Negli ultimi giorni, gli investitori hanno assistito a un crollo senza precedenti nei mercati finanziari, con una perdita complessiva di quasi 3.000 miliardi di dollari in un’unica giornata. Questo scenario, purtroppo, non è più un’eccezione ma sta diventando una costante, con un’ondata di panico diffuso che si riflette nel livello di paura estremo rilevato negli indicatori di sentiment.
Nell’arco degli ultimi giorni, le performance dei principali titoli tecnologici — noti come Magnifici Sette — hanno segnato perdite a doppia cifra. L’indice NASDAQ 100 ha registrato il quinto peggior crollo degli ultimi 10 anni, collocando il 3 aprile 2025 tra le date storiche più negative per Wall Street.
Anche se il confronto con il periodo del COVID-19 non è ancora totalmente calzante, l’attuale fase ribassista richiama alla memoria le giornate più cupe del marzo 2020, quando i mercati vennero travolti da ondate consecutive di vendite.
- 1. I titoli sotto pressione: da Nvidia ad Amazon
- 2. Tariffe e tensioni geopolitiche: la miccia che ha acceso il crollo
- 3. La risposta cinese e l’ombra della guerra commerciale
- 4. Effetti reali: Nike e Vietnam nel mirino
- 5. Recessione in arrivo? La previsione di JP Morgan
- 6. Warren Buffett fa eccezione: +17% da inizio anno
- 7. Opportunità nascoste: il valore reale delle azioni sottovalutate
- 8. Strategia suggerita: accumulo progressivo per affrontare l’incertezza
- 9. Tra panico e opportunità: come orientarsi in questo nuovo scenario
I titoli sotto pressione: da Nvidia ad Amazon
I segnali negativi si estendono su quasi ogni comparto. Alcuni dei casi più emblematici:
- Nvidia è scivolata sotto i 100 dollari per azione, registrando un calo del 3%.
- Amazon ha perso oltre il 10%, scendendo a quota 171 dollari.
- SoFi, è tornata sotto i 10 dollari.
Queste flessioni non sono isolate: rappresentano una tendenza generalizzata, che colpisce anche altri colossi come Alphabet, Nike, ASML e Apple.
Tariffe e tensioni geopolitiche: la miccia che ha acceso il crollo
L’evento scatenante? Il cosiddetto “Liberation Day“, nel quale il Presidente Donald Trump ha annunciato una serie di nuove tariffe reciproche su decine di paesi. Alcune di queste decisioni sono apparse grottesche: è stato applicato un dazio del 10% perfino a territori senza popolazione come Heard Island e McDonald Islands, abitate solo da pinguini.
Il metodo di calcolo delle tariffe si basa su una divisione semplicistica: il deficit commerciale degli Stati Uniti con un determinato paese, diviso per il totale delle esportazioni verso gli USA. Un approccio che evidenzia la mancanza di un criterio strategico, soprattutto considerati gli effetti macroeconomici potenzialmente devastanti.
La risposta cinese e l’ombra della guerra commerciale
Pechino ha reagito con fermezza, minacciando contromisure immediate. La Cina ha già annunciato una ritorsione del 34% sulle importazioni americane. Tuttavia, resta incerta l’effettiva entità di questi provvedimenti, considerando che esistono già tariffe aggiuntive preesistenti.
La minaccia è chiara: si profila l’inizio di una nuova guerra commerciale su larga scala, che potrebbe peggiorare drasticamente la congiuntura economica globale.
Effetti reali: Nike e Vietnam nel mirino
Tra i più colpiti dal nuovo schema tariffario c’è Nike, azienda fortemente dipendente dalla produzione in Vietnam, paese su cui grava ora una tariffa del 46%. Il titolo è crollato di oltre il 10% in una sola seduta, toccando un nuovo minimo annuale.
L’aumento dei costi di produzione avrà ripercussioni dirette sui consumatori, che si troveranno a fronteggiare prezzi più alti e meno disponibilità di prodotti.
Recessione in arrivo? La previsione di JP Morgan
Secondo JP Morgan, la probabilità di una recessione globale è salita al 60%, spinta proprio dalle politiche tariffarie statunitensi. La situazione si complica con la perdita di fiducia nei mercati e il rischio di un crollo della domanda globale.
Warren Buffett fa eccezione: +17% da inizio anno
Mentre la maggior parte degli investitori affronta ribassi pesanti e ricalibra le proprie strategie, Warren Buffett si distingue per una performance nettamente positiva. Dall’inizio del 2025, il suo portafoglio ha segnato un +17%, grazie a una combinazione vincente di selezione di aziende ad alta qualità, visione di lungo periodo e una gestione prudente della liquidità.
Il dato più sorprendente? Il cash disponibile di Berkshire Hathaway ha superato i 349 miliardi di dollari. Questo arsenale di liquidità offre a Buffett un vantaggio strategico enorme: la possibilità di acquistare asset di valore in momenti di crisi, senza dover disinvestire o esporsi a rischio eccessivo.
La filosofia di Buffett rimane coerente: investire in aziende con vantaggi competitivi sostenibili, management competente, e valutazioni ragionevoli. E mentre il mercato crolla, lui si prepara ad acquistare a sconto, fedele al principio che ha reso celebre il suo stile: “Sii avido quando gli altri sono timorosi.”
Per gli investitori retail, osservare la strategia di Buffett non significa necessariamente imitarla, ma comprenderne i principi chiave: pazienza, disciplina, focus sul valore intrinseco e gestione del rischio.
Opportunità nascoste: il valore reale delle azioni sottovalutate
In mezzo al caos dei mercati, quando il sentimento dominante è la paura e la liquidità si sposta rapidamente verso asset rifugio, si aprono spesso delle finestre di opportunità per chi sa guardare oltre il breve termine. In particolare, numerosi titoli di aziende solide e redditizie stanno oggi scambiando a multipli inferiori alla media storica, generando segnali di sottovalutazione che non possono essere ignorati.
Prendiamo ad esempio Nvidia. Nonostante la società abbia registrato una crescita degli utili eccezionale e disponga di un bilancio altamente solido, le sue azioni continuano a scendere, trascinate dalla turbolenza generale dei mercati. I modelli di Discounted Cash Flow (DCF) aggiornati mostrano che il fair value del titolo è in costante crescita, ma il prezzo di mercato si allontana sempre di più, creando un divario significativo tra valore intrinseco e prezzo corrente.
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Situazione analoga per Alphabet, che attualmente viene scambiata vicino ai minimi a 52 settimane. Il suo forward Price-to-Earnings (P/E) si aggira attorno a 16, contro una media quinquennale di circa 22-23. Anche ipotizzando un rallentamento nel business pubblicitario, Google mantiene una quota dominante nel settore, una generazione di free cash flow robusta e una marginalità operativa tra le più elevate del mercato.
ASML, leader globale nella litografia per semiconduttori, ha perso quasi il 50% dal suo massimo storico. Eppure, continua a generare rendimenti da dividendo superiori alle medie storiche, e viene oggi valutata con un multiplo EV/EBITDA al di sotto del 5° percentile degli ultimi cinque anni.
Queste aziende rappresentano moat competitivi — vantaggi strutturali difficili da replicare — e sono in grado di continuare a generare valore anche in scenari economici avversi. Identificare e valutare correttamente questi titoli richiede metodo, pazienza e una chiara strategia di lungo periodo.
Strategia suggerita: accumulo progressivo per affrontare l’incertezza
In contesti di alta volatilità, dove le correzioni di mercato possono estendersi per settimane o mesi, tentare di individuare il punto minimo esatto si rivela spesso inefficace. È qui che entra in gioco una delle strategie più efficaci e meno emotive per l’investitore: il Dollar Cost Averaging (DCA).
Il DCA consiste nell’investire somme fisse a intervalli regolari, indipendentemente dal prezzo di mercato, distribuendo così il rischio nel tempo. Questa tecnica consente di mediare il prezzo di acquisto e riduce l’impatto delle oscillazioni negative di breve periodo.
Ad esempio, supponiamo di voler investire su un titolo come Alphabet. Invece di acquistare un’intera posizione in un’unica tranche, si possono suddividere gli ingressi su base settimanale o mensile. Questo approccio consente di costruire un’esposizione a costi medi più competitivi, evitando il rischio di entrare su massimi temporanei.
Il DCA è particolarmente efficace su aziende con fondamentali solidi, bilanci puliti e margini di crescita confermati, come Nvidia, Alphabet, ASML o persino Apple, sebbene quest’ultima venga oggi considerata da molti analisti leggermente sopravvalutata in base ai suoi attuali tassi di crescita.
È fondamentale però abbinare questa strategia a un’attenta due diligence: non basta accumulare, serve farlo su aziende giuste, con visione decennale e capacità di generare valore indipendentemente dal ciclo economico
Un esempio concreto
Supponiamo che un titolo come Alphabet sia valutato sotto il suo valore intrinseco di lungo periodo. Anche in uno scenario di rallentamento del business pubblicitario, Google mantiene una posizione dominante e una forte generazione di free cash flow. Acquistarla a questi livelli potrebbe rappresentare un’occasione unica per costruire un portafoglio solido in ottica 5-10 anni.
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Tra panico e opportunità: come orientarsi in questo nuovo scenario
La fase attuale dei mercati si presenta come una delle più complesse degli ultimi anni. Da un lato, l’incertezza geopolitica e commerciale spinge gli investitori verso comportamenti difensivi. Dall’altro, il ribasso delle quotazioni sta riportando i multipli di valutazione a livelli estremamente interessanti, aprendo spazio a opportunità concrete.
Chi investe oggi non deve chiedersi se il peggio sia già passato, ma se le aziende su cui punta abbiano le caratteristiche per superare con successo questo ciclo ribassista e tornare a crescere in futuro.
Un portafoglio costruito con logica, basato su analisi fondamentali, con una gestione del capitale graduale e un orizzonte temporale di 5-10 anni, può rivelarsi una delle scelte più efficaci per trasformare la crisi in un’opportunità di accumulo strategico.
Il punto non è prevedere il fondo del mercato, ma acquistare valore quando il valore è tangibile. Chi saprà mantenere lucidità, studiare i fondamentali e costruire con costanza sarà, con ogni probabilità, colui che beneficerà di rendimenti superiori quando il ciclo tornerà favorevole.
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