3 Ottobre, 2025
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    Analisi dei mercatiTeleTrade: L'impatto del Covid-19 sulla Ristorazione

    TeleTrade: L’impatto del Covid-19 sulla Ristorazione

    La pandemia ha tenuto in scacco buona parte del pianeta e ha avuto effetti socio-economici particolarmente rilevanti sui Paesi occidentali. Volendo indagare su queste dinamiche dal punto di vista della gestione politica della pandemia in Occidente, è giusto sottolineare la portata più limitata delle politiche di contenimento a opera di Stati Uniti ed Europa rispetto a regimi politici rinomatamente più autoritari. Vecchio e Nuovo continente hanno dovuto infatti negoziare i loro piani anticrisi nel rispetto, almeno parziale, delle libertà dei singoli. Se da un lato, quindi, i lockdown alla maniera occidentale non sono stati i più incisivi nel contenere la pandemia, dall’altro hanno ribadito, sia pure nei loro limiti, l’irrinunciabilità dei valori della libertà e del rispetto dell’individuo secondo i valori che reggono il concetto di democrazia.

    Tra i settori che hanno maggiormente risentito delle limitazioni di operare liberamente, è stato senz’altro quello della ristorazione e del food & beverage. Dal primo lockdown ad oggi, gli imprenditori della ristorazione hanno vissuto una vera e propria odissea, dovendo fare i conti non solo con il crollo dei loro fatturati, ma anche con l’impossibilità di pianificare le loro attività a causa dal clima di incertezza generalizzata e dalla scelta dei più disparati provvedimenti adottati dal Governo; tutto ciò ha comportato una perdita nel 2020 in Italia di circa 514 mila posti di lavoro nel settore della ricettività e della ristorazione, il doppio rispetto al periodo 2013-2019 dove è stata raggiunta la già considerevole cifra di 245 mila unità. Inoltre, il 97,5% delle imprese censite ha registrato un calo di fatturato e più di 6 ristoratori su 10 hanno superato la metà del volume d’affari del 2019. I numeri destano preoccupazione soprattutto se rapportiamo la quasi totale assenza di nuove aperture a fronte di 22.250 attività chiuse. Questi sono i dati riportati da Infocamere.

    Se nel corso dell’anno 2010 sono stati inaugurate 18.000 nuove attività nel novero degli esercizi pubblici, a distanza di 10 anni, nel 2020, le imprese avviate sono state appena più della metà (9.190). È un dato di fatto che le cause siano da ricercare soprattutto nelle misure restrittive che hanno colpito la mobilità delle persone, nella riduzione della capienza dei locali per rispettare i protocolli di sicurezza e nel calo dei flussi turistici, soprattutto dall’estero, commenta l’analista Finanziario di TeleTrade Giancarlo Della Pietà.

    Secondo il rapporto stilato ad inizio giugno dalla Fipe-Confcommercio, i consumi domestici degli italiani sono cresciuti sensibilmente a partire soprattutto dal 2020, con una spesa di circa 6 miliardi di euro in più per l’alimentare, a fronte però di un crollo di 31 miliardi di euro dei consumi nei pubblici esercizi; l’analisi in oggetto identifica anche un evidente cambiamento di rotta degli acquisti degli italiani, con una minore spesa nei supermercati soprattutto per beni di qualità come oli, vino e piatti elaborati. Lo stesso rapporto ha evidenziato che anche i consumi fuori casa, come pranzi e cene, siano diminuiti a fronte di una maggiore richiesta verso i piatti d’asporto e il food delivery.

    Oggi, nel pieno della seconda estate dall’inizio della pandemia, il 68,3% degli imprenditori del settore dichiara di non aver fiducia in una ripresa veloce; allo stesso tempo si è propensi per una veloce ripartenza nel momento in cui l’emergenza sarà terminata. L’80% dei ristoratori intervistati sono consapevoli che ci saranno altre sfide da affrontare, ed in particolare il 2021 sarà ancora un anno caratterizzato dalla stazionarietà dei fatturati; è invece nei prossimi due anni che si intravedono possibilità di crescita, e solo nel 2024 una vera e propria inversione di tendenza con un ritorno ai numeri pre-pandemici, ai pranzi e alle cene fuori casa con un maggiore interesse alla sicurezza, all’igiene e alle distanze.

    Ovviamente per l’intera filiera, ci saranno da affrontare nuove sfide per non restare impreparati nel momento in cui cominceranno di nuovo a crescere la presenza nei locali e nei ristoranti; a questo punto secondo alcune indagini di settore, le strade da seguire saranno fondamentalmente due: quasi il 25% dei ristoratori punterà a rafforzare i servizi di digitalizzazione come l’home delivery e menù sempre flessibili in modo da adattarsi ai consumi a casa; un altro 25% punta invece sulla qualità, su una maggiore identità territoriale e su una differenziazione dei prodotti proposti valorizzando l’unicità dei prodotti e delle materie prima con un marketing e una comunicazione maggiormente strutturati.

    In conclusione, la maggior parte dei ristoratori è del parere che quando l’emergenza sanitaria finirà, e quando saranno totalmente eliminate tutte le restrizioni, gli italiani ricominceranno a frequentare come prima ristoranti e bar, ma con una maggiore attenzione sia verso le varie proposte gastronomiche offerte, sia alla capacità di innovarsi sul versante della tecnologia e dei servizi.

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    Report di Giancarlo Della Pietà per TeleTrade

    Laureato in economia del commercio internazionale e dei mercati valutari presso l’università “Parthenope” di Napoli. Nel 2010, ha deciso di mettere nero su bianco le sue esperienze di trading, redigendo il libro dal titolo: “Trading nel mercato forex – Come operare con l’analisi tecnica nel mercato internazionale delle valute”. Dal 2012, ha intrapreso il cammino professionale in TeleTrade-Dj International Consulting Ltd, ricoprendo il ruolo di chief technical analyst & currency strategist, dove redige ogni giorno l’analisi giornaliera, con relativi video-analisi, “Daily Market Briefing” e “Weekly Market Outlook”, sia dal punto di vista tecnico che macroeconomico; inoltre dal primo ottobre del 2016 è il responsabile della “Diretta Live” in programmazione ogni mattina dalle ore 08.30 alle ore 10.00 dal lunedì al venerdì.

    Doveinvestire
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    Amministratore e CEO del portale www.doveinvestire.com, Simone Mordenti è anche analista finanziario, trader con oltre 25 anni di esperienza. Classe 1974, si avvicina al mondo del trading, ed in particolare agli investimenti su indici di borsa e azioni, grazie all’affiancamento di esperti del settore. Una forte passione per le scienze statistiche e l’analisi tecnica sui mercati finanziari, da diversi anni si occupa di giornalismo finanziario in diversi portali del settore, in veste di analista tecnico e trading advisor.
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