La volatilità sui mercati non si placa. Speranze sull’eventuale cessate il fuoco

Non accenna a placarsi la volatilità sui mercati, legata sia alla questione geopolitica, sia alle parole dei banchieri centrali che ieri si sono succeduti in ripetute dichiarazioni durante la seduta americana. Ma non dobbiamo dimenticare anche i dati macro che sono usciti a raffica per l’intera sessione operativa. Ma andiamo con ordine.

L’inflazione nel vecchio continente è uscita a +5.8% su base annua a febbraio mentre il dato mensile ha evidenziato un incremento dello 0.9%. Entrambi superiori al consensus. Al riguardo ha parlato Schnabel della Bce che ha messo in rilievo la preoccupazione legata proprio a questo dato, mentre De Guindos, sempre della Bce, ha comunque escluso la recessione nel vecchio continente.

Nel primo pomeriggio, è uscito l’Adp Usa, ovvero i dati sul mercato del lavoro privato statunitense, uscito a +475 mila unità contro attese di 375 mila. Da quel momento abbiamo ascoltato Evans, Bullard e Jerome Powell, tutti uniti dal solito filo conduttore dell’inflazione, che resta al di sopra delle attese, e che costringerà la Fed a ripetuti rialzi. Powell ha anche affermato che subito dopo aver alzato il costo del denaro, la Fed comincerà a guardare al bilancio, che deve essere drasticamente ridotto. La Fed comunque è preoccupata del livello di inflazione anche se rimane convinta che il calo della domanda legato ai prezzi delle materie prime, ridurrà inevitabilmente la pressione dell’inflazione stessa nella seconda metà del 2022. Powell ha poi ribadito che la stretta monetaria è inevitabile già dal mese di Marzo, anche se non sappiamo l’entità del rialzo.

Alle 16.00 la Bank of Canada ha alzato il costo del denaro, citando sempre l’inflazione e l’aumento dei prezzi delle materie prime come ragione dell’aver portato i tassi a +0.50%. Le dichiarazioni della Boc sono state tutte improntate alla crescita robusta e alla necessità di non perdere di vista la stabilità dei prezzi.

Intanto, in mezzo a tutto ciò, è continuato il balletto delle dichiarazioni a livello geopolitico, ma la buona notizia arriva dalla decisione delle due parti di incontrarsi ancora nella giornata di oggi, e questa volta per parlare di un eventuale cessate il fuoco. Veniamo ora alle reazioni dei mercati.

Il petrolio ha superato in giornata i 110 dollari al barile, il livello più alto dal 2013 e questa notte ha superato anche quota 113 dollari al barile in una salita senza freni che non trova riscontri se non nel 2011 quando arrivammo a 113.50. Se dovesse violare anche quest’area, non ci sarebbero grandi resistenze fino a 145. Non vi sono peraltro novità sul fronte produzione, nel senso che alcuni paesi stanno liberando le riserve mentre l’Opec ha mantenuto l’incremento programmato a 400 mila barili al giorno dal mese di aprile.

Le borse hanno tenuto e rimbalzato, specie Wall Street, mentre sul fronte cambi il mercato ha continuato a vendere Euro contro tutto e tutti, dall’EurUsd, fino ad EurCad, EurGbp, EurAud ed EurNzd. Ha tenuto solo l’EurJpy in ragione della salita del Usdjpy sopra 115.50. L’Euro però in serata ha reagito tornando contro dollaro sopra 1.1100 per effetto delle notizie relative al nuovo tentativo di incontro tra le parti, atteso per oggi e nel quale, si spera venga trovata una soluzione. Il tutto potrebbe ridare velocemente fiato alle borse e ai mercati, che hanno vissuto una settimana in apnea. E pur nell’incertezza di un 2022 che riserverà ancora molta volatilità e sorprese, questo evento darebbe sicuramente la spinta per un ritorno dell’appetito al rischio e magari un ribasso dei prezzi delle materie prime i cui rialzi hanno generato tanti problemi negli ultimi mesi.

Saverio Berlinzani per ActivTrades.

Profilo dell’analista

Saverio Berlinzani

Nel 1989 inizia il suo percorso lavorativo nel mercato valutario come spot trader per il Banco Lariano. Dal ’91 per la Banque San Paolo di Parigi come trader su lira e franco francese. Dal ‘92 presso il Banco Lariano di Milano spot trader su tutte le valute SME. Dal ’95 per Swiss Bank Corporation capo cambista – Lugano, Ginevra, Londra.

In questi anni, oltre alla specializzazione sul mercato dello spot come market maker, ha sviluppato conoscenze del mercato dei derivati come trader di posizionamento per l’Istituto (Opzioni vanilla ed esotiche), nonché conoscenza diretta delle valute legate ai paesi emergenti (carry trades).

Dal ’98 è rientrato in Italia come Libero professionista in qualità di Consulente Finanziario e Patrimoniale – Presidente e socio fondatore di una società broker in forex. Dal 2009 ad oggi, trader indipendente nel mercato valutario fondatore del sito www.saveforex.it, community di traders con cui condivide quotidianamente in tempo reale la sua operatività forex attraverso una chat e un webinar live.

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