Gli ultimi movimenti sul mercato dei metalli preziosi hanno catturato l’attenzione di analisti e investitori. Nonostante gli incrementi odierni possano sembrare modesti, il comportamento di oro e argento evidenzia un posizionamento tattico in vista di sviluppi più rilevanti nel corso del 2025 e del 2026.
Questa dinamica si inserisce in un contesto macroeconomico segnato dal rallentamento dell’inflazione USA, da una crescente probabilità di taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve e da una domanda industriale in forte espansione per l’argento.
- 1. Quotazioni aggiornate: segnali di accumulo sul mercato
- 2. Fderal Reserve e tassi di interesse: la variabile decisiva
- 3. Effetto tariffe: un rischio evitato per l’oro
- 4. Inflazione USA: oltre le statistiche ufficiali
- 5. Analisi tecnica: argento in posizione di forza
- 6. Scenario prospettico e strategie operative
Quotazioni aggiornate: segnali di accumulo sul mercato
Nelle ultime sedute, il mercato dei metalli preziosi ha mostrato un comportamento coerente con le fasi di accumulo da parte di operatori istituzionali e investitori di lungo periodo.
Nelle ultime ore l’oro un incremento moderato attestandosi a 3.357 $. Pur trattandosi di un movimento contenuto in termini percentuali, la tenuta sopra la soglia psicologica dei 3.300 $ rappresenta un segnale di stabilità, soprattutto alla luce della volatilità registrata nei giorni precedenti a causa delle incertezze macroeconomiche e delle notizie legate ai dazi.
L’argento ha evidenziato una performance più brillante, con un rialzo che spinto il prezzo a 38,36 $. Questo comportamento segnala un interesse crescente da parte del mercato, soprattutto in relazione alle prospettive di domanda industriale.
Anche altri metalli hanno contribuito al quadro positivo: il platino è salito di 12 dollari, mentre il rodio ha registrato un leggero incremento. Unica eccezione il palladio, in calo di 19 dollari, penalizzato da una domanda più debole nel settore automotive.
Nel complesso, la price action di queste sedute suggerisce che gli investitori stanno approfittando di eventuali discese di breve termine per rafforzare le posizioni, segnale tipico delle fasi preparatorie a movimenti direzionali più marcati.
Fderal Reserve e tassi di interesse: la variabile decisiva
Il Consumer Price Index (CPI) di luglio, in linea con le previsioni (+2%), ha rafforzato le aspettative di un imminente taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.
Secondo il FedWatch Tool, la probabilità di una riduzione di 0,25 punti percentuali a settembre è salita al 94,4%, con ulteriori tagli possibili in ottobre (60,5% di probabilità) e dicembre (49,3%).
Un contesto di tassi più bassi aumenta l’attrattiva di asset non remunerativi come oro e argento, riducendo il rendimento reale dei titoli obbligazionari e spostando la domanda verso beni percepiti come rifugio di valore.
Effetto tariffe: un rischio evitato per l’oro
Nei giorni precedenti, il prezzo dell’oro aveva subito un calo a causa delle incertezze legate a possibili dazi statunitensi sul metallo giallo.
La conferma ufficiale che l’oro non sarà soggetto a tariffe ha evitato una potenziale crisi nel commercio internazionale di lingotti, con benefici diretti per la Svizzera, uno dei principali centri globali di raffinazione e transito.
Questa rimozione del rischio ha ristabilito fiducia sul mercato e contribuito a stabilizzare le quotazioni spot e future.
Inflazione USA: oltre le statistiche ufficiali
Il CPI Usa, pur utile come indicatore, non fotografa completamente la realtà dell’inflazione USA.
Dal punto di vista monetario, la perdita di potere d’acquisto è strettamente collegata all’aumento della massa monetaria in circolazione. La stampa di nuova valuta senza un corrispondente incremento della produzione reale porta inevitabilmente a una svalutazione del dollaro.
In questo scenario, i metalli preziosi fungono da protezione patrimoniale, preservando il valore nel tempo.
Analisi tecnica: argento in posizione di forza
Dal punto di vista tecnico, l’argento si trova in un contesto favorevole, sostenuto da una combinazione di domanda speculativa e industriale.
Sul grafico giornaliero, il metallo bianco ha confermato la rottura della resistenza a 37,50 $, trasformandola ora in un solido livello di supporto. La successiva area critica si colloca in prossimità dei 38,20 $, soglia oltre la quale il mercato potrebbe accelerare verso il target intermedio di 39,50 $ e, in estensione, verso l’obiettivo chiave di 41 $ entro fine anno.
Gli indicatori tecnici confermano il momentum positivo:
- L’RSI si mantiene in zona di ipercomprato moderato, segnale di forza ma anche di attenzione a possibili fasi di consolidamento.
- Le medie mobili a 20 e 50 periodi sono orientate al rialzo, con un allargamento del canale tra le due curve che indica un trend ben impostato.
- I volumi in aumento nelle giornate rialziste confermano l’interesse degli operatori istituzionali.
Dal lato fondamentale, la crescente tensione sulle scorte registrata nei magazzini COMEX e LBMA è un fattore da non sottovalutare: livelli bassi di inventario, uniti alla domanda per applicazioni in fotovoltaico, elettronica e batterie, creano le premesse per un’offerta limitata e una pressione rialzista sui prezzi.
Scenario prospettico e strategie operative
Il contesto macroeconomico, caratterizzato da tassi di interesse in discesa e inflazione USA contenuta, è storicamente favorevole ai metalli preziosi. L’eventuale conferma da parte della Federal Reserve di una politica monetaria più accomodante potrebbe agire come catalizzatore, innescando un nuovo ciclo rialzista.
Per gli investitori orientati al medio-lungo periodo, la strategia più prudente prevede accumuli graduali in caso di ritracciamenti verso i principali supporti tecnici: per l’oro area 3.300-3.280 $, per l’argento 37,50-36,80 $. Un approccio di dollar cost averaging (DCA) può risultare efficace per ridurre l’esposizione al rischio di ingresso in momenti di eccesso di mercato.
Per chi ha un profilo più speculativo, eventuali rotture confermate sopra i 38,20 $ sull’argento e i 3.360 $ sull’oro potrebbero essere sfruttate per operazioni di breve-medio periodo con obiettivi rispettivamente a 41 $ e 3.420 $.
La diversificazione resta comunque un elemento centrale: allocare parte del capitale in oro per la sua funzione di bene rifugio e in argento per il suo maggiore potenziale di crescita legato alla domanda industriale consente di beneficiare sia della stabilità che delle opportunità speculative.
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