
Nell’ultimo trimestre l'andamento dei mercati azionari hanno messo alla prova anche gli investitori più esperti: vendite improvvise, volatilità crescente e timori di una possibile bolla tecnologica hanno riportato nervosismo sui mercati globali. In questo clima di incertezza la reazione più diffusa potrebbe essere tirare il freno a mano, ridurre l’esposizione azionaria e attendere tempi migliori.
Eppure, proprio quando molti corrono ai ripari, c’è chi sceglie la direzione opposta. Stanley Druckenmiller, uno dei più grandi trader macro della storia, ha colto questa fase di debolezza come un’opportunità da sfruttare a lungo termine. Parliamo di un investitore capace di chiudere trent’anni consecutivi senza mai registrare un anno in perdita, protagonista insieme a George Soros del trade che mise in difficoltà la Bank of England e punto di riferimento per chi studia i cicli macro e le grandi tendenze secolari.
Nel suo nuovo filing 13F relativo al terzo trimestre 2025, Druckenmiller ha preso una decisione che ha sorpreso Wall Street: ha aperto tre nuove posizioni su colossi dell’intelligenza artificiale, aumentando l’esposizione proprio mentre il sentiment era dominato dalla paura. Secondo la sua lettura, il cosiddetto AI trade non è alla fine del suo percorso, ma sta entrando nella fase più potente del suo AI super cycle.
Il messaggio implicito è molto chiaro: quando l’attenzione di tutti è concentrata sul rischio di un crollo, un investitore con esperienza decennale guarda ai fondamentali e sfrutta le valutazioni più favorevoli per costruire posizioni su società destinate a dominare il prossimo decennio.
Diamo ora uno guardo più accurato delle azioni AI scelta da Druckenmiller.
Amazon: la scommessa sulla crescita “reale” dell’intelligenza artificiale

Durante un trimestre laterale per il titolo e segnato da preoccupazioni su consumi e tecnologia, Druckenmiller ha acquistato 437.000 azioni Amazon (AMZN), per un ammontare vicino ai 96 milioni di dollari, a un prezzo medio intorno ai 219 dollari per azione.
La scelta non è impulsiva; Amazon sta attraversando una fase di rilancio in cui tutte le sue principali divisioni strategiche mostrano numeri in accelerazione. L’azienda ha registrato 180,2 miliardi di dollari di ricavi nel Q3 2025, in crescita del 13,4% anno su anno e sopra le attese di oltre 2 miliardi.
AWS: il motore nascosto del ciclo AI
Il cuore dell’investment case resta Amazon Web Services. La divisione cloud ha messo a segno una crescita dei ricavi del 20%, spinta dall’aumento dell’uso enterprise e da una pipeline contrattuale che ha raggiunto i 200 miliardi di dollari di backlog. Sono numeri che difficilmente si spiegano con una bolla speculativa: riflettono una domanda concreta per training e inferenza AI, oltre che per infrastrutture cloud a elevata capacità.
Amazon ha annunciato un nuovo aumento della potenza di AWS, con un’espansione dell’infrastruttura che prevede di raddoppiare la capacità entro il 2027, aggiungendo un altro gigawatt di potenza solo in questo trimestre. Questi investimenti sono progettati per intercettare il crescente fabbisogno di calcolo richiesto dai modelli di intelligenza artificiale di nuova generazione.
E-commerce, AI nel retail e business pubblicitario
A fianco del cloud, la parte e-commerce continua a rappresentare un pilastro fondamentale.Amazon ha registrato uno dei Prime Day più redditizi di sempre, con una selezione di prodotti in aumento del 14% e servizi di consegna sempre più rapidi, incluso il rollout della spedizione in 3 ore in alcune aree urbane.
L’elemento più innovativo è l’introduzione di Rufus, l’assistente di shopping basato su AI, che ha raggiunto 250 milioni di utenti attivi con interazioni cresciute del 210% su base annua. Rufus permette ad Amazon di migliorare conversioni, ticket medio e fidelizzazione, trasformando ogni sessione di acquisto in un’esperienza guidata e personalizzata.
Il terzo pilastro è la pubblicità digitale: la divisione advertising vale ormai circa 70 miliardi di dollari su base annua ed è uno dei segmenti a più rapida crescita nel panorama globale, con performance superiori a Google e Meta in specifiche nicchie di mercato.
Bilancio solido e valutazione ancora interessante
Dal punto di vista finanziario, Amazon resta una vera e propria fortezza. L’azienda può contare su un rating AA e circa 43,5 miliardi di dollari di cassa.Nonostante un piano di capex superiore ai 125 miliardi di dollari nell’anno, destinato in gran parte allo sviluppo di infrastrutture AI e cloud, il gruppo continua a generare free cash flow positivo.
Sulla base dei flussi di cassa normalizzati, il titolo tratta con uno sconto pari a circa il 38% rispetto al valore equo stimato. E proprio questo tipo di disallineamento tra fondamentali e valutazione è ciò che attira investitori come Druckenmiller: società di qualità elevatissima, con forti effetti di scala, acquistate in momenti di temporaneo scetticismo.
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Meta: il colosso dei social in fase di rivalutazione

Subito dopo i risultati trimestrali, il titolo Meta (META) ha perso oltre il 21% a causa di una posta fiscale straordinaria che ha distorto gli utili GAAP. Molti investitori hanno reagito vendendo sulla base dei titoli di giornale, senza analizzare il quadro operativo sottostante.
Druckenmiller ha fatto esattamente il contrario: ha approfittato del panic selling per aprire una nuova posizione da circa 56 milioni di dollari, acquistando oltre 76.000 azioni intorno ai 736 dollari per azione.
Crescita e monetizzazione ai massimi storici
Sul fronte operativo, Meta ha consegnato uno dei trimestri più forti di tutta la big tech. La società ha registrato una crescita dei ricavi del 26%, raggiungendo i 51 miliardi di dollari nel trimestre.Le sue piattaforme hanno una portata senza rivali:
- 3,5 miliardi di persone utilizzano almeno un’app di Meta ogni giorno;
- Instagram ha superato i 3 miliardi di utenti mensili;
- Threads ha raggiunto circa 150 milioni di utenti attivi giornalieri;
- Reels sta generando oltre 50 miliardi di dollari di ricavi annualizzati.
Questi numeri non descrivono un semplice social network, ma un vero e proprio impero digitale globale, con un livello di engagement e profondità dati che nessun altro competitor è in grado di replicare.
AI, infrastruttura GPU e laboratorio di frontiera
Da anni Meta investe nella costruzione di una delle più grandi flotte di GPU del mondo, fondamentali per allenare e scalare i propri modelli di intelligenza artificiale. Le ultime generazioni di modelli proprietari stanno mostrando performance competitive rispetto ai principali player del settore, con applicazioni che vanno dal ranking dei contenuti alla generazione creativa.
Persino Reality Labs, per lungo tempo considerata un buco nero di cash flow, inizia a essere percepita come un tassello strategico nel percorso verso il computing immersivo e la convergenza tra AI, realtà aumentata e dispositivi indossabili. Mark Zuckerberg ha dichiarato apertamente di voler posizionare Meta come frontier AI lab di riferimento a livello mondiale.
Valutazione: la più conveniente tra le “Magnificent Seven”
A livello di multipli, Meta è oggi il titolo più conveniente del gruppo delle Magnificent Seven, con un rapporto PEG e un multiplo EV/EBITDA forward ai livelli che diversi analisti definiscono da “anti-bolla”. I margini lordi restano sopra l’80% e la società dispone di uno dei bilanci più solidi dell’indice S&P 500, persino dopo l’emissione di nuovo debito per accelerare gli investimenti in infrastrutture AI.
È proprio in queste fasi, quando un franchise globale viene temporaneamente frainteso dal mercato, che Druckenmiller tende a muoversi: comprare quando la narrativa è debole, ma i numeri raccontano una realtà opposta.
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Alphabet: il gigante silenzioso dell’infrastruttura AI

Il terzo tassello della strategia è Alphabet (GOOGL), la holding di Google.Druckenmiller ha acquistato oltre 102.000 azioni, per un controvalore vicino ai 25 milioni di dollari, a un prezzo medio di circa 29 dollari (post-split).
Agli occhi di molti investitori, Alphabet è una società matura, stabile, poco “eccitante”.In realtà, dietro questa percezione si nasconde uno dei progetti più ambiziosi di costruzione di un’infrastruttura AI globale.
Ricavi record e segmenti tutti in crescita
L’ultimo trimestre ha visto Alphabet superare la soglia dei 100 miliardi di dollari di ricavi, con una crescita del 16% anno su anno. Tutti i segmenti chiave hanno mostrato un andamento solido:
- Google Search mantiene una quota di mercato vicina al 90% a livello globale;
- YouTube detiene una share di streaming superiore a quella di Netflix;
- Android continua a dominare il mondo mobile nei mercati emergenti e sviluppati.
Il vero punto di svolta, però, è la trasformazione guidata dall’AI.
Gemini 3, ricerca potenziata e monetizzazione
Alphabet sta lanciando Gemini 3, uno dei foundation model di frontiera più avanzati nel panorama attuale. I miglioramenti introdotti nel motore di ricerca tramite l’AI hanno portato a un aumento dei paid click, del costo per impression e dei ricavi pubblicitari complessivi. La narrativa “Google sarà distrutta dall’AI” lascia spazio alla realtà opposta: Google sta monetizzando l’AI su scala globale.
Parallelamente, Google Cloud ha registrato una crescita dei ricavi del 34%, la più alta degli ultimi anni, con margini in espansione dal 12% a quasi il 20%. Il backlog ha raggiunto i 157 miliardi di dollari, segnale di una domanda pluriennale da parte di clienti enterprise che stanno costruendo soluzioni AI sul cloud di Alphabet.
TPU Ironwood e infrastruttura AI proprietaria
Dietro le quinte, Alphabet sta costruendo un’infrastruttura AI verticale difficilmente replicabile.Il chip TPU Ironwood, progettato specificamente per l’inferenza, offre vantaggi significativi in termini di latenza ed efficienza. I carichi di lavoro AI che girano su Ironwood sono disponibili solo su Google Cloud, creando un forte lock-in per i clienti a maggior valore.
A ciò si aggiungono una vasta rete di cavi sottomarini, una delle più grandi reti in fibra privata al mondo e un’ampia presenza di data center ad alta densità. Questi asset fisici costituiscono la spina dorsale di un vero e proprio impero dell’infrastruttura AI, arricchito da progetti a lungo termine come Waymo, la robotica e la cybersicurezza.
Nonostante questa combinazione di elementi, Alphabet rimane uno dei mega-cap tecnologici più convenienti sulla base delle proiezioni di crescita degli utili e dell’espansione dei margini. La lettura di Druckenmiller è chiara: il mercato non ha ancora pienamente riconosciuto la portata di ciò che Alphabet sta costruendo.
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Che cosa significa questo per gli investitori
L’acquisto simultaneo di Amazon, Meta e Alphabet non è un semplice esercizio di stock picking.È un segnale preciso sulla direzione in cui si sta muovendo il capitale più sofisticato.E queste tre società non sono “scommesse” speculative sull’AI, ma rappresentano:
- le infrastrutture cloud che alimentano i modelli di nuova generazione;
- le reti pubblicitarie globali che monetizzano l’attenzione di miliardi di persone;
- gli ecosistemi digitali da cui nascono i dati che nutrono l’intelligenza artificiale;
- i laboratori di frontiera che stanno definendo i nuovi standard tecnologici.
Quando un investitore con uno dei track record migliori della storia sceglie di comprare tre hyperscaler durante una correzione, il messaggio non è associato alla fortuna, ma alla conviction, alla capacità di riconoscere uno schema già visto: una tecnologia sottovalutata nel breve periodo, destinata a ridefinire l’economia nel lungo.
Mentre molti investitori retail discutono di bolle e attendono “segnali di conferma” da parte dei mercati, Druckenmiller sta facendo ciò che i grandi investitori hanno sempre fatto: acquistare aziende di qualità mondiale nei momenti di timore, quando il prezzo non riflette appieno il loro potenziale.
La domanda per chi investe oggi è semplice e scomoda al tempo stesso: preferisci aspettare che i titoli tornino sui massimi con una narrativa rassicurante, oppure valutare le opportunità quando la paura è ancora dominante e i prezzi incorporano già buona parte dei rischi?
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