Investire in una azione di borsa significa entrare nel capitale dell’azienda sottostante l’azione. Le aziende quotate hanno il loro capitale suddiviso in un determinato numero di azioni una cui parte di queste azioni viene scambiata sui mercati azionari. Quindi, senza considerare gli azionisti principali, che posseggono la maggioranza delle azioni totali dell’azienda, una porzione delle azioni viene immessa sui mercati (mercati azionari) e scambiati tra un certo numero di investitori sparsi per il mondo.
Quando adottate una strategia di investimento, chiaramente realizzate che quando comprate una azione, state mettendo i vostri soldi nel capitale dell’azienda comprando pezzi di azienda che sono le azioni, dalla quale vi aspettate un ritorno, in termini sia di un aumento del valore del capitale (cioè un incremento del prezzo dell’azione) o del pagamento di dividendi ogni certo periodo di tempo.
Investire in azioni di Borsa è solo la parte finale di un lavoro di analisi fatto precedentemente che ci ha convinti che l’azienda è potenzialmente un investimento valido. In termini generali l’investitore ha quantomeno una prospettiva di medio termine, più probabilmente una di lungo termine, in quanto è convinto della bontà della sua scelta per gli anni a venire. E’ anche probabile che l’investitore rimarrà nel mercato anche durante periodi di crisi delle Borse, convinto com’è che sul lungo termine la sua scelta verrà premiata.
Investire in azioni di borsa
La speculazione, al contrario, consiste più nel cercare di ottenere un ritorno immediato dalla compravendita di azioni. Quindi lo speculatore rimarrà fuori dal mercato anche per alcuni periodi ed entrerà solo quando pensa che un incremento immediato del prezzo dell’azione sta per avvenire. Non si cura della bontà dell’investimento sul lungo termine, cosa gli importa è che, dalle notizie a sua disposizione, l’azione potrebbe registrare un incremento nell’immediato. E’ probabile che lo speculatore faccia molti più acquisti e vendite rispetto a un investitore, ragion per cui le commissioni bancarie giocano un ruolo importante nel ritorno finale. In ultimo è probabile che si muova dal semplice acquisto di azioni a quello di strumenti finanziari derivati che sono in grado di imprimere un effetto leva al suo investimento (tra questi le operazioni a margine che permettono di acquistare per esempio 10.000 € di una azione pagandone solo 1.000 €, con i rimanenti 9.000 € prestati dalla banca sui quali viene pagato un interesse ogni giorno che passa – nel momento in cui le perdite dovessero superare i 1.000 € iniziali la banca chiude in automatico la posizione).
Ciò risulta ragionevole solo per investimenti di breve periodo, poiché ad ogni giorno che passa vengono pagati sempre più interessi: per questo motivo, gli strumenti derivati non sono appropriati per un investitore, eccetto quando vuole proteggere (hedge) il suo investimento principale con delle garanzie aggiuntive. Questo è l’unico caso in cui prevediamo l’utilizzo di tali strumenti nel nostro sistema di investimento.
Investire in azioni di Borsa prima del pagamento dei dividendi
Per l’investitore il pagamento dei dividendi è la naturale conseguenza e risultato di un buon investimento; egli non ha bisogno di acquistare una azione solo in prossimità del pagamento dei dividendi, anzi non conosce neppure con esattezza la data del pagamento di questi. Infetti egli non venderà l’azione immediatamente dopo aver incassato i dividendi, cosa che invece fa lo speculatore. Quest’ultimo comprerà l’azione soltanto in prossimità del pagamento dei dividendi e venderà nemmeno al pagamento dei dividendi, ma subito dopo la data di registrazione in cui i possessori di azioni vengono registrati come aventi diritto al dividendo. Risulta dunque fondamentale per lo speculatore conoscere con esattezza la data di registrazione per vendere immediatamente dopo.
L’investitore, al contrario, non si cura di questo aspetto, che ritiene invece marginale. Questo lavoro è chiaramente per l’investitore in azioni.
Il momento giusto per acquistare azioni di borsa
Acquistare azioni significa acquistare pezzi di azienda! Una buona tecnica è conosciuta come “Value Investing”, cioè dell’investire in una azione solo se il suo prezzo è significativamente inferiore al valore reale dell’azienda. Questa teoria, della quale Buffett è considerato il principale esempio insieme al suo maestro Benjamin Graham, è basata sul presupposto che non esistono buone o cattive azioni, ma tutto dipende dal prezzo di acquisto. Un’azienda non deve essere comprata a qualsiasi prezzo, ma solo a un prezzo conveniente che rappresenti un affare.
Quindi un Value Investor non deve aspettarsi un ritorno immediato dall’investimento fatto, ma solo essere consapevole che il prezzo al quale l’azione è stata acquistata è significativamente sotto un prezzo giusto in modo tale che questo può tradursi prima o poi in un significativo incremento nel futuro prossimo o lontano. Inoltre questo metodo non predice i valori esatti dei prezzi giusti di una azione o l’esatta tempistica dell’evoluzione del prezzo nel futuro. Può solo dire che state comprando a un prezzo significativamente conveniente o farvi capire come potrebbe più o meno evolvere il valore di una azienda nel futuro.
Per esempio, non sarete in grado di dire che una azione sta vendendo a 4.56 € mentre dovrebbe vendere a 4.73 € ad una certa data; quello che sarete in grado di predire è: questa azione sta vendendo intorno ai 3 €, mentre dovrebbe vendere anche a 15 €. L’azione a questo prezzo potrebbe essere un grosso affare nel futuro vicino o lontano, ma non sarete mai in grado di dire: a questa data il prezzo dell’azione scambierà a questo valore. Quindi uno dei nostri concetti base è: non è possibile prevedere l’evoluzione del prezzo delle azioni nel futuro, si può comprare solo a prezzi bassi aspettando che il mercato prima o poi riconosca il suo errore di valutazione e conseguentemente corregga il prezzo.
Mantenete nella vostra mente questa ulteriore differenza tra investimento e speculazione e il concetto di “Value Investing” e avete fatto un’altra importante selezione tra le informazioni restanti da analizzare.
Tipologia di investitore
• Investitore classico: si affida a dei consulenti finanziari specializzati o alla propria banca per avere dei consigli su quali azioni acquistare. Si fida dei consigli e provvede all’acquisto senza analizzare da sé se le azioni consigliate siano valide.
• Investitore medio: possiede alcune nozioni di base dei mercati azionari e cerca di raccogliere informazioni da sé sulle azioni utilizzando l’analisi tecnica o quella fondamentale o semplicemente basandosi sui “rumore” del momento. Giunge in autonomia alla decisione di quali azioni acquistare e come comporre il proprio portafoglio.
• Investitore esperto: possiede una formazione specifica sui mercati azionari, probabilmente è un consulente finanziario autonomo o opera come promotore di strumenti finanziari. Compie delle analisi su informazioni non accessibili agli investitori medi applicando teorie anche complesse derivate dall’analisi matematica.
In teoria un investitore esperto dovrebbe essere in grado di ottenere ritorni migliori rispetto alle altre due categorie, ma non sempre è così. O meglio, probabilmente otterrà rendimenti superiori rispetto agli investitori della prima categoria che sono quelli che egli stesso consiglia, ma non è detto che riesca a battere i rendimenti degli investitori della seconda categoria.