L’indicatore di mercato preferito di Warren Buffett ha raggiunto quota 150%, segnalando che le azioni statunitensi, anche dopo la lunga discesa, rimangono sopravvalutate e ad alto rischio di un ulteriore crollo.
L ‘”indicatore Buffet” prende la capitalizzazione di mercato combinata di tutte le azioni statunitensi e la divide per l’ultima stima trimestrale del prodotto interno lordo (PIL). Gli investitori utilizzano questo parametro per confrontare la valutazione del mercato azionario americano con la dimensione dell’economia.
Il Wilshire 5000 Total Market Index (un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato del valore di mercato di tutte le azioni americane attivamente negoziate negli Stati Uniti) è crollato del 25% quest’anno, trainato dagli indici S&P 500, Nasdaq e Dow Jones, tutti in calo di oltre il 20% da gennaio. L’indice di capitalizzazione di mercato ha chiuso l’ultima seduta a 36,35 trilioni di dollari, segnando un nuovo minimo da giugno.
Nel frattempo, l’ultima stima del PIL del secondo trimestre del Bureau of Economic Analysis è di 24,88 trilioni di dollari. Ciò pone l’indicatore Buffett al 146%, in calo rispetto a oltre il 210% all’inizio di quest’anno.
Buffett ha insinuato in un articolo di Fortune nel 2001 che le azioni sarebbero state valutate in modo equo con l’indicatore al 100%, suggerendo che oggi rimangono sostanzialmente sopravvalutate. L’acquisto di azioni “probabilmente funzionerebbe molto bene” a un livello del 70% o dell’80%, ma sarebbe “giocare con il fuoco” intorno al 200%, ha scritto.
Nell’articolo, l’investitore miliardario ha descritto il suo indicatore omonimo come “probabilmente la migliore misura per capire dove si trovano le valutazioni in un dato momento“. Ha notato che quando è salito alle stelle durante la bolla delle dot-com, avrebbe dovuto essere un “segnale di avvertimento molto forte” di un crollo imminente.
Dato il precipitoso calo delle azioni quest’anno, l’indicatore di riferimento del CEO di Berkshire Hathaway sembra aver mostrato ancora una volta il suo valore.
Tuttavia, vale la pena notare che l’indicatore di Buffett ha i suoi difetti. Ad esempio, confronta il valore attuale del mercato azionario con una lettura del PIL di diversi mesi fa. Il PIL esclude anche le entrate estere, mentre le capitalizzazioni di mercato delle società statunitensi riflettono il valore delle loro operazioni nazionali ed estere.
Ecco la versione della St. Louis Fed dell’indicatore Buffett (sia la capitalizzazione di mercato che il PIL sono indicizzati al quarto trimestre del 2007):

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