
La settimana si è chiusa con dati macroeconomici sorprendentemente solidi. Gli indicatori di sorpresa economica hanno mostrato la performance più positiva del 2025, segnalando che i dati hanno superato le aspettative in modo consistente.
Nonostante ciò, i listini hanno registrato ribassi, segno che il problema principale non risiede nei fondamentali macro, ma nella concentrazione estrema degli acquisti su pochi titoli legati all’intelligenza artificiale.
La delusione per gli utili di Nvidia, unita alla reazione fredda del mercato, ha evidenziato come le valutazioni elevate possano trasformarsi in un limite quando le aspettative sono troppo alte.
Nvidia: il leader dell’AI sotto pressione
Le attese sugli utili di Nvidia erano altissime. Nonostante la trimestrale di Nvidia abbia confermato una solida domanda, il dato più importante – legato al segmento chiave per l’AI – non ha centrato le previsioni.
La reazione è stata contenuta, il titolo non è crollato, ma non ha neanche spinto al rialzo gli indici come in passato. Questo indica che il mercato sta iniziando a considerare le azioni “troppo care” rispetto al contesto attuale.
Gli analisti segnalano che, rispetto a sei o dodici mesi fa, il quadro appare meno brillante. Per i trader, significa che i capitali potrebbero spostarsi verso settori finora trascurati, come small cap e mid cap, rappresentate dall’indice Russell 2000.
Prossima settimana: dati macro e rischi di volatilità
Il focus degli operatori ora si sposta sui dati in arrivo:
- ISM manifatturiero e servizi: spesso indicativi di pressioni inflazionistiche.
- Occupazione ADP e non-farm payrolls: cruciali per capire la traiettoria della politica monetaria della Federal Reserve.
La settimana sarà ricca di spunti, con eventi distribuiti giorno per giorno, aumentando la probabilità di forti movimenti intraday.
Sul fronte utili, i riflettori si spostano su Salesforce e Broadcom, che potrebbero dare un segnale sulla tenuta del comparto tecnologico.
Analisi tecnica: segnali di indecisione

Osservando il grafico mensile di Nvidia, emerge la formazione di una gravestone doji, un pattern di candlestick che in analisi tecnica viene spesso interpretato come segnale di potenziale inversione ribassista. Questo tipo di candela si caratterizza da un corpo molto piccolo vicino ai minimi della seduta (o del periodo di riferimento), con una lunga ombra superiore. In pratica, i compratori hanno tentato di spingere i prezzi al rialzo, ma la pressione dei venditori ha riportato le quotazioni verso il basso, denotando debolezza strutturale nel momentum.
La rilevanza del segnale è amplificata dal fatto che compare su un time frame mensile, molto più affidabile rispetto a grafici giornalieri o settimanali. Nei mesi precedenti, Nvidia aveva mostrato una dinamica quasi parabolica, spinta dall’entusiasmo sull’AI. Ora, invece, il mercato sembra mostrare una perdita di forza e l’indecisione degli operatori potrebbe aprire la strada a fasi di consolidamento o vere e proprie correzioni.
Parallelamente, il quadro tecnico dello S&P 500 non è meno delicato. L’indice si trova in prossimità di una trendline storica, in vigore da quasi dieci anni, che in passato ha rappresentato una barriera difficile da superare. I futures sull’S&P mostrano un livello critico attorno a quota 6.666, un’area che molti trader stanno osservando come resistenza chiave. A ciò si aggiunge un RSI in divergenza ribassista, segnale che la spinta rialzista sta perdendo intensità. Se questi segnali venissero confermati nelle prossime settimane, il mercato potrebbe vivere una fase di maggiore vulnerabilità.
Stagionalità sfavorevole: settembre-ottobre sotto osservazione
Storicamente, i mesi di settembre e ottobre rappresentano un terreno difficile per i mercati azionari. Statistiche alla mano, settembre è il mese con la performance media peggiore per l’S&P 500, con cali ricorrenti legati a prese di profitto, minore liquidità e riallocazioni di portafoglio tipiche della fine del trimestre. Ottobre, pur essendo noto anche come mese dei rimbalzi, porta con sé un carico di volatilità, spesso legato a scadenze tecniche e all’avvicinarsi della stagione degli utili.
Il 2025 potrebbe non fare eccezione. Dopo un’estate caratterizzata da forti rialzi trainati dall’AI, l’assenza di acquisti di fine mese sulle big tech e il rallentamento della domanda per i titoli AI lasciano presagire che gli operatori stiano iniziando a riequilibrare i portafogli. Questo fattore, unito a possibili sorprese dai dati macro e dalle prossime mosse della Fed, rende il periodo particolarmente sensibile a correzioni improvvise.
Per gli investitori, la stagionalità non è una regola ferrea ma un contesto statistico da considerare. Ignorarlo significherebbe trascurare un elemento che negli anni ha influenzato più volte l’andamento dei listini. In questa fase, cautela e gestione attenta del rischio diventano strumenti indispensabili.
Conclusione: da AI a rotazione settoriale?
Il quadro che si delinea per i mercati è caratterizzato da una contraddizione apparente: i dati macroeconomici continuano a sorprendere in positivo, segnalando resilienza dell’economia, ma i mercati azionari mostrano segni di stanchezza, soprattutto nei comparti che finora hanno dominato la scena.
La narrativa AI, che per oltre un anno ha sostenuto rally spettacolari, sembra ora trovarsi in una fase di maturazione. Non significa che il tema sia esaurito: Nvidia e le altre big tech restano centrali per il futuro tecnologico, ma le valutazioni elevate e l’aumento dell’offerta di titoli sul mercato potrebbero spingere molti investitori a diversificare.
La possibile rotazione settoriale verso indici come il Russell 2000 o verso comparti ciclici come industria e finanziari rappresenta un’opzione concreta. Questo scenario può generare due strategie opposte:
- chi crede nella struttura di lungo termine dell’AI potrebbe utilizzare eventuali correzioni come opportunità di accumulo;
- chi cerca equilibrio e protezione potrebbe valutare di spostare parte del capitale su settori meno surriscaldati, beneficiando di multipli più ragionevoli.
In entrambi i casi, il punto chiave resta la gestione del rischio: il mercato si trova in un momento in cui i segnali tecnici e la stagionalità suggeriscono cautela. Le prossime settimane potrebbero rappresentare un passaggio cruciale per capire se il bull market può continuare con rinnovata energia o se, al contrario, si sta aprendo una fase di consolidamento più marcata.
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