Forse avrai già sentito parlare dei CCT e sì, sono proprio loro, i Certificati di Credito del Tesoro. Sicuramente meno conosciuti dei BTP, ma in entrambi i casi si parla di titoli di Stato.
Questo articolo va proprio ad esaminare il funzionamento di questi certificati, quali sono i rischi ad essi associati ed anche le loro interessanti potenzialità.
Sia che li abbia già nel portafoglio, sia che tu stia pianificando un acquisto di CCT, questo è l’articolo che fa per te.
Cosa sono i CCT?
I Certificati di Credito del Tesoro (CCT) sono delle obbligazioni emesse dal Dipartimento del Tesoro italiano.
Ogni semestre è prevista una cedola in entrata per chi detiene il titolo. L’ammontare di questo rendimento non è fisso, ma dipende da un determinato parametro che analizzeremo nel dettaglio nelle prossime righe.
Acquistare dei Certificati di Credito del Tesoro corrisponde di fatto a prestare dei soldi allo Stato italiano per finanziare le sue spese. Tutto ciò in cambio di un determinato tasso di interesse che, come anticipato, cambia ogni 6 mesi.
Tra le principali caratteristiche dei CCT possiamo riassumere le seguenti:
- è possibile acquistarli anche in un momento successivo alla loro emissione;
- si possono vendere in un momento precedente alla loro scadenza;
- le operazioni di compravendita hanno un taglio minimo di 1.000€ e suoi multipli.
Dopo queste dovute anticipazioni, possiamo passare al prossimo quesito: in base a cosa varia la cedola di questi particolari Titoli di Stato?
La cedola semestrale dei CCT dipende dall’indice Euribor a 6 mesi, i cosiddetti CCT EU. Questa procedura è in vigore da giugno 2010 (perché in precedenza invece la cedola variava in base al tasso d’interesse fornito dai BOT a 6 mesi).
L’Euribor a 6 mesi corrisponde alla media dei tassi d’interesse ai quali le primarie banche attive nel mercato monetario dell’euro si prestano soldi con questo termine semestrale.
L’interesse della cedola semestrale dei CCT EU è dato dalla somma tra l’Euribor a 6 mesi e un margine definito in sede di emissione del Certificato.
Esiste un metodo ben preciso per calcolare gli interessi cedolari, ma per questi ulteriori dettagli rimandiamo alla guida all’utilizzo: come funziona il CCT?
Qui sarà possibile trovare anche un esempio di calcolo di un CCT con scadenza a 7 anni e con lo spread allo 0,70%, oltre ad approfondimenti su dove acquistare questi titoli.
Parliamo di rendimenti dei CCT
Trattandosi di titoli obbligazionari, anche nel caso dei Certificati di Credito del Tesoro le fonti di guadagno possono dividersi in due tipologie:
- le cedole, che sono calcolate moltiplicando il capitale investito per il tasso d’interesse. Generalmente questo rendimento è positivo per tutta la durata dell’investimento
- la differenza tra il prezzo di vendita (o di rimborso, nel caso il titolo arrivi fino a scadenza) ed il prezzo di acquisto (o di sottoscrizione, nel caso il titolo sia stato acquistato all’emissione). Considerando che il prezzo dei CCT varia al variare dei tassi di mercato e del rischio Paese Italia, allora il rendimento potrebbe essere anche negativo.
Naturalmente potremmo trovarci anche nella situazione opposta, se i tassi di mercato salgono, anche l’Euribor a 6 mesi salirà insieme al tasso cedolare dei CCT.
Possiamo dedurre, quindi, che il prezzo dei CCT è meno sensibile alla variazione dei tassi di mercato rispetto al prezzo di un classico BTP. In quest’ultimo caso si avrà un tasso cedolare fisso prestabilito per tutta la sua durata.
Quindi conviene investire in CCT?
Per rispondere a tale quesito è inevitabile riprendere il rapporto tra rendimento del CCT e l’andamento dei tassi di mercato (che quindi influisce sull’Euribor a 6 mesi).
Inoltre, ci vengono in soccorso i dati storici che ci mostrano l’entità delle cedole variabili storicamente pagate da questi Titoli di Stato. Queste informazioni sono disponibili attraverso la consultazione del sito ufficiale della Banca d’Italia.
Ma naturalmente fare delle previsioni future non equivale ad avere la sfera di cristallo. Non è possibile predire un comportamento che vada esattamente in linea con le statistiche.
Proviamo comunque a fare alcune considerazioni in riferimento ai maggiori rendimenti offerti dai CCT:
- i tassi di mercato (ed anche l’inflazione) dovrebbero continuamente salire;
- lo SPREAD BTP/BUND dovrebbe continuamente scendere per sperare in una forte e duratura crescita economica del nostro Paese.
Situazioni sicuramente auspicabili e che potrebbero realizzarsi, senza però la certezza dell’effettiva entità degli eventi e della loro durata.
Per poter avere un’idea più chiara dei rendimenti dei CCT e di se questi titoli possono inserirsi al meglio nel proprio portafoglio, suggeriamo la consulenza finanziaria indipendente di chi conosce approfonditamente il settore.
L’esperienza di un professionista, unita ai tanti dati a disposizione ed una visione più ampia del mercato, potranno sicuramente rappresentare una guida all’interno di questa scelta di investimento.
CCT e rischio di credito
Rendimento semestrale, cedola ricorrente, guadagno dal differenziale… Sì, ma non è tutto oro quel che luccica.
Anche con i CCT esistono dei rischi e, proprio perché si tratta di titoli di Stato, si tratta di rischi a volte sottovalutati.
Stiamo parlando del rischio di credito, ovvero la situazione in cui l’intero sistema dell’economia italiana va in default.
La possibilità che questo accada è bassa, ma non uguale a zero e nel caso si realizzasse questo sarebbe un enorme danno per chi ha investito in CCT.
In tal caso lo Stato non sarebbe in grado di pagare i flussi cedolari previsti dal contratto o di rimborsare il capitale alla scadenza.
Inoltre, un’eventuale fase di alta tensione sulla solvibilità del Paese potrà influenzare negativamente l’andamento del prezzo del titolo. In questo modo l’investitore si esporrebbe a quello che possiamo riassumere come “rischio Italia”.
Allora, investire in CCT conviene?
Si tratta di strumenti interessanti ma, decidere effettivamente di inserirli in portafoglio dipende da molti fattori.
Anche la quantità, in termini di valore, di CCT da acquistare deve mantenere una giusta proporzione rispetto al proprio patrimonio totale.
All’interno di tutte queste considerazioni, bisogna poi valutare la salute dell’economia italiana, gli obiettivi finanziari che si vogliono raggiungere (e in quanto tempo) ed il costo opportunità derivante dalla scelta di prodotti alternativi.
Acquistare un CCT potrebbe portarti un determinato guadagno ma, ad esempio, acquistando un ETF con maggiori performance potrebbe assicurarti una più alto rendimento nello stesso periodo di tempo.
Se sei ancora indeciso, potrebbe essere utile consultare tutte le risorse disponibili sull’argomento. Sul sito della IoInvesto SCF, il più grande movimento di investitori indipendenti in Italia, sono disponibili moltissimi approfondimenti.
Inoltre sono presenti diversi servizi, anche in modalità gratuita, che ti permetteranno di entrare in contatto con i professionisti del settore e sciogliere ogni tuo dubbio in materia di CCT e del mondo degli investimenti in generale.