Nessuno se lo aspettava, ma le ultime notizie gettano un’ombra pesante su uno degli assunti più diffusi tra gli investitori in criptovalute: l’idea che la Cina, dopo anni di divieti ufficiali, potesse tornare a rafforzare la sua posizione sul Bitcoin. E invece no.
Secondo un’esclusiva Reuters, Pechino starebbe facendo esattamente il contrario: vendere le criptovalute accumulate negli anni a seguito di sequestri e operazioni governative. Il tutto in maniera silenziosa, sfruttando canali paralleli per aggirare i divieti interni. Questa mossa, se confermata, rappresenterebbe un cambio di rotta che può avere impatti profondi sul prezzo del Bitcoin e sul sentiment del mercato.
Allo stesso tempo, le parole pronunciate da Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, hanno messo un freno a ogni ipotesi di allentamento monetario. I tassi di interesse resteranno alti più a lungo, e questo mix tra rigidità monetaria e tensioni geopolitiche potrebbe frenare ulteriormente le aspettative positive su BTC e sul comparto delle stablecoin.
Vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo, perché la situazione è così delicata, e quali segnali tecnici ed economici bisogna monitorare con attenzione.
- 1. La Cina liquiderebbe Bitcoin e criptovalute: cosa c’è di vero
- 2. Bitcoin stabile ma fragile: livelli chiave da monitorare
- 3. Federal Reserve: tassi fermi e niente allentamento monetario
- 4. Dazi e politica commerciale: una seconda minaccia per i mercati
- 5. Stablecoin nel mirino: le parole di Giorgetti scuotono i mercati
- 6. ETF Bitcoin e altcoin: segnali contrastanti
- 7. Conclusione: attenzione ai prossimi movimenti della Fed e alla Cina
La Cina liquiderebbe Bitcoin e criptovalute: cosa c’è di vero
Le informazioni raccolte da Reuters indicano che autorità cinesi locali stanno vendendo Bitcoin su mercati secondari, nonostante il divieto ufficiale sul trading di criptovalute. Non si tratta di operazioni private, ma di dismissioni di asset digitali confiscati nel tempo da operazioni di polizia.
Questa azione potrebbe spiegare una pressione costante sul prezzo di Bitcoin nelle ultime settimane, nonostante la tenuta dei livelli tecnici più importanti. Sebbene manchino conferme ufficiali da parte del governo di Pechino, il timore che la Cina stia scaricando sul mercato ingenti quantità di BTC preoccupa non poco gli investitori istituzionali.
Chi si chiede se “la Cina stia davvero vendendo Bitcoin nel 2025” si trova di fronte a un bivio: attendere conferme ufficiali o anticipare le mosse di chi detiene una fetta importante del mercato crypto. Il solo sospetto, per ora, basta a generare incertezza.
Bitcoin stabile ma fragile: livelli chiave da monitorare
Nonostante il flusso di notizie negative, Bitcoin ha mantenuto una certa stabilità sopra quota 84.000 dollari, con un +2,73% settimanale. Tuttavia, i segnali tecnici suggeriscono cautela.
Il prezzo resta sotto la media mobile a 200 periodi, un livello che in analisi tecnica viene spesso utilizzato per distinguere i cicli rialzisti da quelli ribassisti. Solo una chiusura decisa sopra gli 88.000 dollari potrà offrire uno scenario realmente favorevole ai compratori.
Anche la dominance di Bitcoin – esclusi gli stablecoin – è tornata a sfiorare il 69%, un valore che non si vedeva dal 2021. Questo indica un ritorno di interesse verso il BTC rispetto ad altcoin minori, ma anche una crescente selettività tra gli investitori.
Federal Reserve: tassi fermi e niente allentamento monetario
Durante il suo ultimo intervento pubblico, Jerome Powell ha confermato la linea di massima prudenza. Nessuna apertura verso tagli dei tassi di interesse nel breve termine, e nessun accenno al ritorno del quantitative easing.
La banca centrale americana resta focalizzata su tre obiettivi:
- tenere sotto controllo l’inflazione,
- evitare il surriscaldamento del mercato del lavoro,
- gestire l’impatto delle nuove politiche commerciali statunitensi.
Powell ha dichiarato che servirà “maggiore chiarezza economica prima di intervenire”.
L’ipotesi di un eventuale taglio dei tassi nel 2025 resta sul tavolo, ma con un profilo temporale molto dilatato. Questa posizione, definita da molti “hawkish”, impatta negativamente sia sul sentiment degli investitori sia sulla liquidità disponibile per il mercato delle criptovalute.
Dazi e politica commerciale: una seconda minaccia per i mercati
Mentre la Fed raffredda le aspettative, le politiche protezionistiche di Trump stanno accendendo nuove tensioni. Gli ultimi aggiornamenti parlano di dazi su prodotti cinesi che superano il 245%, rendendo praticamente impossibile l’importazione negli Stati Uniti.
Questa strategia, definita da alcuni analisti un vero braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina, non solo colpisce i flussi commerciali, ma genera sfiducia sul dollaro e sugli asset denominati in USD. La Federal Reserve ha confermato che, per ora, non stamperà nuova moneta e continuerà a ridurre il proprio bilancio.
Gli effetti si fanno sentire anche sul DXY, l’indice che misura la forza del dollaro: se non tiene il supporto attuale, il prossimo livello critico è quota 97.
Stablecoin nel mirino: le parole di Giorgetti scuotono i mercati
Durante il Salone del Risparmio 2025, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che le stablecoin ancorate al dollaro sono più pericolose dei dazi. Il motivo? Possono aggirare la sovranità monetaria nazionale e rafforzare l’egemonia del dollaro.
Trump vorrebbe che le principali stablecoin detenessero Treasury USA come collaterale, di fatto finanziando il debito pubblico americano. Una strategia che, se adottata su larga scala, potrebbe rendere gli stablecoin una minaccia sistemica per l’Eurozona, innescando un dibattito ancora aperto sull’introduzione dell’euro digitale.
Molti utenti stanno cercando su Google “quali rischi comportano le stablecoin per l’economia europea” o “Trump vuole usare le stablecoin per finanziare il debito americano?”, a riprova della crescente attenzione su questo tema.
ETF Bitcoin e altcoin: segnali contrastanti
Sui mercati crypto, gli ETF su Bitcoin hanno registrato una giornata di distribuzione con circa 250 BTC in uscita. Il dato arriva dopo due sessioni stabili e conferma un certo scetticismo da parte degli operatori istituzionali.
Tra le altcoin, si segnalano rimbalzi selettivi come Solana (+5,1%), mentre progetti meno solidi come HNT continuano a perdere valore, assestandosi su perdite vicine al -90%. Un chiaro segnale che la fiducia resta concentrata solo su pochi nomi con fondamentali robusti.
Conclusione: attenzione ai prossimi movimenti della Fed e alla Cina
L’attuale contesto è segnato da pressioni doppie: da un lato una Federal Reserve ostinatamente prudente, dall’altro una Cina che sorprende svendendo Bitcoin. Il mercato regge, ma la stabilità è solo apparente. Per chi investe in Bitcoin e criptovalute, è essenziale seguire da vicino l’evoluzione dei tassi di interesse americani e le mosse dei grandi detentori di BTC.
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