulazione, che reinvestono automaticamente i dividendi nel fondo stesso come per esempio il FTSE All‑World High Dividend Yield (Isin IE00BK5BR626). Questo approccio favorisce la crescita esponenziale del capitale nel lungo periodo e garantisce anche un vantaggio fiscale, dato che si posticipa il pagamento delle imposte fino al momento della vendita finale.
Questo il grafico del FTSE All‑World High Dividend Yield (VGWE)
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Come distribuire il capitale tra i tre ETF?
La suddivisione ideale del capitale tra questi tre ETF dipende da due variabili fondamentali: età anagrafica e tolleranza al rischio.
Un giovane investitore potrebbe decidere di destinare una porzione più rilevante al Nasdaq 100 per puntare su ETF ad alto potenziale di crescita.
Chi invece è vicino alla pensione o preferisce proteggere il capitale, potrebbe aumentare il peso dell’ETF sui dividendi, mantenendo comunque una quota significativa nell’MSCI All Country World per garantire una buona diversificazione.
In ogni caso, l’importante è investire in ETF in modo coerente, costante e consapevole, seguendo un piano che tenga conto degli obiettivi personali e dell’orizzonte temporale.
La tassazione degli ETF in Italia: cosa sapere per non commettere errori
Un punto spesso trascurato da chi inizia a investire in ETF è la fiscalità italiana. Esistono differenze sostanziali tra ETF a distribuzione (che staccano dividendi) e quelli ad accumulazione (che reinvestono i profitti).
- Gli ETF a distribuzione generano redditi da capitale, tassati al 26% ogni volta che i dividendi vengono distribuiti.
- Gli ETF ad accumulazione rinviano la tassazione alla vendita, permettendo un effetto compounding più efficiente.
Importante sapere che in Italia tutti gli ETF sono soggetti a tassazione sostitutiva, sia in regime amministrato (tramite banca o broker) sia in regime dichiarativo (gestito in autonomia). Per chi ha un PAC attivo, è bene monitorare il prezzo medio di carico per evitare sorprese in fase di disinvestimento.
ETF vs fondi comuni: perché conviene investire in ETF oggi
Molti investitori italiani si trovano ancora legati ai fondi comuni offerti dalle banche, spesso senza accorgersi dei costi elevati e delle performance inferiori. Gli ETF rappresentano un’alternativa più trasparente e conveniente:
- Costi di gestione inferiori: spesso inferiori allo 0,20% contro il 1,5%-2% dei fondi tradizionali.
- Performance storiche competitive: i fondi attivi raramente battono l’indice nel lungo periodo.
- Nessuna commissione di ingresso o uscita.
- Controllo totale: puoi acquistarli o venderli autonomamente dal tuo conto titoli in qualsiasi momento.
Chi vuole davvero costruire un portafoglio di investimento solido e moderno non può trascurare l’efficienza degli ETF.
PAC con ETF: come investire con metodo senza farsi influenzare dalle emozioni
Attivare un Piano di Accumulo di Capitale (PAC) è la soluzione più efficace per chi desidera investire da zero con pochi rischi. Investire periodicamente, anche con importi ridotti, permette di:
- Mediare il prezzo d’acquisto e ridurre l’impatto della volatilità.
- Automatizzare il processo d’investimento.
- Costruire una disciplina finanziaria indipendente dalle emozioni.
Con un PAC su ETF ben scelti, anche 50 o 100 euro al mese possono trasformarsi in capitali importanti nel lungo termine. L’importante è la costanza, più che la cifra iniziale.
Come evitare gli errori più comuni quando si inizia a investire in ETF
Molti investitori alle prime armi commettono errori evitabili. Tra i più frequenti:
- Cambiare strategia troppo spesso in base all’umore del mercato.
- Sovrapporre troppi ETF simili ottenendo una diversificazione solo apparente.
- Ignorare l’importanza della tassazione nel lungo periodo.
- Focalizzarsi solo sulla performance recente, senza considerare la volatilità e il rischio.
- Sottovalutare il peso delle commissioni bancarie o del broker.
Una strategia semplice, basata su ETF diversificati e costi contenuti, permette di ottenere risultati migliori della media, senza stress.
Domande e Risposte (FAQ)
Quali sono i vantaggi di investire in ETF rispetto ai fondi comuni?
Gli ETF hanno costi di gestione più bassi, sono più trasparenti e replicano l’andamento di un indice in modo passivo, senza tentare di battere il mercato. Sono inoltre acquistabili e vendibili in qualsiasi momento come un’azione.
Come iniziare a investire in ETF da zero?
Per investire in ETF da zero ti basta aprire un conto presso un broker o banca online, scegliere gli ETF più adatti al tuo profilo e iniziare con un importo anche minimo. Un PAC (Piano di Accumulo di Capitale) è ideale per partire con costanza.
Quali ETF scegliere per costruire un portafoglio di investimento equilibrato?
Un portafoglio bilanciato può includere: un ETF globale (es. MSCI ACWI), un ETF tecnologico (es. Nasdaq 100) e un ETF a dividendo (es. FTSE All-World High Dividend Yield). La combinazione dipende dalla tua età e propensione al rischio.
Conviene aprire un PAC con ETF nel 2025?
Sì, il PAC su ETF è una strategia efficace per chi desidera investire con regolarità, senza preoccuparsi del momento migliore per entrare. È ideale per approfittare della media dei prezzi nel lungo periodo.
Qual è la tassazione degli ETF in Italia?
Gli ETF sono tassati al 26% sui guadagni. Se sono ad accumulazione, le tasse si pagano solo alla vendita. Quelli a distribuzione generano invece redditi tassabili ogni volta che viene pagato un dividendo.
Quanto rischio comporta investire in ETF?
Il rischio dipende dal tipo di ETF: quelli globali sono più stabili, mentre ETF tematici o settoriali (come il Nasdaq 100) sono più volatili. La diversificazione aiuta a ridurre il rischio complessivo.
Posso investire in ETF con pochi soldi?
Sì, molti broker permettono di investire in ETF con piccoli importi, anche sotto i 100 euro. Con un PAC puoi iniziare a costruire capitale senza grandi risorse iniziali.
Meglio ETF a distribuzione o ad accumulazione?
Gli ETF ad accumulazione sono preferibili per chi vuole far crescere il capitale nel tempo, grazie al reinvestimento automatico dei dividendi. Quelli a distribuzione sono utili se cerchi un reddito passivo.