Le crescenti tensioni politiche relative al nostro paese stanno condizionando anche l’andamento del mercato valutario. Ma molto di quel che giunge, per la verità, deriva anche da una cattiva interpretazione di ciò che accade realmente perché le notizie, ci accorgiamo, da quando partono a quando giungono a destinazione nei canali di trasmissione internazionale, arrivano quasi sempre modificate e tali da non essere chiaramente comprese fino in fondo e da generare malintesi ed equivoci.
In ogni caso, in Europa monta la tensione, perché si teme che l’Italia possa creare uno sconquasso senza precedenti, non essendo la Grecia in termini di dimensioni economiche ma essendo pur sempre la terza economia continentale.
Il problema è chiaro, ovvero si teme che l’Italia possa uscire dall’Euro, anche se le parti interessate, hanno categoricamente smentito la volontà di uscire dall’Europa e dalla moneta unica, parlando più genericamente di desiderio di modificare alcune parti dei trattati internazionali in senso più favorevole agli interessi italiani.
Detto ciò da alcuni giorni, nel nostro mercato, si assiste ad una discesa lenta e costante della moneta unica, che perde terreno contro le principali valute concorrenti, e non solo il dollaro. Se ci mettiamo anche il fatto che il differenziale di tasso continua ad alimentare la forza del biglietto verde, è chiaro che questa discesa non sembra essere terminata anche se tecnicamente, ci avviciniamo a livelli assai interessanti.
Sull’EurUsd infatti i livelli tecnici rilevanti, non sono lontani e l’area compresa tra 1.1580 e 1.1560 sembra essere il target ideale di breve termine prima di una correzione che parrebbe dovuta, ad osservare l’intensità della discesa nei grafici daily. Se però considerassimo i ritracciamenti di Fibonacci di tutta la salita della moneta unica iniziata nel gennaio del 2017, il 50% del movimento è un livello assai rilevante posto a 1.1450. In un mercato in tensione latente come quello che stiamo vivendo, tutto è possibile e non si deve escludere proprio nulla.
Se osserviamo poi il Dollar index, per cercare conferme nell’andamento dell’EurUsd, osserviamo come l’indice sia non lontano da obiettivi importanti, posizionati a 94.80 90, che fanno seguito ai livelli attuali, anch’essi resistenze rilevanti (94.00 10). Di fatto quindi, e senza considerare un eventuale ulteriore aumento del panic selling sulla moneta unica dovuto al rischio Italia, possiamo affermare di non essere lontani dagli obiettivi di questa lunga e persistente discesa della moneta unica iniziata a metà aprile, ovvero quasi due mesi orsono.
La stessa cosa vale per EurJpy, EurGbp, anche se in misura inferiore e soprattutto anche per i cross EurAud, EurNzd ed EurCad. Spostandoci su altre valute, notiamo che le stesse cose dette per l’euro, potremmo tranquillamente trasferirle sulla sterlina, sulla quale ha pesato in modo decisivo la decisione della Boe di ritardare il rialzo dei tassi in seguito ai dati che hanno evidenziato un rallentamento dell’inflazione. La debolezza della valuta britannica sembra non essere terminata e, osservando i grafici, individuiamo un’area di arrivo a livello di 1.3100. Nelle ultime giornate poi, sono state secondo noi, sottostimate, alcune dichiarazioni dei rappresentanti del board della Boe, i quali hanno ribadito la necessità di un rialzo dei tassi entro la fine del 2018, per non rimanere eccessivamente behind the curve rispetto alla curva dei tassi.
Per il resto, il mercato si sta dimostrando poco volatile e non granché interessante, sia per quanto riguarda le oceaniche, ma anche il dollaro canadese, che sta perdendo terreno, e sta arrivando verso i target posti a 1.3100.
Infine, due parole sullo Jpy, che è salito recentemente proprio grazie ad un aumento del risk off legato alle tensioni sull’euro, alimentato da vendite di EurJpy. Siamo giunti vicino a dei supporti rilevanti posti a 108.50 60. In caso di superamento di tali livelli, possiamo tranquillamente riaffermare che i livelli obiettivo, potrebbero essere individuati in area 108.00 e 107.20 30, rispettivamente il 50 % e 61.8% di tutta la salita osservata da fine marzo a metà giugno.
Saverio Berlinzani per ActivTrades.
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