Le azioni europee si muovono in territorio negativo durante le negoziazioni di giovedì mentre continuano a incombere i timori per l’inflazione e un potenziale rallentamento economico globale.
Le azioni europee sono in calo nella giornata odierna poiché i timori di un’inflazione dilagante continuano a pesare pesantemente sui mercati globali. Il calo di oggi segue gli sviluppi del giorno precedente, quando le azioni europee hanno chiuso in ribasso.
L’indice STOXX 600, nel momento della scrittura, è in calo dell’1,48%. In rosso anche i contratti futures europei con i futures DAX in Germania in calo dello 0,96%, i futures francesi CAC sono scesi dell’1,49%, mentre il contratto futures FTSE 100 nel Regno Unito è sceso dell’1,96%.
Inoltre, i dati del Regno Unito hanno recentemente mostrato che l’inflazione è balzata a un massimo di 40 anni del 9% in Aprile. Ciò ha avuto un impatto anche sui prezzi del cibo e dell’energia e ha drasticamente peggiorato la crisi del costo della vita nel Regno Unito. Inoltre, il piano dell’Unione Europea di vietare le importazioni russe di petrolio in un periodo di sei mesi non migliora i costi del consumismo energetico nei suoi stati membri.
Attualmente, la proposta di divieto del petrolio russo sta affrontando una certa opposizione. Alcuni stati membri dell’Unione Europea che fanno molto affidamento sul prodotto, inclusa l’Ungheria, non sono favorevoli al divieto.
Oltre alle azioni europee, i timori di inflazione attanagliano anche gli Stati Uniti
I timori di inflazione che attanagliano la maggior parte dei titoli europei influiscono anche sul panorama finanziario statunitense. Ad esempio, il Dow Jones Industrial Average (DJIA) sta per registrare il suo la più grande perdita dal 2020 di mercoledì. Finora, il principale indice statunitense è sceso di oltre 1.100 punti o del 3,6%. Questo crollo è avvenuto dopo che i principali rivenditori hanno avvertito dell’aumento delle pressioni sui costi, confermando ulteriormente i peggiori timori di inflazione degli investitori.
Anche l’incessante disposizione della Federal Reserve ad aumentare i tassi di interesse per neutralizzare l’impennata dei prezzi ha suscitato timori di recessione. All’inizio di questa settimana, presidente della Fed Girolamo Powell ha anche ammesso che i tentativi della banca centrale di frenare l’inflazione potrebbero probabilmente danneggiare l’economia statunitense. Tuttavia, Powell è rimasto risoluto anche riguardo agli sforzi fiscali della Fed per ridurre l’inflazione. Il presidente della Fed ha insistito sul fatto che l’organizzazione “continuerà a spingere” per inasprire la politica monetaria. Ha inoltre affermato che la banca centrale statunitense si calmerà solo quando l’inflazione inizierà a diminuire.
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